di GRILLO PARLANTE
Perché, conti alla mano, non sarebbe il
caso di svendere tre Comuni insieme a San Marcello
CUTIGLIANO-MONTAGNA. Il Comitato per dar vita al Comune Unico sulla montagna
pistoiese, operazione promossa dal Pd sanmarcellino – appoggiato da lobbysti e, trasversalmente, dal sindaco di
Cutigliano Carluccio Ceccarelli e dai due dei suoi tre assessori (Pieratti e
Pistolozzi), da Claudio Gaggini che con l’appoggio sostitutivo dei voti della
minoranza incorporante Valerio Sichi ex sindaco Pd di Piteglio –, sta ora continuando alacremente le assemblee (l’ultima è
fissata per oggi, mercoledì, all’Abetone) per convincere – imbonendo la gente – quanto
sia conveniente addivenire quanto prima alla fusione dei quattro Comuni
Montani.
A tale scopo l’ex coordinatore Roberto
Orlandini, Carluccio Ceccarelli, Claudio Gaggini e gli altri soci fondatori del
Comitato, tra cui l’attuale coordinatore Giuliano Tonarelli, hanno sostenuto
che con la fusione si sarebbero ottenuti grandi benefici economici derivanti e
dal contributo decennale assicurato dallo Stato pari al 20% dei trasferimenti
erariali versati nell’anno 2010, e quello quinquennale disposto dalla Regione
Toscana (250.000 euro annui per ogni Comune fuso).
In più, secondo le forbite ed
interessate asserzioni dei promotori, si sarebbe potuto contrarre le spese per
gli amministratori, ottenere il miglior utilizzo del personale, avere rilevanti
somme per gli investimenti e – ciliegina sulla
torta – acquistare un potere politico tale da condizionare le scelte
delle superiori Istituzioni (Provincia e Regione Toscana in primis).
Vale a dire una totale inversione a U
rispetto a quanto attivato dalla Comunità Montana Appennino Pistoiese le cui
tristi vicende di ammanchi, mancati controlli, benefit autoconcessi, ne hanno
determinato lo scioglimento dopo aver ridotto la montagna in braghe di tela.
Ma, preoccupante a dirsi, il gruppo che
si pone a vindice di questo pasticciaccio brutto è in gran parte
composto da soggetti che – come presidenti, vicepresidenti, assessori al bilancio e
via di seguito – hanno così malgestito un Ente che al suo sorgere aveva
suscitato tante speranze quasi subito disattese tanto da venir etichettato “la
Comodità Montana” in cui i maggiori dirigenti (Apolito e Fedeli) prestavano
servizio a singhiozzo ma a retribuzione intera ed un presidente ed un assessore
sono stati chiamati dalla Corte dei Conti a rifondere il maltolto.
Ciò che ci preme ora far notare è che – ove andasse in porto l’operazione “Comunone Dynamone” – a rimetterci economicamente e di importanza sarebbero i
Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio, destinatari in primis dei
benefici statali e regionali poiché, fondendosi con San Marcello, perderebbero
i valori culturali conservati nel corso dei secoli e quelli più recenti economici
e turistici per graziosamente far amministrare al Comune di San Marcello fondi
in partenza non a lui destinati.
Per valutarne correttamente gli importi
basta collegarsi alla Banca dati Finanza Locale ed esaminare – prendendo per base le somme derivanti dai contributi
erariali (anno 2010) – a quanto corrisponde il 20% spettante per 10 anni ad ogni
singolo Comune:
Abetone
|
220.o33,57
|
Cutigliano
|
564.492,52
|
Piteglio
|
704.917,14
|
TOTALE A
|
1.489.443,23 € pari a 297.868 euro/anno
|
San Marcello
|
1.507.225.84
|
TOTALE B
|
1.507.225,84 € pari a 301.445 euro/anno
|
In conclusione in caso di fusione, i
tre Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio incasserebbero annualmente dallo
Stato 297.866,65 euro per 1o anni, a cui va
aggiunto il contributo regionale annuo di
750.000 euro per 5 anni.
Di contro l’apporto di San Marcello
consisterebbe in contributi dello Stato di 301.445 euro annui per 10 anni cui
andrebbero aggiunti i 250.000 euro annui per 5 anni.
Essendo però (dati Istat) 6.581 gli
abitanti di San Marcello contro i 3.968 corrispondenti al numero totale degli
abitanti di Abetone (668), di Cutigliano (1.567) e di Piteglio (1.753), ne
discende che questi ultimi porterebbero in dote, al non amato cugino, una
notevole somma che – se gestita da loro –
risolverebbe (checché ne pensino i sindaci Carluccio Ceccarelli, Claudio
Gaggini e loro accoliti) i problemi finanziari dei Comuni loro affidati ancora
per poco.
Da queste brevi considerazioni balza l’evidenza
che aderire al cosiddetto Comunune Dynamone sarebbe davvero l’ultimo sciagurato
regalo fatto ai dirigenti del Pd sanmarcellino e ai lobbysti: quelli che ora in
Regione si stanno scompostamente battendo perché il Consiglio rimetta nelle
loro mani la guida della Montagna.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 13 novembre 2013 | 09:05 - © Quarrata/news]
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