REPOWER: «UN PROGETTO CALATO DALL’ALTO E IMPOSTO A FORZA»

di Roberto Bartoli [*]

«Se le istituzioni sono in difficoltà, cerchino di organizzarsi i cittadini con gli strumenti di democrazia diretta del Comune di Pistoia»

PISTOIA. Riguardo alla vicenda Repower vorrei esprimere tre riflessioni.

La prima. Purtroppo ci troviamo di fronte a un progetto sostanzialmente imposto dall’alto, del tutto avulso da necessità reali del territorio, gestito altrove, e destinato a piombare sul capo dei cittadini all’improvviso, quando meno se lo aspettano.

In secondo luogo, torna a porsi la contrapposizione tra lavoro, da un lato, e salute e ambiente, dall’altro, una contrapposizione pericolosa, che non ha senso, in quanto è indiscutibile che questi ultimi interessi non possono che prevale anche sulle esigenze del lavoro, che peraltro sarebbero poco soddisfatte dal progetto che si sta portando avanti.

Ma soprattutto, la questione di fondo è: il territorio di Canapale e dintorni, quale vocazione deve avere: industriale oppure vivaistica?

Questo è il grande nodo. Inutile dire che, per milioni di ragioni, quel territorio non può che avere vocazione vivaistica.

Si dovrebbe allora avere il coraggio di essere contro questo progetto.

Se le istituzioni hanno difficoltà in tal senso, che si sappiano organizzare gli stessi cittadini, magari utilizzando gli strumenti di democrazia diretta di cui si è dotato il Comune di Pistoia nello scorso mandato.

Inoltre, non appartenendo al partito del no, una proposta: perché non convertire le strutture industriali oggi inattive di quelle zone per creare spazi dove magari si possano organizzare fiere espositive per il vivaismo?

Questo progetto sarebbe davvero in grado di conciliare tutti gli interessi!

[*] – Ordinario di Diritto Penale all’Università di Firenze

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[Mercoledì 9 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]