PISTOIA. La notizia ce la dà Il Tirreno stamattina, 22 maggio.
Entro pochi giorni i più o meno 150 soci ‘regolari’ dell’Aias, sezione di Pistoia, saranno chiamati a partecipare a una assemblea durante la quale – contrariamente a quanto è successo con lo scismatico Bardelli – lo statuto pistoiese sarà adeguato a quello nazionale e non viceversa, com’era avvenuto per volontà di Luigi Egidio e dei suoi attivissimi sindaci revisori, che si erano surrogati a qualsiasi autorità deputata nel convocare l’assemblea straordinaria del 16 aprile, durante la quale – come si è sentito dire – la verifica dei ‘votanti’ (e virgolettiamo il termine, dato che diversi non potevano esserlo, Bardelli compreso, causa la loro espulsione mai revocata da Roma) non sarebbero neppure stati identificati da un notaio, ma lo sarebbero stati da altro ‘socio’, anch’esso virgolettato perché espulso. Insomma: una ordinazione di sacerdoti da parte di vescovi scomunicati, per restare in metafora.
Intanto Il Tirreno ci parla – un po’ tardivamente in verità, dato che la notizia è nostra e risale al 20 maggio scorso: e in cronaca due giorni di ritardo sono davvero tanti – della seconda diffida Bagnale.
Realista più del re, Il Tirreno formula i suoi pensieri e le sue riflessioni in linea con le predilezioni, le scelte e le affinità elettive del sindaco Berti.
Lo si capisce dal tono e dalle espressioni usate nel corpo della notizia, che non possiamo riportare per intero perché il quotidiano, in nome della libertà di stampa e dell’informazione, chiude il pezzo con la formuletta «© riproduzione riservata».
Ma intanto, parlando di Bagnale, mentre scrive «Diffida in cui ricorda la – a suo dire – illegittimità dell’assemblea straordinaria», proprio grazie a quell’inciso («– a suo dire –») Il Tirreno fa intendere di stare dalla parte apparentemente più forte, vale a dire quella di Berti & Bardelli, sin qui, per quanto non ancora vittoriosa, appoggiata, come sembra, anche dal governatore della Toscana Enrico Rossi.
E questo è pur comprensibile, sotto un certo profilo, se è vero che il primo amore non si scorda mai e che, comunque, il quotidiano livornese ha radici antiche anche nell’ufficio stampa del comune di Pistoia.
D’altronde non può che essere difficile anche per Berti – a quanto si sente dire – mantenere un certo distacco e una certa equidistanza dalla fin troppo apertamente preferita primogenitura di Luigi Egidio Bardelli, dal momento che il buon Renzo – che non ama rispondere alle domande imbarazzanti, specie se nostre e massimamente se impertinenti come le nostre – ha, proprio all’interno della sua giunta, l’avvocato lavorista dell’Aias-bardelliana, il professor Alberto Niccolai, che potrebbe pur sempre verosimilmente suggerire al primo cittadino di Pistoia (tendenzialmente disposto alle innovazioni fino al punto di silurare Torselli nella società della salute…) di battere la strada del rinnovamento (come ha sostenuto il sindaco di Agliana Ciampolini) anche in questo settore dell’assistenza, schierandosi per quell’homo novus che Bardelli è ormai da quaranta anni di storia pistoiese…
E se Bardelli homo novus lo è da quarant’anni, beh, deve pur essere vero.
Pensateci bene. E buona domenica, Pistoia progressista!
Q/n
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[Domenica 22 maggio 2011]
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