«Siamo concordi con quanto asserito in
questi giorni e in più modalità dal Comitato dell’Area ex Pallavicini e insieme
a loro faremo quanto possibile e anche di più perché questa idea venga
ripensata»
PISTOIA. Sul centro raccolta rifiuti di Panorama, scenda in
piazza anche il Comitato cittadino di Pontenuovo con una lunga analisi della
proposta.
Ecco il documento che ci è stato
inviato:
Siccome la raccolta differenziata porta
a porta va fatta, e per farla c’è la necessità di realizzare questi centri
raccolta, bisogna trovare il modo per rendere questi centri non inquinanti (e
su questo ci sentiamo di dire che scoli e puzze possono essere probabilmente
eliminati con il sistema presentato da Publiambiente), Comunque dubbi rimangono
visto come sono trattati gli attuali cassonetti.
Paesaggisticamente accettabili (e su
questo si può lavorare con il progetto: tettoie in legno, siepi, alberature
...) ma soprattutto funzionali (e qui entra in gioco la loro dislocazione).
Si è capito che il problema più grosso
è quello legato al traffico indotto da questi centri; quello dei mezzi di
Publiambiente e delle società che scaricano e caricano i rifiuti e quello dei
cittadini che vanno a conferire. Qui dovrebbero conferire anche rifiuti
ingombranti e pericolosi.
Il traffico ha 3 motivi di “inquinamento”:
quello delle emissioni gassoso/polverose, quello delle emissioni acustiche,
quello dell’incremento dei flussi (e quindi del “traffico”) sulle viabilità
circostanti.
L’apertura prossima del nuovo Centro
Direzionale con asilo, centro espositivo ed altro di certo contribuirà ad
aumentare il traffico esistente. Il Sindaco sa quanto ci siamo battuti e ci
batteremo per questo; soprattutto perché fino ad oggi poco o niente è stato
fatto.
LA VARIANTE CANCELLATA DAL RU ORA
SAREBBE NECESSARIA PIÙ CHE MAI E TORNIAMO A SOSTENERLO CON FORZA
Dovendo servire un comune di 100mila
abitanti (con tante frazioni poste anche sulle colline o nelle valli
immediatamente a ridosso della città) potrebbe funzionare l’idea di dislocare
questi centri in più punti, territorialmente distribuiti, con una logica che
non sia solo quella delle proprietà comunali (che ci porta a valutare Santomoro
e a prendere i fischi dei cittadini) ma più simile a quella del posizionamento
dei parcheggi scambiatori.
Cioè del tipo: uno a nord est (il
nostro – che possa servire agevolmente anche chi sta a Pontenuovo o a Candeglia
o a Santomato o a ...), uno a nord ovest (a servizio di Valbibrana o della
modenese o ....), uno a sud est, uno a sud ovest; o comunque in modo che si
frazioni in maniera funzionale il territorio. Ovviamente nell’immediato non si
raggiunge un’economia di scala; realizzare ad esempio 4 centri piccoli costa
più che farne 1 grande.
Però il traffico dei cittadini sarebbe
distribuito in maniera più equa (chi sta sul viale Adua non deve attraversare
la città per andare a scaricare a Panorama e se uno scende da Castel di
Cireglio per andare a lavoro forse è più incentivato ad utilizzare il sistema
di raccolta) e meno gravante sul traffico delle viabilità circostanti essendo
numericamente frazionato;
più equo sarebbe anche il carico “ambientale”
sui cittadini: poco ciascuno non fa male a nessuno.
Inoltre, probabilmente sarebbe più
facile reperire aree di minor dimensione (eventualmente anche con piccoli
espropri o sottraendo una parte di parcheggi pubblici esistenti o di previsione
– come si vuol fare a Panorama o all’Annona) e mascherarle paesaggisticamente.
In caso di malfunzionamenti del
servizio (che alle volte possono capitare – vedi Napoli e poi muori) invece di
un accumulo di rifiuti che diventa una bomba ecologica avremmo 4 o più “bombette”
meno distruttive e più facilmente disinnescabili.
È evidente che tutto questo comporta
maggiori oneri immediati per Publiambiente (e quindi per i cittadini in
bolletta) ma ha il vantaggio di distribuire gli svantaggi su tanti e non solo
su alcuni.
