di MARCO FERRARI
Riflessioni dedicate a Silvia Cormio
dopo il suo post pubblicato su facebook – Come i politici hanno chinato la
testa a Rossi, Marroni e Asl 3
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Sabato 7 dicembre si svolgeva nel centro storico di Firenze
la manifestazione, organizzata dal Crest, in difesa degli ospedali virtuosi,
spesso piccoli ma funzionali alle esigenze dei cittadini che, per scelta o
necessità, vivono lontani dai grandi centri cittadini.
Folto il gruppo proveniente dalla
Montagna Pistoiese con la partecipazione dell’Associazione Zeno Colò, da sempre
in prima linea per assicurare, con le sue battaglie e il suo impegno in difesa
dell’Ospedale Pacini di San Marcello, il diritto a curarsi in montagna.
Presente, notevolmente presente, anche il “Gruppo Montagna Pistoiese. È qui che
voglio vivere” con 200 pettorine. Una partecipazione numericamente importante,
svilita, sminuita dalle improvvide dichiarazioni del primo cittadino di San
Marcello Silvia Maria Cormio il cui compito “non è quello di manifestare, ma
di lavorare e dialogare con i rappresentanti istituzionali”. Un dialogo che
avrebbe potuto farlo confrontandosi proprio con quei rappresentanti
istituzionali, suoi colleghi, intervenuti alla manifestazione, alcuni giunti
perfino dalla Sicilia come il Sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, o dal
Lazio, come il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Qui quanto scritto dal primo cittadino di San Marcello, questa volta
non nel bronzo come i patti territoriali deliberati in Conferenza dei Sindaci
il 17 giugno 2013, ma sbadatamente dimenticati in un cassetto del Comune di
Pistoia senza che venissero pubblicati in alcun Albo Pretorio di nessuna delle amministrazioni
comunali – su questo torneremo ampiamente sopra –, ma semplicemente su una
comunissima pagina di Facebook. Un post fatto ad arte per stimolare quel
confronto dialettico e democratico ma anche partecipativo tanto caro agli
esponenti del Pci/Pds/Ds/Pd. In parole povere e abbandonando i termini fumosi
del politically correct si potrebbe parafrasare, per essere più chiari e
diretti, “come invitare i matti alle sassate ed essere il bersaglio”. Il mare
di internet si è in breve tempo leggermente mosso e sono iniziati a fioccare
commenti e condivisioni.
Il post si chiude poi con questa
interessante affermazione, il cui approfondimento è d’obbligo: “...oggi – 8 dicembre 2013 ndr – il quotidiano La Stampa, riporta in prima pagina la lista
di tutti i piccoli Ospedali con meno di 120 posti letto, inseriti nel nuovo
Patto per la salute, dal ministero della Salute, che dovranno chiudere. In
totale sono a rischio chiusura 175 piccoli ospedali, in Sicilia sono 37 in
Toscana 12 e il nostro non compare nella lista.” Un dichiarazione messa là con una malcelata noncuranza
mista ad autocompiacimento e autoriconoscimento del lavoro svolto nelle segrete
stanze. Il messaggio che si tenta di far passare è: avete visto l’ospedale di
San Marcello non è nella lista di proscrizione diramata dal Governo? L’Ospedale
Pacini è salvo! Si potrebbe facilmente ribattere, ma la polemica sarebbe del
tutto infruttuosa, che ormai a San Marcello non c’è più un Ospedale ma un Piot,
con un punto di primo soccorso funzionante solo quando in esso, per coincidenze
astrali, sono presenti nella struttura sia l’ortopedico che il chirurgo.
Si potrebbe però tornare indietro nel
tempo all’ormai lontano luglio 2012, ben prima quindi che le amministrazioni
montane si muovessero per dar vita alla famosa quanto inutile Commissione di
Salvaguardia dell’Ospedale, che ha portato all’accettazione totale del piano
voluto dalla Asl 3 di Pistoia con la chiusura della chirurgia, dell’ortopedia e
una drastica riduzione dei posti letto. Ben prima dell’inizio della fine.
