domenica 3 novembre 2013

COMUNONE-DYNAMONE. I PERCHÉ DEL NO A REFERENDUM IMPOSTI


di GRILLO PARLANTE

L’idea di dare vita a un superComune non è certo in grado di tacitare i profondi malumori per le vergognose vicende della Cominità Montana che pare si tenti di contenere in una vera e propria pentola a pressione…

In questi giorni la stampa locale ed i blog hanno dato ampio spazio alle domande che il Comitato per la fusione in Comune Unico dei Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese rivolge alla Regione Toscana per i ritardi concernenti il varo del referendum da esso Comitato presentato e, successivamente, fatto proprio dal gruppo Toscana Più che al riguardo ha addirittura approntato una proposta di legge al Consiglio Regionale.

Al momento non risulta che la Regione si sia attivata nel senso richiesto forse perché se alcuni di questi referendum sono stati accolti dagli elettori altri invece si sono conclusi in modo totalmente diverso. In genere – checché ne pensino i consiglieri regionali Gambetta Vianna e Lazzeri – il rifiuto poggia su un pilastro fondamentale che debbano essere le singole popolazioni e non la Regione, né i sindaci e tanto meno alcuni lobbysti come nel caso proposto per l’alta montagna pistoiese.
In effetti per quanto riguarda la fusione di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese ci si trova di fronte ad una proposta che – se approvata come formulata in origine – avrebbe come conseguenza che a decidere del referendum sarebbero soltanto gli elettori sanmarcellini e cioè gli abitanti di un Comune che – per il numero dei suoi abitanti– non è affatto tenuto ad unirsi agli altri. Anzi, dovrebbero essere soltanto gli altri Comuni di Abetone, Cutigliano e Piteglio a decidere se ammetterlo o meno alla fusione. Ma, del resto, come è possibile basarsi su una proposta partita da soggetti privati (come Roberto Orlandini, Andrea e Giuliano Tonarelli, Claudio Arcangeli, Marco Buonomini, Luigi Corsini, Fabio Nesti, Luca Marmo, Giampaolo Merciai, Luca Tanganelli, Paolo Vivarelli), da qualche consigliere regionale come Gianfranco Venturi, da qualche sindaco, assessore, consigliere in carica o collocato nella “schiera degli ex” come Carla Strufaldi, Carluccio Ceccarelli, Lorenzo Pieracci, Paolo Pistolozzi, Claudio Gaggini, Valerio Sichi, Albarosa Nesti, Adamo Bugelli, Moreno Seghi?
Ma perché il cavallo del Comune a quattro originariamente partorito dal Pd
della Montagna e la stessa Federazione del Pd provinciale nel 2010 e supportato alla grande con la dichiarazione di favorire nei successivi 2011 e 2012 la partecipazione di suoi componenti la costituzione del Comitato per il Comune Unico (Venturi Gianfranco, ex Sindaci ed amministratori dei Comuni della Montagna) ha poi messo tutto in mano Roberto Orlandini che nell’agosto presenta la proposta di legge a Comuni, gruppi regionali trovandosi di fronte al niet del gruppo consiliare Pd di San Marcello, che dichiara di preferire prima l’Unione dei comuni e processo partecipato?
Un dietro front che costringe , nel gennaio 2013, a far presentare dal consigliere regionale Gambetta Vianna la legge di fusione al Consiglio Regionale ed inizia il normale iter in Commissione ed approda anche in Consiglio Regionale che statuisce di sottoporre la proposta al preventivo esame – promosso dalle rispettive Istituzioni– delle popolazioni interessate.
Concludendo:
1) al momento nessuna consultazione è stata proposta per tastare il polso alle popolazioni sull’opportunità dell’ingresso del Comune di San Marcello;
2) la fusione a quattro (o Comunone-Dynamone) è stata partorita dal Pd sanmarcellino il quale poi (forse anche per le ripetute chiamate in causa per la sciaguratissima vicenda della Comunità Montana) ha preferito defilarsi ed affidarne la prosecuzione a Roberto Orlandini & soci (tra cui Carluccio Ceccarelli, che quando era tra i maggiori esponenti di An già in passato fu ritenuto complice dell’affidamento del Comune di Cutigliano al pidiessino Nesti ottenendone in cambio i voti necessari per far eleggere Giuseppe Montagna a sindaco di Abetone);
3) il voler perseguire a tutti i costi sulla contrastata immissione del Comune di San Marcello non calma le acque assai agitate in montagna da alcune improvvide decisioni riguardanti l’ex Ospedale di San Marcello, i tanti silenzi sul pasticciaccio brutto della Comunità Montana e dal degrado che avvolge la montagna.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 3 novembre 2013 | 09:18 - © Quarrata/news]

3 commenti:

  1. Ma questo Gambetta Vianna è lo stesso che si fece eleggere con Umberto Bossi (quando l'Umbertone ancora faceva le sceneggiate "celtiche" con il famoso "dio Po") e poi venne cacciato dalla Lega Nord facendo un improbabile "Più Toscana", adesso è rifinito con i "Cristiano Popolari", lui che ammise di non aver mai più messo piede in una Chiesa dal giorno del battesimo? E' proprio a lui che sono affidate le sorti della Montagna Pistoiese?

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  2. Vede Lago Scaffaiolo, come è buffa la vita:quel Gambetta Vianna che dimostra di conoscere così poco la Montagna, aveva un parente, il Musicista Menichini, il Suocero, di cui è possibile leggere la gradevole canzoncina sulla Montagna nel post a seguire. Così, solo per dire.

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  3. Bene a sapersi. Ma le ampolle del dio po dove son finite?

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