SAN MARCELLO-MONTAGNA. Siamo al conto alla rovescia.
Solo poche ore e poi la Montagna, con
la sua gente, si troverà faccia a faccia con Roberto Abati, il direttore
generale dell’Asl 3; con i Sindaci dei Comuni montani (e vedremo chi ha il coraggio
di mancare) e probabilmente anche con qualche realista più realista del
re che vorrà difendere a oltranza, a spada tratta, a occhi bendati, la bontà
assoluta delle decisioni dei vertici della Sanità pistoiese.
Ognuno porterà avanti le proprie
ragioni, perché ognuno ha diritto di portarle avanti: ma da qui a sostenere che
la popolazione deve comunque capire e approvare le scelte fatte, di strada ne
passa assai e se una parola ha da essere detta, questa parola spetta – per democrazia
– a quel popolo in nome del quale anche la giustizia si dice(impropriamente)
che sia amministrata.
E in quest’ottica non c’è dubbio che i
Sindaci, espressione democratica delle varie realtà locali e municipali, non
possono (e proprio perché non devono) stare da nessun’altra parte che da quella
dei loro concittadini.
Concittadini che non sono solo quegli
elettori che vestono dello stesso colore del Sindaco, ma che sono di tutti i
colori, dal momento che quando il Sindaco s’infila la fascia tricolore, non se
la infila rossa, nera, verde, gialla, bianca, ma – appunto – tricolore: a
ricordare a tutti che è Sindaco di tutti e non – come forse troppo spesso
accade – solo il rappresentante parziale di una parte ben connotata.
Al Sindaco si richiede, per questo, più
spirito di sacrificio che non agli altri. Dal Sindaco si richiede, per questo,
più spirito di martirio che agli altri: finanche quello estremo di cadere in
prima persona a difesa dei valori e delle tradizioni locali.
Questo non sembra proprio che sia
accaduto in Montagna – se almeno non c’è sfuggito qualche passaggio.
Se poi la battaglia sarà persa, nessuno
– né amici né avversari – potrà recriminare: ma se il capofila non si è
impegnato a dovere, se non ha convinto, chi lo salverà dalla giustificata
critica di non aver fatto il possibile e l’impossibile perfino pagando di
persona? Provate a immaginare persone come Mario Olla. provate a ispirarvi a
lui, pur nei suoi limiti umani.
Auguri, Montagna, anche se la lotta
appare ed è – al punto in cui siamo – disperata e sostanzialmente
impossibile!
Ma chi deve, rifletta, mediti e pensi
che la volta precedente tutti furono compatti, tutti lottarono, tutti urlarono:
e nessun cartello venne messo sotto inchiesta, nessun verbale dei Vigili fu
scritto per ostentare il massimo disinfettato rispetto della legalità. Anche
perché è vero il detto latino summum ius summa iniuria, il massimo della
legalità può pure essere il massimo dell’offesa.
All’uomo, s’intende. Un uomo che, in
Montagna, ha giù dato davvero tanto del suo per il bene comune.
Q/n
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[Domenica 7 aprile 2013 | 17:21 - © Quarrata/news]
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