di LORENZO CRISTOFANI
PISTOIA. Un passaggio “storico”
e una “storica” iniziativa lo scorso mese, con la restituzione di due piazze ai
cittadini pistoiesi, rimasti forse in sordina.
Il primo riferimento
è alla liberazione dalle auto di piazza della Sapienza, piazzetta delle Scuole
Normali e piazza San Bartolomeo. Un atto che permetterà un globale ripensamento
dell’uso dei luoghi storici, con la valorizzazione della residenza e dell’offerta
turistica, visto anche che le potenzialità artistiche di Pistoia non sono inferiori
a nessuna delle altre mete ritenute città
d’arte, con la A maiuscola.
Lo aveva
riscontrato anche Antonio Paolucci, allora soprintendente delle belle arti
toscane, e gli operatori economici dovranno tenere in considerazione questa
rendita su cui potrà vivere parte dell’economia cittadina. Spiace solo che a
non cogliere questo atto di urban new
deal siano stati solo La Nazione, tramite le parole di Luca Cecconi
e Il Giullare, per bocca di Andrea Spadoni.
Infatti entrambi
gli organi di informazione sono legati – leggete cosa scrivono – ad una visione della
mobilità antitetica alle tendenze europee delle smart city , dove invece si scoraggia la circolazione delle auto ma
si favorisce a tutti un accesso semplice e rapido nei centri (car free).
Come è il
caso di Pistoia, dove in cinque minuti ci si sposta, e come del resto è dimostrato
essere strategia vincente in tutte le medie e grandi città al di là degli
Appennini. Si invita inoltre amichevolmente Andrea Spadoni del Giullare
(absit iniuria verbis, ma … nomina sunt consequentia rerum) a
informarsi meglio sulle “bellezze artistiche e architettoniche” del capoluogo
della nostra provincia, facendo comunque presente che una città di antico
regime non è certo comparabile con un agglomerato sorto nel Novecento attorno
alle terme.
Aspetto connesso
a tutto ciò è la sosta per i residenti. Certo, in attesa che siano attivi i
grandi collettori di auto alla Breda e nell’area del Ceppo – che risolveranno la
questione dell’attestazione ai margini di piazza del Duomo – si potrà riscontrare
che la tempistica della pedonalizzazione non è forse armonizzata con le
infrastrutture necessarie a supportarla: ma anche questo, nella realtà concreta,
ci pare di vedere che sia un problema sovrastimato, o comunque di breve durata.
L’elemento essenziale infatti, vale la pena ribadirlo, è quello culturale, il
tentativo cioè – sottolineato finalmente
anche di recente da politici locali (vedi) – di far risorgere un
senso di comunità e uno stile di vita compatibile col contesto dei luoghi. Una
vita autenticamente vissuta e qualificata, che non costringa, ad esempio, i
giovani pistoiesi a fuggire in estate a Viareggio e nelle mezze stagioni nei
non luoghi dei superstores della piana, ma infonda in loro la cura per
le loro pietre e l’orgoglio di essere
radicati nel tessuto urbano.
Il secondo
riferimento è alla sperimentazione di piazza dello Spirito Santo pedonalizzata,
iniziativa inserita in quel week end (vedi) di promozione e riflessione sul senso delle piazze.
Un fine settimana, quello, sicuramente di partenza e da ripetere, con una
partecipazione non altissima, complice forse la neve, a cui neanche i politici,
ad eccezione dei ragazzi del Movimento 5 Stelle, interessati e presenti,
sembrava avessero dato troppa importanza.
Ma i tempi
di reazione e assimilazione di Pistoia sono lenti, si sa: il primo pensiero
rimane come e dove verranno trovati gli ottanta posti auto per i residenti
tolti dall’antica piazza Giordano Bruno. Poi verrà l’interesse per la piazza,
che ospita il monumento a Niccolò Forteguerri – il primo monumento pubblico che
ha avuto la città, nel 1862, così tardi! – e gli illustri edifici in cui hanno operato il
Bernini e il Borromini o da cui è uscito il principale tibetologo del mondo,
padre Ippolito Desideri.
Si
potrebbe discorrere a lungo sul significato ideologico e politico di questo
luogo, ma, con buona pace di chi dovrà lasciare la macchina a 200 metri da casa
– questione di abitudine, suvvia – un’ottima scelta per i pistoiesi, singoli e
associazioni, può senz’altro essere quella di dare indicazioni al Comune (qui) su come organizzare e
utilizzare questa piazza che in futuro verrà pedonalizzata. Qualsiasi proposta,
dai mercatini della filiera corta all’antiquariato di una volta. Anche la
Società Pistoiese di Storia Patria, con le sue competenze e mezzi, potrebbe e
dovrebbe contribuire in questa riprogettazione di alto respiro storico e
sociale. Evitare quindi fantomatici gruppi di studio sulle mura, visto anche
che nello scorso decennio la cinta medicea è stata, nell’imbarazzante silenzio
[*] e immobilismo della società fondata dai Chiappelli e dallo Zdekauer, irreversibilmente
disonorata e compromessa – si vedano le immagini qui.
Si
uniscano, pertanto, tutti i pistoiesi e colgano con orgoglio e intraprendenza
questa possibilità di elaborare un progetto per la loro casa comune.
[*] – Non è una frase
offensiva, qualora qualcuno avesse da ridire, è l’amara e oggettiva
constatazione dei fatti. L’unica presa di posizione della Società Pistoiese di
Storia Patria è stata contro l’intonacatura della cella campanaria e della
facciata di San Domenico: quando ci sono stati i veri scempi contro il
patrimonio monumentale nessuno di lorsignori ha rispettato lo statuto
della società tentando di difendere gli edifici storici. Questo blog ha inoltre
cercato di contattare la Società Pistoiese di Storia Patria almeno da otto
mesi, per chiarimenti e opinioni, senza mai avere una risposta in merito alle
varie perplessità palesate.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì
8 gennaio 2013 - © Quarrata/news 2013]
Caro Lorenzo, Piazza dello Spirito Santo te l'ho risolta io. Ti invito il 24 Gennaio ore 16.30 in Biblioteca Forteguerriana.
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