di LORENZO CRISTOFANI
I
risultati ottenuti, Anne Le Strat, della società ‘Eau de Paris’, a confronto
con le menzogne toscane di Rossi, Renzi e D’Angelis
PISTOIA. Due anni di acqua
pubblica a Parigi: risparmiati 70 milioni e bollette più basse (vedi):
questo articolo, eventualmente utile per gli elettori toscani che hanno ancora
da sciogliere molte riserve sul voto delle elezioni del prossimo febbraio, mette
a confronto un presidente (donna) oggettivamente encomiabile per merito e
risultati ottenuti, Anne Le Strat, della società Eau de Paris, con due presidenti di tutt’altra tendenza: Enrico
Rossi (d’Asburgo-Lorena) della Regione Toscana ed Erasmo D’Angelis della
società per azioni Publiacqua S.p.A.
Mentre
infatti a Parigi, eloquente il video iniziale, è passata ad una gestione
totalmente pubblica del ciclo dell’acqua (captazione, rete idrica, fogne,
depuratori…) con ottimi risultati economici ed ambientali, i due signori
toscani del Pd continuano a ignorare il voto di 27 milioni di italiani che nel giugno
2011 si sono espressi in maniera inequivocabile e netta sulla gestione della
risorsa idrica.
Si
è pronunciata anche la Corte Costituzionale, ma le istituzioni democratiche toscane
sputano in faccia, almeno fino a prova contraria, anche sulle sentenze di
questo autorevole e prestigioso organo altre volte invece prontamente rispettato.
L’aggravante
è poi che il Pd ha addirittura cavalcato la campagna pre-referendaria per l’acqua
bene comune e adesso non fa niente per dare esito al risultato referendario.
Ulteriormente
inaccettabile, a mio avviso, l’atteggiamento del presidente Rossi, che riempie
tutti i giorni la sua pagina facebook di slogan sulla politica nazionale, con
petizioni di principio – su democrazia,
sostenibilità, nuovi modelli di sviluppo – condivisibilissime quanto smentite poi nel suo
mandato da amministratore.
Purtroppo,
infine, dalle nostre parti sono stati molti i fan di Matteo Renzi.
Dico
purtroppo non solo perché, come giustamente ricordava Giampaolo Pagliai a Pistoia di Renzi ne abbiamo avuti anche
troppi (Renzo Berti, Renzo dell’Anno, Renzo Bardelli), ma soprattutto per
il fatto che il presidente di Publiacqua viene espresso proprio dal sindaco di
Firenze, che di fatto si rivela, sui contenuti qualificanti che veramente fanno
la differenza, altrettanto vecchio e da rottamare come i dinosauri della Prima
Repubblica.
Renzi,
al pari di Rossi e di D’Angelis, ha sempre osteggiato, e sicuramente nemmeno
compreso, la serietà della proposta del Forum Nazionale dell’Acqua, né il
dovere che avrebbe come rappresentante dei cittadini.
L’auspicio
è quindi che il Comune di Pistoia, che mostra segnali di novità in merito, non
si faccia influenzare dal persistere dell’atteggiamento anticostituzionale e
antidemocratico di questi venditori di fumo prima citati che non fanno niente
per adeguare al mutato contesto istituzionale Publiacqua, che, è il caso di
dirlo, su molti aspetti, investimenti e gestione ordinaria, scusate il gioco di
parole, ha proprio fatto acqua da tutte le parti. Su acqua bene comune è
comunque consigliato anche questo articolo vedi.
Si
spera in fin della fiera che i toscani, quando voteranno a febbraio, ricordino
quanto siano stati presi per il naso dal Partito sedicente Democratico, ma che
di democratico ha davvero ben poco. Si
scrive acqua si legge democrazia, ripeteva anche il Pd … e abbiamo visto i
risultati.
Emblematica,
ancora una volta e per concludere, la vicenda del presidente della Comunità
Montana della Valsusa, esponente del Pd e sostenitore del movimento No Tav,
cui guarda caso è stata impedita la candidatura alla primarie per il
parlamento. Davvero un’ulteriore e pregevole testimonianza di cultura
democratica e pluralista!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 14 gennaio 2013 | 08:58 - © Quarrata/news]
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