Nick Becattini |
di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. In cantiere, c’è un progetto discografico, che contempla
soli tre strumenti: la chitarra, la batteria e l’organo Hammond.
A suonarli, in ordine di presentazione delle relative armi
di distruzione di massa (di poveri di spirito), ci sono Nick Becattini, Enrico
Cecconi e Pee Wee Durante.
Un primo assaggio, di questa novità che non è da escludere
conosca presto la luce, l’ho avuto, in compagnia dei molti altri che popolavano
la sala decisamente troppo riscaldata, con quelli della pizzeria-ristorante Al’trove,
di piazza d’Armi, a Pistoia, dove ieri sera, il trittico, or ora citato, ha
dato vita e piacere a quanto premesso: funky a volontà, il solito meraviglioso
blues e addirittura Jimi Hendrix, pezzo forte e piccola grande fissazione del
band leader della micro formazione, che ha deposto le armi solo a mezzanotte da
parecchio trascorsa, dopo aver incantato anche i piatti e i bicchieri con un
sound semplicemente esplosivo e dopo aver addirittura ospitato, durante la
sessione, due giovani vecchi amici: Valentina Bartoli, che si è seduta sullo
gabellino di Pee Wee cercando di emularne il groove e Riccardo Onori, che ha
avuto l’onore, lui, strumentista di Jovanotti, di imbracciare la sei corde di
Nick.
Riccardo Onori |
«Sto attraversando un periodo professionale particolarmente
bello, impegnativo e creativo – mi dice Riccardo Onori a concerto appena
terminato –. Girare in tournée con Jovanotti è davvero un piacere, un grande
professionista, che sta benissimo con i suoi colleghi. Ed è proprio per questo,
per il grande respiro che ci concede Lorenzo Cherubini, che mi sento in diritto
di fare e costruire qualcosa di mio: turnista, del resto, non mi ci sono mai
sentito».
Torno a parlarvi di Nick, Cecco e Pee Wee, giusto, è per
questo che ho iniziato a scrivere, ma al di là del piacere della parentesi
aperta e chiusa con un’altra interessantissima sei corde, quella di Onori, mi
rendo perfettamente conto che a dire ancora qualcosa di questi tre ragazzi
rischio davvero la più tediosa ripetibilità. Cos’altro volete che vi dica che
non v’ho già detto? Sono sempre meglio, la sintonia sul palco, che si trasmette
automaticamente in platea, cresce di canzone in canzone; si fanno
vicendevolmente assist d’assoli, si amalgamano con una brillantezza di
invidiabile naturalezza, fino al punto che le perle di sudore che calano dalle
rispettive fronti terminano la loro inevitabile discesa nella sacca dei
divertimenti, quelli che poi riescono a spargere sul capo, suoi cuori e sulle
membra di chi ha la fortuna, e la voglia, di stare in loro compagnia.
Mentre suonano, ovviamente.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 6 gennaio 2013 – © Quarrata/news 2013]
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