di LUIGI SCARDIGLI
Un’associazione spontanea di sole donne
che si prenderanno cura di alleviare scuciture di tessuti e d’anima
PISTOIA. Certe volte può essere sufficiente ravvivare un maglione,
rammendando quello strappetto sul collo che ne inficiava la dignità, prima che
la bellezza, a rendere la vita se non più bella, meno amara. Bene, Emanuela
Baldi, che di rammendi sentimentali
se ne intende parecchio, ha intuito che le relazioni umane possono anche
nascere e svilupparsi attorno a non saper come rattoppare una giacca, tanto che
ieri pomeriggio, come abbiamo annunciato la settimana scorsa, si è svolta, alla
libreria Lo Spazio in via dell’Ospizio
a Pistoia (e dove, altrimenti?), la presentazione ufficiale di Care, un’associazione spontanea di sole
donne che si prenderanno cura di alleviare scuciture di tessuti e d’anima a
tutti quelli che decideranno di non potercela o volercela fare da soli.
Accanto alla ideatrice e coordinatrice di questa davvero
dolcissima iniziativa si sono aggregate, anche se scelte, e animate dallo
stesso sottile entusiasmo, altre cinque volontarie che sono, in ordine
alfabetico, Maria Teresa Alfonso, Simona Allegranti, Chiara Colzi, Paola
Sinibaldi e Linda Tonti, sei tenerissime agguerrite fantasiose rammendatrici
alle quali, già da ieri, si sono volute aggiungere, con pari energia curativa,
Giulia Giovannelli e Doriana Tebaldo, due new entry, ma non ultime, sono
disposto a scommettere, che hanno deciso di mettere a disposizione, più che a
frutto, la propria sapienza sartoriale.
E già ieri, nel giorno del battesimo e inaugurazione dell’iniziativa,
nella cesta posta all’angolo della sala maggiore di questo minuscolo ospizio di aghi spuntati e cuori
infranti c’erano già, ammassati, ma con tanto di etichetta spillata con il nome
e il cognome puntato, i primi capi di abbigliamento per i quali occorrerà, al
più presto, intervenire. Tutti uomini, i clienti di questa opera di bene, ma
non certo pia? Sbagliato. Mentre chiedevo lumi specifici alla incontenibile
Emanulela Baldi, si è presentata, con il suo maglioncino rosso debilitato dall’usura,
dal tempo e dalle lavatrici, Silvia Percussi, pittrice pistoiese così presa
dalla mostra che sta per inaugurare che ha deciso di delegare a mani più
diversamente sapienti delle sue la conservazione del pullover altrimenti non
più indossabile, confidando, nella consegna dell’indumento, più nel calore
delle mani delle destinatarie che nella loro abilità da restauratrici.
Ma non crediate che si tratti di una sartoria ambulante:
dietro la reale necessità di ravvivare pezzi d’abbigliamento destinati a
stracci per la casa, Emanuela e le sue fattive collaboratrici hanno iniziato a
tessere una pericolosissima ragnatela di messaggi più o meno subliminali, che
si materializzerà, puntualmente, ogni mercoledì, fino al 27 marzo prossimo,
giorno nel quale l’associazione Care ha deciso di fare il primo punto della
situazione.
Ho l’impressione che l’iniziativa riscuoterà parecchio
successo e che qualcuno, per non sapere come fare per entrare a far parte della
comitiva dei rammendati con
ragionevoli esigenze, si auto laceri qualche indumento, casomai quelli
indossati meno e con minor velleità, per sentirsi così autorizzato, a pieni
effetti e meriti, ad essere bisognoso e meritevole dello spontaneo e gratuito
soccorso di Care. E poi sì, uno
strappo tira l’altro!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 10 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
Questa iniziativa mi lascia abbastanza perplessa, essendo a mio avviso adatta solo a chi è abituato a pensare alla propria sfera emozionale come a un indumento sdrucito (!), non come a qualcosa di astratto la cui durata naturalisticamente non prescinde da quella del supporto materiale (il corpo) dal quale trae esclusivamente origine (ciò che è "un po' più" di una trama di fili intrecciati tra loro).
RispondiEliminaCredo tuttavia che, in un contesto sociale in cui politici distratti si mettono a sottrarre oggettini al supermercato, un’idea del genere sia destinata a riscuotere molto, molto successo.