PRECISAZIONI
L’ipotesi iniziale non prevedeva la
realizzazione del nuovo cantiere operativo di Publiambiente ma solo del centro
raccolta; la proposta è arrivata dopo.
Certo c’è un risparmio economico nell’accorpare
le 2 funzioni ma non è scritto da nessuna parte che queste debbano stare
insieme. Crediamo proprio che il problema sia il Cantiere e non il centro
raccolta; 60 automezzi e più che entrano ed escono di continuo, che stazionano
la mattina presto per riscaldare i motori, che devono essere lavati
quotidianamente (e l’acqua sporca va trattata), che devono essere riparati in
officina (e gli oli minerali sono pericolosi) oltre agli uffici (90-100 addetti
che vengono al lavoro, parcheggiano, ripartono), un edificio di 12 metri (3
piani, ma con il piano terra alto per l’officina, davanti ad una delle poche
visuali ancora libere (e belle) delle colline cittadine di S. Rocco e S.
Quirico, tettoie per il ricovero dei 60 mezzi: questo è il vero elemento che
impatta sul territorio.
È proprio necessario che sia realizzato
lì ed ex-novo con abbondante consumo di suolo vergine? L’ettaro di cui si parla
in realtà in massima parte serve al cantiere e non al centro raccolta cui
sarebbero sufficienti 1500-2000 mq. Non è che, come qualcuno ha detto,
Publiambiente ha bisogno di investire in immobili per capitalizzare e acquisire
forza all’interno di compagini ben più grosse che gestiscono il mondo e il
business dei rifiuti in tutta Italia? E poi perché svalutare un’area appena
sistemata dove si inizia a vivere in modo dignitoso e compatibile con quanto c’è
intorno?
Non si possono ristrutturare e meglio
utilizzare i capannoni e gli edifici di S. Agostino? Lo scambiatore di merci è
solo un pretesto perché ci sono poche merci da scambiare e questo può essere
fatto c/o la stazione ferroviaria che dovrà essere “ribaltata” a sud con
viabilità ottima. Publiacqua con 18 addetti, di cui 13 operativi con mezzo a
casa, presto verrà accentrata a Prato; soluzione alternativa è affittare loro
uno dei tanti capannoni vuoti in S. Agostino.
Per il resto c’è posto sia per la
Protezione Civile, la Croce Rossa e il cantiere comunale.
Se invece venissero dismessi chi li
risistema? Chi lo bonifica l’amianto che c’è sui tetti? Di certo il Comune non
ha la forza economica per tali operazioni. Li cederebbe a privati per altri
investimenti? (Oggi? Con decine di capannoni sfitti e in condizioni certamente migliori?
Chi li piglia?) E allora perché i soldi (pubblici) che Publiambiente vuol
spendere per costruirsi un nuovo immobile non li utilizziamo per rivalutare il
patrimonio pubblico anziché svenderlo?
Oltre a quanto sopradetto siamo
concordi con quanto asserito in questi giorni e in più modalità dal Comitato
dell’Area ex Pallavicini e insieme a loro faremo quanto possibile e anche di
più perché venga ripensata questa idea del Centro Operativo vicino a Panorama.
La soluzione c’è e va resa attuabile perché
non si governa contro i cittadini ma per i cittadini e con il loro
consenso.
Prima di congedarci vorremmo fare una
riflessione e porre un interrogativo: se la raccolta differenziata negli anni
non ha decollato è colpa in egual misura di Publiambiente, del Comune e dei cittadini.
1. Publiambiente non ha mai
sensibilizzato i cittadini su questo
2. il Comune non ha mai controllato né
sanzionato nessuno e inoltre non ha mai messo in atto iniziative per ridurre i
rifiuti all’origine
3. i cittadini (causa anche le
giustificazioni di cui ai punti 1 e 2) non hanno fatto la raccolta
differenziata come previsto.
L’interrogativo: il Dano, così come il
vecchio ospedale del Ceppo e le Ville Sbertoli, diverranno tre ecomostri
decadenti in città?
Certi che l’Amministrazione Comunale
farà l’interesse dei cittadini porgiamo i nostri saluti.
Comitato Cittadino di Pontenuovo
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 10 novembre 2013 | 16:47 - © Quarrata/news]
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