di Daniela Simionato [*]
«Dove si crea un regime immutabile, la fine è nella premessa» – Il Pci/Pd ha
fatto solo male alla città
PISTOIA. Quando,
tempo fa, organizzai un convegno dal titolo Pistoia, un domani senza futuro,
qualcuno stentò a capire le implicazioni che stavano dietro questa sintetica
espressione.
Purtroppo siamo qui a fare i conti con una
realtà cittadina che chiarisce nella pratica quanto sopra.
È vero, la crisi nella sua globalità
colpisce tutto il Paese, ma a ben guardare, da qualche parte colpisce più duro.
È il caso di Pistoia dove le attività
commerciali ed artigianali, che una volta appresentavano il fiore all’occhiello
della città, sono allo stremo.
Il centro storico non è più meta di
passeggiate e shopping, ma versa in uno stato di calma piatta imbarazzante
anche per me che ci abito.
Il nuovo Sindaco, anch’esso del partito che
ha governato la città da quando l’Italia è repubblicana, sta provando a giocare
la carta dell’urbanistica, cercando di attuare quel “Piano Cervellati”
elaborato una decina di anni fa dall’illustre urbanista bolognese.
Nel contempo l’area ex Breda è un immenso
cantiere dove stanno sorgendo costruzioni in stridente contrasto con la realtà
cittadina.
Interventi, entrambi, in fase di
realizzazione, ormai fuori tempo massimo.
I problemi del traffico, dei parcheggi,
dell’urbanistica commerciale, più in generale della vivibilità della nostra
città, dovevano essere affrontati quando tutti i Comuni attenti e ben
amministrati lo hanno fatto. Venti anni fa.
L’area ex Breda è rimasta immobile nei
decenni come un immenso cimitero degli elefanti a testimoniare l’incapacità
decisionale degli amministratori che si sono succeduti.
I residenti ed i commercianti si ribellano
all’applicazione del Piano Cervellati perché in un clima di depressione
generale si è poco inclini ad accettare misure vessatorie e penalizzanti a
fronte di un nulla di certo.
Riprogettare la città, dare un seguito a
quella che una volta si chiamava “l’immaginazione al potere”, tutto ciò
comporta cambiamenti radicali ed epocali che necessitano di una partecipazione
anche emotiva da parte di tutti.
Ma per tutto questo esiste una tempistica,
un saper cogliere il momento storico, culturale ed economico.
In un’alternanza democratica, i tempi sono
scanditi dai mandati elettorali, dove, chi governa deve dimostrare che cosa
vuole e sa fare per la propria città. Poi saranno gli elettori ad esprimersi.
A Pistoia, a quanto pare, non funziona così.
L’imperativo è sempre stato il non fare,
tanto la continuità del regime era garantita. Da un patto con l’elettorato che
a fronte dell’immutabilità del regime, otteneva assistenzialismo ed un posto al
calduccio per i propri cari.
Ora la festa è finita ed il povero
Bertinelli ha il suo bel daffare per resettare la macchina del tempo venti anni
indietro.
Il tempo è scaduto, irrimediabilmente, e la
morale di questa triste storia è che dove si crea un regime immutabile, la fine
è nella premessa.
[*] – Gruppo Più Toscana, Pistoia
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 gennaio 2013 - © Quarrata/news
2013]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.