domenica 17 novembre 2013

EVA GIULIANI E LA SANITÀ CHE VORREBBE


L’intervento letto durante l’incontro pubblico “La sanità che vorrei…” organizzato da ‘Adesso!Pistoia’ al Museo Marino Marini venerdì 15 novembre scorso

PISTOIA. Riteniamo essenziale pubblicare integralmente l’intervento, maturo e vibrante, di Eva Giuliani, la madre della Valdinievole che ha dovuto trasportare a Pistoia il figlio di quattro anni perché la Sanità di Rossi e Marroni ha tagliato Pediatria nell’Ospedale di Pescia.
Eccone il testo:

Buonasera.
Il mio intervento potrebbe apparire uno sfogo, a prima vista. In realtà è una richiesta di riflessione e soprattutto una richiesta di moralizzazione nei confronti degli uomini grigi della politica e una richiesta di autocritica da parte del Pd che ho votato, che da sempre governa questa Regione e le cui scelte ci hanno portato fin qui.

Mi chiamo Eva Giuliani. Sono stata protagonista, mio malgrado, della cronaca pistoiese nelle ultime settimane per aver denunciato al Presidente Enrico Rossi, all’Assessore Luigi Marroni, al Consiglio Regionale e anche al qui presente consigliere Marco Remaschi, la mancanza di una seria assistenza pediatrica in Valdinievole dopo lo smantellamento del reparto di pediatria dell’ospedale di Pescia.
Parto dalla mia esperienza, ma voglio andare oltre il mio singolo caso. Sin da quando ho scritto la prima volta, io non ne ho mai fatto una questione privata bensì generale, di sistema e di rilevanza sociale. Si è invece cercato di distogliere l’attenzione dal problema, dicendo che mio figlio è stato preso in carico correttamente fra Pescia e Pistoia, curato bene e quindi non avevo nulla da recriminare. A parte il fatto, forse, che un bambino di quattro anni e mezzo con la febbre a 40 da due giorni non può essere trattato come un pacco...
Ma veniamo al tema della serata.
1. La sanità che vorrei è efficiente, è una sanità che pianifica, prevede, gestisce, organizza.
Si possono costruire quattro nuovi ospedali in pochi chilometri, forse è la scelta giusta. Alla luce dei risultati che vedo sono molto perplessa.
Si possono riorganizzare le risorse e sicuramente ce ne è bisogno.
Si può cambiare mentalità per l’assistenza sanitaria ordinaria agli adulti.
Ma si possono poi lasciare i territori periferici o disagiati e montani in balia del caso o dell’improvvisazione? Si può chiudere un reparto e non avere ancora i servizi alternativi?
Quando si chiude un reparto, il minuto successivo ci deve essere già, operativo, tutto quello che era stato previsto per sostituirlo. I patti vanno rispettati, non si può aspettare giocando sulla salute delle persone e soprattutto dei bambini!
Ci si riempie tanto la bocca di continuità assistenziale sul territorio e ancora sul territorio non c’è nulla di quello che dovrebbe esserci. Questo è il modello da paese evoluto di cui parla l’Assessore Marroni?
2. La sanità che vorrei è coraggiosa, ma so di chiedere troppo. Se ci si rende conto cioè di aver fatto un errore di valutazione (magari!), si deve avere il coraggio di ritornare sui propri passi e l’umiltà di ammettere l’errore. Si guadagnerebbero anche molti consensi, visto che siamo in clima elettorale.
3. La sanità che vorrei, come la politica che vorrei (perché purtroppo sanità e politica sono legate a doppio filo), ha come principio guida lo spirito di servizio per il bene comune. Niente altro. Non il denaro, le persone.
Entrambe, politica e sanità, devono farsi carico delle situazioni più disagiate e delle esigenze dei più deboli. Depotenziare l’ospedale di Pescia, togliere un reparto di Pediatria e declassare il punto nascita in Valdinievole non va certo in questa direzione.
È notizia di questi giorni che le richieste di aiuto alla Caritas in Toscana sono in aumento e in pochi anni sono incrementate le percentuali dal 21% al 33% di italiani senza casa o lavoro, indebitati che si rivolgono ai centri Caritas. C’è per loro, come per gli altri abitanti della Valdinievole, un miglioramento dell’accessibilità ai servizi a prescindere dalla posizione sociale ed economica come recita la delibera 313 del luglio 2013 sul riordino? Per questi cittadini assistere giorno e notte un figlio malato a 30/40 km. è un miglioramento? Quali mezzi pubblici possono utilizzare per arrivare al San Jacopo di Pistoia? In quante ore, visto che sono stati tagliati anche quelli? Saranno soddisfatti i cittadini della Valdinievole di un taglio dei posti letto o dei giorni di degenza degli anziani che, allo stesso modo dei bambini, hanno bisogno di assistenza continua?
