Nuova denuncia del Comitato per la chiusura
MONTALE-PIANA. Dopo oltre quattro
mesi, Asl e Arpat hanno finalmente esposto le loro repliche alle contestazioni
del Comitato in relazione alle incongruenze e reticenze nelle valutazioni sull’impianto
di incenerimento e l’emergenza sanitaria in atto. Gli organi di Controllo, sono
stati esortati dal consigliere Bartolini a replicare anche alla recente
denuncia dell’Ordine dei Medici, sulla moratoria del raddoppio, incentrata
sulla constatazione dell’aumento di malattie tumorali; ma non hanno trattato i
contenuti dell’imbarazzante parere dell’autorevole Ente parastatale, emanato
dopo anni di partecipazione al Tavolo Istituzionale e un Convegno nazionale dedicato
al tema.
Ancora
una volta, è emersa solida la contraddizione sussistente tra Asl e Arpat in
relazione alla responsabilità dell’inquinamento da micropolveri del territorio
interprovinciale di tre Comuni (Agliana, Montale e Montemurlo), nei quali, dopo
la conclamata emergenza Pm10 le associazioni sportive proseguono indefesse
negli allenamenti e gare agonistiche di ragazzi, non ricevendo nessuna
limitazione o prescrizione dalle autorità sanitarie.
Il
responsabile di Arpat Dott. Coppi, ha evitato dunque omesso di ricordare i due
pareri di Asl 3 emanati in un arco di 12 mesi e pienamente sovrapponibili sulla
relazione di causa; ma ha però stigmatizzato la presunta inadeguatezza del “progetto
Patos” elaborato nel 2006, che evidenzia il contributo dell’impianto di
incenerimento nella formazione di polveri.
Coppi
è stato subito contestato dal portavoce del Comitato che ha ricordato come tale
documento sia stato riconosciuto come scientificamente valido dalla stessa
Agenzia regionale, trovandosi elencato negli atti usati per l’istruttoria del
verbale autorizzativo della Provincia (pagg. 28 e 29 di 36) nell’aumento a 150
T/die del 2007 al CIS (Del. G.P. 106/07)
e
nella corrispondenza ufficiale con la conferenza dei servizi della Presidenza
del Consiglio dei Ministri nel 2008 (pag. 51 di 54)
Sulle
polveri fini è stato ben ricordato quindi che, nonostante il divieto di
combustione di sfalci e arbusti vegetali, l’inquinamento persiste invariato con
23 sforamenti nel solo mese di Gennaio: ciò dimostra la vera natura,
direttamente riconducibile all’impianto del Cis e la congiuntura meteoclimatica.
Il
Comitato, contesta la replica degli Organi di controllo che hanno argomentato
una difesa faziosa e parziale, facendo uso di “slalom argomentativi” su aspetti
tecnici, ricorrendo all’interpretazione capziosa di cavilli. Inquietante è da
riconoscersi infine la conclusione del relatore di Coppi che ha difeso con
disinvoltura le “ordinanze beffa” dei sindaci, tutte contestate per la loro
inutilità nell’immediata esigenza di raggiungere la riduzione delle polveri: il
dirigente ha addirittura affermato che è sufficiente che i Sindaci facciano
comunque “qualcosa” – a prescindere dai risultati ottenibili – purché l’atto
sia formalmente sufficiente a dimostrate una volontà di “azione”
amministrativa.
Comitato per la chiusura
dell’inceneritore di Montale
[comunicato]
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[Sabato 11 febbraio 2012 – © Quarrata/news
2011]
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