giovedì 19 maggio 2011

TVL E LE SUE «ETEREE FREQUENZE». RENDIAMO GRAZIE A BARDELLI, NOSTRO PATRON



PISTOIA. Vi avevamo detto che ci saremmo ritornati sopra. E lo facciamo. Ogni promessa è debito. Tanto più che la cosa ci viene – come dire? – sollecitata dalle notizie di queste ultime settimane su un certo particolare feeling tra Luigi Egidio Bardelli e (almeno alcuni) amministratori pubblici di questa plaga della Toscana. Anche in vista del passaggio al digitale terrestre – su cui ha parlato Il Tirreno il 13 maggio scorso.

Dunque, vediamo di riprendere il filo da lontano.
Nel febbraio del 2008, l’Egidio scatena uno dei suoi ormai ricorrenti pandemoni mediatici contro chi aveva osato criticarlo e chiedergli conto del suo comportamento.
Quella volta non erano in questione le discusse performances come presidente dell’Aias.
Quella volta si discuteva – Egidio era discusso – per quattrini usciti da Tvl, la società per azioni presieduta (e per la gran parte posseduta) dallo stesso Bardelli.
Come si vede dalla lettera che siamo in grado di pubblicare, alcuni soci di minoranza di Tvl – soci però di un qualche “peso”: Assindustria e Collegio Costruttori Edili, vale a dire, rispettivamente, Giuseppe Oriana e Andrea Gualtierotti – avevano posto in modo piuttosto formale al patron di “Pistoia Libera” due questioni secche secche:

  1. com’è che tu, Egidio, vendi le frequenze che illuminano Firenze (quindi il gioiello della famiglia Tvl) non solo un po’ troppo alla zitta, ma anche ad un prezzo che non risulta affatto congruo?
  2. com’è che ancora tu, Egidio, decidi di mettere tanti, ma tanti soldi di Tvl in una società controllata, la Tuscany Sat S.r.l., che sai benissimo – visto che ne sei tu al timone… – essere in stato prefallimentare?
Come dire: dei soldi solo tuoi, fanne pure quello che ti pare; ma dei soldi che, sia pure in piccola misura, sono anche dei tuoi soci, almeno qualche spiegazione dàlla…
Com’era logico aspettarsi, apriti cielo e scomuniche a volontà!
Il più fortunato dei destinatari si è beccato dell’incompetente: come si può criticare, per di più per scritto, il grande manovratore, colui che tutto compie solo in puro spirito di servizio per la sua amata città?
Per rendervi conto voi stessi, riguardate la pagina della Nazione del 10 febbraio 2008 che abbiamo ripescato: titolo ad effetto con immancabile cenno alle altrettanto immancabili querele bardelliane. È un déjà vu.
Ma la sollecitazione che ci stimola a scrivere, rileggendo quella vecchia pagina di cronaca, sapete qual è?
È proprio la vicenda della vendita delle frequenze fiorentine, di cui pure possiamo pubblicare il contratto. Cedute per 500 mila euro, nel giugno 2005, ad una società dell’imprenditore napoletano Costantino Federico, noto come padrone di Rete Capri.
In effetti, dalle riviste di settore ci confermano che quel prezzo sembrerebbe essere di tutto favore.
Ma l’aspetto che più ci incuriosisce non è questo.
Leggiamo attentamente il predicozzo bardelliano a riguardo: “la vendita delle frequenze del Monte Morello (il canale 25 di Tvl su Firenze, n.d.r.) non è stata solo un grande affare, ma un autentico capolavoro di puro profitto”.
Caspita! Sentiamo come: “incredibilmente avevamo scoperto uno spicchio del canale 23 vuoto, da occupare gratuitamente, come accadeva negli anni ’70… Incassati i necessari via libera del Ministero delle telecomunicazioni e del Comune di Firenze, il nostro segnale ha potuto di nuovo coprire la zona fiorentina dismessa con la vendita: il tutto, ovviamente, a un costo pari a zero”.
Come? Abbiamo capito bene?
Il Bardelli vende le frequenze su Firenze a un Tizio. Incassa 500.000 euro (e passi che la somma non convince), ma subito dopo ottiene dalle pubbliche amministrazioni – a costo zero – di poter continuare a trasmettere come prima su Firenze.
Perbacco, nel 2005, dopo circa trent’anni di guerra selvaggia nell’etere televisivo, c’era ancora uno spicchio di frequenze televisive del tutto libere per irradiare Firenze! E nessuno se ne era accorto. Solo il Bardelli, evidentemente troppo più furbo e lesto degli altri concorrenti. Non solo, ma Ministero e Comune gli danno anche l’immancabile mano, a concludere non solo un grande affare, ma “un autentico capolavoro di puro profitto”.
Sentite cosa dice Giuseppe Matulli, all’epoca vicesindaco a Palazzo Vecchio: “contribuire a far sì che Tvl ottenesse il diritto a usufruire delle frequenze del canale 23 è stato un atto importante perché l’emittente svolge una funzione di tipo sociale non solo sul territorio pistoiese ma anche su quello fiorentino”.
Abbiamo capito bene?
Il Comune di Firenze si vanta di aver consentito al Bardelli di riottenere a gratis, con l’aiuto della pubblica amministrazione, quello che lo stesso Bardelli ha appena venduto a 500.000 euro, con “un autentico capolavoro di puro profitto”?

Un altro miracolo, allora…
Q/n









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[Giovedì 19 maggio 2011]

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