Anche in quel luglio di un anno e mezzo
fa fu diramata una lista di proscrizione analoga a quella pubblicata da La
Stampa, e a sorpresa l’ospedale di San Marcello non era neanche allora
contemplato. Quindi per lo stesso ragionamento che si vuole sottintendere con
le affermazione fatte dal Sindaco Cormio, non si capisce come mai, non essendo
già nel luglio 2012 l’ospedale a rischio chiusura, si siano operati i selvaggi
tagli che hanno vilmente castrato il Pacini, rendendolo una struttura vuota.
L’ospedale non era né allora né ora
nella lista, per il semplice motivo che nei documenti ufficiali della Asl 3
Pistoia si parla di Ospedali Riuniti di Pistoia. Il Pacini di San Marcello, fu
spiegato anche nelle assemblee pubbliche tenute da Asl 3 e Comune di San
Marcello in tour per la montagna nello scorso aprile, è ormai da anni parte
integrante dell’Ospedale di Pistoia. Gli Ospedali Riuniti di Pistoia constano
di due stabilimenti Ospedalieri: quello di Pistoia e quello di San Marcello
divenuto ora un non ospedale con una sigla impronunciabile di Piot. Gli Ospedali
Riuniti di Pistoia sono in sostanza un’unica ditta con due filiali: non è che
il numero dei posti letto, il maledetto parametro dei posti letto – Pistoia è a 2,11 ampiamente sotto il parametro di
riferimento voluto dalla Regione Toscana –, preso a
base e a giustificazione dei tagli operati in montagna è conteggiato
complessivamente e unitariamente con quelli di Pistoia?
Ognuno tragga le proprie conclusioni,
ma la verità è che, l’Ospedale Pacini di San Marcello poteva tranquillamente
rimanere così come era stato fino al 2010, un ospedale virtuoso, funzionante e
funzionale alle esigenze della popolazione, come la stessa Asl di Pistoia ha
certificato con dati numeri e riconoscimenti ufficiali. Gli sprechi sono
altrove ma per comodità politica e per viltà si fa finta di non vederli.
Un leggero dubbio vi assale e iniziate
a pensare di essere stati presi in giro? Vi sembra impossibile? Ecco come di
consuetudine di Quarrata/news i documenti:
• qui
l’articolo pubblicato da “La Stampa” dell’8 dicembre, menzionato dal
Sindaco di San Marcello P.se
• qui
la lista di proscrizione degli ospedali cui sempre il Sindaco Cormio fa
riferimento, dove l’Ospedale di San Marcello, non c’è. Una lista che in questa
settimana è stata fin troppo strumentalizzata e sbandierata neanche fosse un
trofeo di guerra, tanto che il comune di Cutigliano ha fatto distribuire dal
servizio “Ecco Fatto!”, inventato dal Giurlani, copia della lista in tutti gli
esercizi pubblici.
• qui
l’articolo del “Corriere della Sera” del 5 luglio 2012 dove si parla di
sanità e di ospedali da chiudere
• qui
la relativa lista di proscrizione sempre del luglio 2012 dove, anche
qui e anche al tempo, l’ospedale Pacini non era menzionato.
• qui
un esempio di documento diramato dalla Regione Toscana di inizio 2012.
Il Pacini viene indicato come “Spedali riuniti”.
E allora, voi che siete sulla Linea
Maginot, dove i caccia intercettori SSG (Sabrina Sergio Gori) sono chiusi nell’Hangar,
forse a corto di carburante, voi che, come nel post di Facebook, dite di aver
teso un filo rosso (o di Rossi?) oltre cui non si può retrocedere, voi che
invece di manifestare passate giornate intere in fonderia ad incidere le parole
nel bronzo, come la mettiamo? Appoggiata al muro perché senza cavalletto?
P.S. per il Comune di Cutigliano
Perché non far distribuire questo post
dai ragazzi del servizio “Ecco Fatto!” nei vari esercizi commerciali? Ma anche
no! Questi persone dovrebbero, forse, essere impiegate diversamente e più
proficuamente.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 15 dicembre 2013 | 17:12 - © Quarrata/news]
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