Lettera a un Direttore Generale alla svolta
Caro Alessandro,
così, di passo in passo, seguendo la tecnica dello scarica-barile, siamo tornati al punto di origine: e quanto era partito da Pistoia e Montecatini con le dichiarazioni di primogenitura patrocinate da Bellandi e da Berti, quanto era transitato per le auguste stanze della Regione Toscana, è finito per ripiovere sulla Sua scrivania di direttore generale dell’Asl 3.
Ora la patata bollente – come si dice – tocca tutta a Lei, solo a Lei e a nessun’altri che a Lei.
E per la verità, stringi stringi, in qualche modo dovrà compiere quell’ultimo atto, quell’ultimo gesto destinato a chiudere un tormentatissimo cerchio, dato che tutti hanno fatto la loro parte e che, ora, resta fuori solo Lei.
È bello essere manager, credo – ma solo finché tutto va bene.
Poi, quando gli eventi stringono e le decisioni s’hanno da prendere, ecco che gli abiti iniziano ad andare stretti e che la situazione comincia a somigliare a quella proverbiale coperta che… la tiri da una parte e ti scopre dall’altra.
Cosa farà dopo il decreto dell’illustre dottor Menchini? Deciderà di firmare la convenzione con Bardelli senza neppure un’extrasistole o una fibrillazione, oppure la Sua mano avrà almeno un sussulto, un’incertezza, un istante di problematica esitazione?
A volte è bello non essere nessuno. È liberatorio potersi permettere di fare come il cinico Diogene che, dinanzi ad Alessandro Magno che gli chiedeva, a Corinto, cosa poteva fare per lui, alzando appena la testa dalla stuoia, sulla quale era disteso, rispose al giovane re macedone: «Scòstati da lì, perché mi stai parando il sole».
Con il mio carattere forse un po’ cinico alla Diogene, mi sono chiesto, caro Alessandro, cosa potrei fare io dinanzi al tiro che i signori degli anelli Le hanno giocato.
E mi sono dato – me lo consenta – anche una possibile soluzione.
Chiederei, a Rossi e a Menchini, che mi dessero per iscritto l’ordine di firmare la convenzione. Così, per massima sicurezza, ma secondo una ben precisa norma del nostro dimenticato ordinamento.
E davvero, Alessandro, qui si parrebbe la lor nobilitate – tanto per citare il padre Dante…
e.b. blogger
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[Lunedì 30 maggio 2011]
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