di EDOARDO BIANCHINI
L’incredibile e triste storia dell’Area
Pallavicini e dell’esclusione della VAS per la realizzazione del centro
raccolta rifiuti
PISTOIA. Mi càpitano fra le mani una decina di fotocopie che
riguardano il progetto-Bertinelli/Publiambiente per un bel centro di raccolta
rifiuti, moderno e ornamentale, nella zona che è ascesa ai vertici della
classifica delle più gettonate: la ex-Pallavicini o le Sei Arcole che dir si
voglia. E decido di mettermi a leggere.
Procedo in sintesi, passo passo, per
numero di documento così come le lettere appaiono nel file pdf direttamente
scaricabile da qui.
1. La
prima lettera (18.10.2013) parte da Arpat, Dipartimento di Pistoia, via dei
Baroni, e trasmette al Comune di Bertinelli un – come lo chiamano loro
baroccamente – contributo (per farla breve in italiano: un parere)
relativo a una variante al Regolamento Urbanistico del Comune di Pistoia per «individuazione
di un’area adibita a cantiere operativo e centro di raccolta lungo la
tangenziale est, in località Sei Arcole, finalizzata all’attuazione del
progetto di raccolta dei rifiuti urbani con modalità porta a porta».
2. Nel
secondo documento (il famoso contributo richiesto) il fatto più
importante è che l’Arpat fa rilevare al Comune di Pistoia che, per il centro in
questione, è necessario prevedere procedure particolari per cui devono essere
prese in considerazione eventuali problematiche che potrebbero instaurarsi in
fase di deposito di raccolta rifiuti.
Fra l’altro l’Arpat lamenta anche che
da parte del Comune non sono stati forniti dettagli sulle caratteriste
strutturali del centro (reti idriche e superfici impermeabilizzate…) e, quindi,
l’Arpat obietta che non è stato valutato a sufficienza l’aspetto relativo agli
impatti sull’acqua.
Il documento conclude – in parole
povere – che siamo ancora piuttosto lontani dal poter ‘saltare’ la cosiddetta
Vas (Valutazione Ambientale Strategica).
3.
Nel terzo documento, del 23 ottobre 2013, il Comune di Pistoia ribatte dicendo
che, dal momento che l’Arpat ha risposto tardivamente, l’Amministrazione «ha
già emanato il provvedimento di esclusione della V.A.S. per il procedimento in
oggetto» (e questo coincide con una determina dell’architetto Bragagnolo, la 1950
del 4 ottobre 2013, con cui si stabilisce che la Vas si salterà, ma con una
sequenza di esclusioni e limitazioni tale da suscitare legittimi dubbi nello
stesso Presidente della Commissione edilizia, Alessandro Capecchi – come anche
noi abbiamo scritto alcuni giorni fa).
4. A
questo punto nella discussione interviene la Provincia che, dopo una lunga
serie di considerazioni, conclude testualmente che «le varianti al regolamento
urbanistico di cui trattasi possano essere escluse dalla proceduta V.A.S.» (la
lettera della Provincia, indirizzata anche alla Regione, non sembra avere data…).
5. Il
25 ottobre l’Arpat di Pistoia torna ancora in pista, sottolineando – abbastanza
seccamente – che secondo «quanto prescritto dalla Determinazione in questione (la
Bragagnolo 1950 del 4 ottobre 2013 – n.d.r.) e segnatamente le
prescrizioni di cui al punto 1), lettere a), c) e d) – [il succo della
determina (n.d.r.)] appare corrispondere per contenuto alle necessità di
maggior approfondimento da noi indicate al fine di garantire effettivi e adeguati
livelli di tutela ambientale»: in altri termini l’Arpat
sembra dire: «Caro Comune, non puoi saltare le tappe ponendo condizionali
non verificate né verificabili in attesa che poi, una volta costruito il centro
di raccolta rifiuti, se ci trovassimo dinanzi a problemi non potremo fare più
nulla se non rappecettare la situazione creatasi né più né meno di
quanto è accaduto per l’Ospedale San Jacopo».
6.
Il passo successivo (senza data) viene dalla Regione Toscana (Dirigente Elvira
Pisani) che ritiene (si noti il verbo: ritiene, nessuna certezza,
ma ambito dell’opinione pura) che «la
procedura di VAS possa essere esclusa tenendo conto delle seguenti indicazioni»: e giù una serie di indirizzi e parole che sembrano uno tsunami
che lasciamo vedere e gustare direttamente al lettore interessato.
7.
Ed eccoci, finalmente, al settimo e ultimo giorno, quello del risposo della
domenica, con un documento del 3 ottobre 2013 (anteriore, quindi, ma dirimente)
firmato dal responsabile dell’Asl 3, dott.ssa W. Wanderling, che dà parere
favorevole all’esclusione della V.A.S. per questa variante al Regolamento
Urbanistico di Pistoia.
L’unico intervento in tutta questa
sequenza di fotogrammi, si esplica in un paio di domande:
1. Vi
sembra possibile che in questo Paese così democratico e partecipato, ci debba
sempre essere un intreccio di competenze, poteri, pareri che, al confronto, un
reticolo neuronico-neurale è un semplice segmento di una retta compreso fra i
punti A e B?
2. È
obiettivamente credibile che l’Italia possa attrarre capitali da investitori
stranieri che potrebbero vedersi stritolati da una burocrazia che si annoda
peggio del classico bambolo di lana, senza che si riesca a venirne a capo…?
Fate vobis e che Dio ce la mandi buona!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 13 novembre 2013 | 18:08 - © Quarrata/news]
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