venerdì 22 novembre 2013

‘BE NORMAL!’, INTUIZIONI SADICHE E GENIALI


di LUIGI SCARDIGLI

 Scrosci di applausi per Sara Bonaventura e Claudio al Bolognini

PISTOIA. Sono fisicamente molto preparati quelli del Teatro Sotterraneo, altrimenti, lo spettacolo Be Normal!, oltre che non suscitare l’effetto adrenalinico ricercato e prodotto, sarebbe durato mezz’ora in più, svilendo la sua fortuna, l’effetto televisivo. Non è un paradosso e ci auguriamo che il giudizio, Sara Bonaventura e Claudio Cirri, i due infaticati mattatori, lo prendano per quel che vorremmo che fosse, un complimento.

Be Normal!, in realtà, ma anche solo superficialmente, non vuol dire assolutamente nulla, ma non perché il prodotto teatrale, in prima regionale, ieri sera al Bolognini di Pistoia, sia scadente: scadente e ahinoi scaduto è ormai il fattore umano e i due giovani attori, che da oltre un anno sono artisticamente residenti presso al Foresteria del teatro Manzoni, è attorno al totale svilimento umano che lavorano con abnegazione, professionalità e sacrificio.
Requisiti che Sara e Claudio, come tutti gli altri del Daimon Project, evidenziano sistematicamente: la scelta rigorosa e particolarmente ricercata delle scenografie semoventi e trasportabili; la sincronia scenica, emotiva, fisica con i supporti elettronici; la velocità con la quale si immergono in personaggi epocali e generazionali e quella con la quale riemergono per tuffarsi nuovamente in un’altra sit; la velocità radiofonica con cui ridono di atrocità e fingono di temere vendette, l’intonazione timbrica con la quale affrontano, a cappella, Mad world, di Gary Jules e Perfect day, omaggio allo scomparso Lou Reed, motivo con il quale, in un’eclissi solare, generano il buio e chiudono la rappresentazione.
Avevano ancora il fiatone, entrambi, dopo essere rientrati dietro le quinte per la sesta volta, al termine dello spettacolo; ma non perché il pubblico, che ha gremito il teatro, li abbia voluti applaudire con convinzione e incoraggiamento: erano sfiniti da i continui andirivieni, ludici, ma professionali escamotages con i quali hanno tenuto in tiro l’arco della scena, fingendo di interagire con il pubblico, con una parte di questo già felicemente condizionato dalla precedente esperienza, Dies irae, andato in scena nella passata stagione sempre al Bolognini.
Senza omettere di sottolineare la genialità delle loro intuizioni: sadiche e sarcastiche gag che si muovono con divertente velocità, con una virtuale incombenza da spot che sembra ricordar loro che dopo pochi minuti la parola passerà alla regìa, per qualche consiglio pubblicitario.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 22 novembre 2013 | 07:46 - © Quarrata/news]

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