di EDOARDO BIANCHINI
Domani
la maggioranza di Palazzo di Giano si riunisce per discutere sulla centrale e
forse per dire di sì a Sua Altezza Reale il Granduca Enrico Rossi
PISTOIA. Domani, mercoledì 9
gennaio, è fissata la riunione della maggioranza di palazzo Giano per una
discussione sulla Repower, le centrale elettrica-cogenerativa che ha ottenuto
dalla Regione Toscana quella famosa ‘legge ad
aziendam’ senza la quale non ci sarebbe stata la fattibilità nel sito
ex-Radicifil di Canapale.
Ancora non
si è capito bene quale siano le ricadute concrete derivanti dallo sviluppo di
un simile progetto.
Il Sindaco
Bertinelli sa perfettamente – e lo ha detto – che in questo caso non ci sono contraddizioni
tra le ragioni del lavoro e quelle della salute, questo solo perché le ragioni
del lavoro non ci sono.
Come già
specificato infatti (vedi) – al netto del
sacrosanto impegno per la difesa di anche cinque posti di lavoro, un impianto
di produzione di elettricità e calore necessita unicamente, da che mondo è
mondo, di neanche una decina di addetti alla manutenzione e controllo del
generatore di vapore e delle apparecchiature elettriche. Ma soprattutto nel
caso dell’impianto di Canapale non esiste ancora un progetto di
reindustrializzazione dell’area che possa giustificare una richiesta di elettricità
e calore così notevole.
Non si
intravede cioè – e purtroppo si direbbe! – all’orizzonte una manifattura che garantisca
nel futuro occupazione e sviluppo economico in attività produttive.
Lo stesso Sindaco
si è limitato a dire che ci saranno misure compensative per l’area circostante,
cifre milionarie, ma si aspetta una maggiore ufficialità.
Infatti da
questo blog era stato detto che due e solo due potevano essere le
giustificazioni. La prima, appunto, quella di entrate milionarie al Comune, sempre
preziose in tempi di tagli e difficoltà a chiudere i bilanci; e la seconda,
quella del capriccio arbitrario del granduca Enrico Rossi d’Asburgo-Lorena,
fautore della legge ad Repowerem.
Questa
seconda ragione era stata compiutamente illustrata da un comunicato degli
Ecologisti e Civici, ma in precedenza anche dal M5S, ed è quella che si basa
sul seguente principio della finanza reale: «È accettabile qualunque disastro economico purché
le perdite siano addossate all’intera comunità e i guadagni rimangano nelle
mani di chi gestisce l’operazione».
Su La
Nazione di giovedì 3 gennaio c’è invece un intervento del capogruppo di Sel
in consiglio comunale, Massimiliano Sforzi, che, coerentemente
con il fondamento ambientalista del partito e con una moderna politica
energetica basata sulla generazione diffusa anziché sulle grandi ma obsolete
centrali, ha posto in luce delle perplessità di metodo e di merito. Manca all’appello
la posizione dell’assessore all’ambiente e all’energia, Ginevra Lombardi, che
potrebbe dire quanto quel progetto sia sostenibile secondo il criterio
direttore della sostenibilità ambientale, economica e sociale. O se invece la carbon footprint di Pistoia vada, in
compagnia delle smart grid e della grid parity delle energia alternative,
sonoramente a farsi benedire.
A questo
punto infine, sarebbe il caso che il Pd, dal momento che si definisce
democratico, spiegasse ai cittadini come stanno le cose. Lo spieghi tramite i
suoi dieci (più quattro incaricati) responsabili di aree tematiche della
segreteria (vedi), lo spieghi tramite i
segretario comunale o tramite il consigliere regionale Gianfranco Venturi, che
evidentemente è fuggito alle isole Cayman – mandi almeno una cartolina – per non rispondere alle
domande che da questo blog gli sono state rivolte (vedi). Che senso ha avere una
struttura così ramificata, con addirittura tre dipendenti stipendiati, se non
si sa dare risposte chiare ai pistoiesi?