4. La sanità che vorrei, come la politica che vorrei, è onesta e trasparente come gli occhi chiari dei miei bambini.
Quindi, nella rassegna stampa della Asl 3 di giovedì 7 novembre (scaricatela da qui) ci devono essere tutti gli articoli e le notizie rilevanti pubblicate sulla stampa quel giorno.
Peccato invece che compaiano gli articoli del Corriere Fiorentino sui tagli ai piccoli ospedali, ma non la mia lettera sulle stesse pagine indirizzata al Presidente Rossi. Forse una svista. Che sa tanto di notizia scomoda da censurare però... Tempi bui.
Onesta perché non inghiotte oltre 400 milioni di euro come è accaduto alla Asl di Massa e chissà se solo lì. Soldi pubblici, le mie tasse, spesi in gioielli, Rolex, cani e cavalli di razza, auto di lusso, case...
E poi concorsi per amministrativi (bacini di voti) e al contempo carenza di personale sanitario!
Con quei 400 milioni di euro ci si potevano costruire tre ospedali, comprare milioni di pannolini e chili di latte in polvere che non vengono forniti al reparto di Pediatria al San Jacopo, mantenere posti letto e servizi in tutta la Toscana. Chi non ha vigilato?
5. La sanità e la politica che vorrei sono coerenti nelle parole e nell’agire. Bisogna potersi fidare. Nel 2011 su Toscana Notizie (agenzia stampa della Giunta Regionale) il Presidente Rossi affermava: “Né l’Azienda né la Regione intendono depotenziare l’assistenza sanitaria in Valdinievole” “il nuovo ospedale di Pistoia non depotenzia né prefigura la scomparsa dell’ospedale di Pescia in quanto questo presidio è di fondamentale importanza nella rete delle strutture ospedaliere regionali”.
L’Assessore Marroni lo scorso aprile in occasione di una visita all’ospedale della Valdinievole, sempre su Toscana Notizie, assicurava che “Ai cittadini non sarà tolto alcun servizio. Stiamo riorganizzando il nostro sistema sanitario per farlo sopravvivere, in questa situazione drammatica che sta attraversando il paese. La nostra sfida è cambiare molto all’interno del sistema per non cambiare all’esterno, perché ai cittadini sia garantito lo stesso livello dei servizi” “Non è mai stata messa in dubbio l’esistenza dell’ospedale di Pescia, né il fatto che i cittadini riceveranno anche in futuro gli stessi servizi: nessun depotenziamento”.
Poi sono arrivate le “Le linee attuative della riorganizzazione della Asl3” e il 17 giugno 2013 i Sindaci della Valdinievole, all’unanimità, le hanno approvate. Che è successo? Non hanno saputo prevedere le ricadute negative sulla cittadinanza? Si aspettavano altro? Hanno scelto di abdicare?
Efficienza, organizzazione, pianificazione, spirito di servizio, bene comune, onestà, trasparenza, coerenza sono quello che chiedo. Il resto viene da sé.
Voglio concludere con il pensiero di Guido Calogero, antifascista, filosofo, politico che nel 1944 ne L’Abbiccì della democrazia scriveva: “La democrazia, e in genere la politica, non è una cosa che stia per conto proprio, come una stella o come un pezzo di pane. La democrazia è una maniera di comportarsi, un modo di agire di Caio o di Tizio o di Sempronio rispetto a Sempronio o a Tizio o a Caio o al loro gruppo riunito. Non c’è la democrazia o la non-democrazia, c’è l’uomo che agisce più o meno democraticamente. La domanda «Che cosa è la democrazia?» si risolve perciò in quest’altra domanda: «Che cosa debbo fare per essere un buon democratico?».
«Tu devi — si risponderà — non rompere le teste degli altri, ma contarle.» […]
Istintivamente, noi siamo come i bambini, che devono fare un certo sforzo per capire che non debbono mangiarsi tutta la torta se ci sono altri bambini che ne desiderano un po’ anche loro. E tanto più ci allontaniamo dalla barbarie della fanciullezza, tanto più cessiamo di essere piccoli cuccioli di una specie di animali un po’ più intelligenti degli altri e diventiamo uomini, uomini civili, quanto più comprendiamo che c’è un’altrui volontà, quanto più cerchiamo di tenerne conto.
Questo è dunque, intanto, l’atteggiamento fondamentale dello spirito democratico: il tener conto degli altri. […] Ma come si tien conto della volontà degli altri? Anzitutto, ascoltandoli. Prima ancora che nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non è il paese degli oratori, è il paese degli ascoltatori.”
Grazie per l’attenzione.
Eva Giuliani
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[Domenica 17 novembre 2013 | 18:16 - © Quarrata/news]

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