Luigi Egidio Bardelli e la sua cordata
favoriti dalla Regione ToscanaPISTOIA. Per i più sarà incredibile – e lo è, lo confessiamo, anche per noi.
Ma questa è l’Italia, queste sono la democrazia e la legalità che stiamo vivendo oggi in una regione che si vanta di essere stata la prima, sotto il granduca, ad avere abolito (ma poi fu subito rimessa) la pena di morte.
Diamo la notizia per primi: prima dei giornali locali, che la apprenderanno da noi. E la diamo non senza una qualche apprensione per il clima in cui noi, poveri e umili cittadini, dobbiamo vivere e respirare.
Sì, perché in un sublime macello, in un vero e proprio bordello, fatto di dichiarazioni unilaterali, di contenziosi in corso molto di là da essere decisi nelle aule dei tribunali, di minacce e di diffide, di atti di forza e di bracci di ferro, ecco, bel bello, il dottor Marco Menchini della Regione Toscana che – senza tener conto dei rischi a cui sta esponendo la pubblica amministrazione, e pur essendo avvisato dello scontro in corso – decide, come fosse la cosa più pacifica di questo mondo, che Luigi Egidio Bardelli è l’erede di se stesso, anche se un semplice normodotato potrebbe arrivare a capire che in tutta la vicenda c’è qualcosa che non quadra e che non convince.
Ora Bardelli uscirà per le strade e le piazze di tutta Europa, decreterà 30 giorni di festa nazionale, ci bombarderà dalla sua personale Tvl, farà dire messe e vespri per ringraziare il Signore e lo potrà fare a ragione veduta e a buon diritto, dato che, stando le cose come stavano, è riuscito a dimostrare che i miracoli esistono: e molto più grandi di quelli di Lourdes o di Padre Pio.
Lo faccia, perché ne ha ragione. Anche se – con il contenzioso in corso – questo decreto regionale finirà senz’altro sùbito sul tavolo del Pm Gianni Tei e della Corte dei Conti.
Q/n
Bella Italia, amate sponde…
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[Lunedì 30 maggio 2011 – 13:33]
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