Si ripete,
per pignoleria, certo, la grande perplessità altrove evocata. Il quadro
normativo e tariffario della cessione dell’energia elettrica di impianti
cogenerativi – consultare Aeeg, alle voci “scambio sul posto”, “ritiro
dedicato”, certificati bianchi” – non garantisce redditività ad impianti che non
auto-consumano sul posto l’energia termica che producono.
Non è un
dettaglio, è il semplice timore che questa operazione fallisca dal punto di
vista economico, con relativo danno alla comunità che dovrebbe invece
beneficiarne.
In
sostanza da questo blog si chiedono risposte seriamente argomentate e
tecnicamente approfondite.
La buona
politica, la partecipazione e la democrazia si misurano in queste circostanze e
non con i “proclami di Rimini” e la demagogia del fu Pci!
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[Martedì 8
gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
CONIDERAZIONI sull'energia:
RispondiEliminapremesso che, è assurdo continuare a cercare di rsolvere i problemi con le logiche che li hanno generati , oltre ad aver generato dei problemi collaterali molto rilevanti come la perdita generalizzata di salute della popolazione e quindi maggiori costi sanitari per le finanze pubbliche
voglio fare alcuni esempi di modalità adottare per avere una buona quantità di energia diffusa a costo quasi zero sotto tutti i profili
1)-->se oltre 20 anni fa nella Foresta Nera hanno risolto con la modalità di produrre l'energia "dalla gente per la gente a km zero" e se hanno avuto un gran successo orse occorre COPIARE e ADATTARE al nostro territorio questa modalità https://www.youtube.com/watch?v=lQYM41XRO-s&list=PL2458FC97E378A377
2)--> se la politica di un paese che sta in Europa , come ci stiamo noi, riesce a contribuire per mettere in atto azioni di abbassamento del fabbisogno di energia come si può facilmente evincere dal confronto fra Germania, Austria e Italia fatto in questa puntata di Presa Diretta di Riccardo Iacona http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e9c0c5ec-688a-4f53-aefa-97c2b268b4c3.html
anche in questo caso si puo' ADATTARE e COPIARE le logiche che hanno fatto funzionare le SCELTE POLITICHE altrui , a partire dalla politica nazionale per finire a quella locale
ULTERIORE CONSIDERAZIONE se negli statuti comuali fosse previsto lo strumento del REFERENDUM DELIBERATIVO di iniziativa popolare senza quorum sarebbe la popolazione a decidere per questi ed altri fatti limitati che riguardano il terriorio comunale e tutti i cittadini ch vi abitano, ecco che l'esercizio di comitati e associazioni sarebbe bn più interessante , perchè il loro compito sarebbe quello di acculturare la popolazione nel far vedere pregi e difetti di scelte come quelle di costruire un impianto come quello di REPAWER e al contempo di mostrare solusioni già adottare altrove e chiedere consenso per il cambiamento nella direzione di una società dove si fanno le scelte intelligenti con la testa e non con altro...
in ultimo vorrei evidenziare che la produzione energetica nazionale http://www.autorita.energia.it/it/dati/ees1bis.htm
è sostanzialmente sufficiente al fabbisogno interno quindi se la politica ( sia quella a livello nazionale che la politica locale) volessero finalmente ADATTARE e COPIARE ciò che viene fatto con successo in altri paesi, che , fra l'altro, non dispongono delle nostre "fortune climatiche" (apro una parentesi sull mare che ci circonda e che con la forza delle maree sarebbe un'altra delle fonti PULITISSIME che potremmo utilizzare) il nostro bilancio energetico diventerebbe una fonte di guadagno inimmaginabile ... va be ... se si vuole continuare a costruire REPOWER fate voi politici e cittadini ... ma sappiate che vivete nel medioevo oltre a ciò che è ancora più grave: sappiate che vi farete complici delle morti e delle malattie prodotte dall'aggravio inutile di inquinanti emessi da queste centrali, in situazioni già pesantemente contaminate come la piana di FI-PO-PT!...!