mercoledì 16 novembre 2011

DANIELE, QUEL RAGAZZONE DI PONSACCO

di Luigi Scardigli



La prima ed unica volta che l’ho sentito suonare è successo a Santomato, un paio di settimane fa, nella serata in cui il nugolo più prezioso degli allievi di Nick Becattini ha deciso di sfidare il maestro. Di lui, di Daniele Bronzini, mi continuavano a dire – chi lo conosce e lo ha visto crescere –, che ha tutte le carte in regola per arrivare più in là, come direbbe Eugenio Montale.
Sono profondamente d’accordo con tutti i numerosi estimatori del ragazzone di Ponsacco. Seguo e scrivo di musica da più di vent’anni ormai e in tutto questo tempo non avevo mai avuto la fortuna, come capitata nella serata che vi ho accennato, di imbattermi nella personalità di un chitarrista che è poco più che un moccioso: nel giugno scorso, il ragazzo – che quando imbraccia la sei corde fa semplicemente piacere e un po’ paura, anche, soprattutto per la disinvoltura con la quale fa discorrere il proprio strumento – ha compiuto sedici anni, menzione anagrafica che stride non tanto con la possente corporatura che pare più quella di un giovane rugbista, quanto con la concentrazione e la capacità di penetrazione che ha sul palco tra le leve delle emozioni di tutti quelli che non possono non restarne abbagliati.
Sabato sera, per tutti quelli che vivono lungo le nobili, deliziose, ma dimenticate pendici dell’Appennino tosco emiliano, al pub La Stazione, a Gavinana, a due passi da San Marcello, il giovane ma nerboruto virgulto vi delizierà con la sua giovane ed esplosiva carica sonora.
Certo, ad aiutarlo, a mettersi nelle condizioni ideali per dare davvero il meglio di sé e convincere casomai qualche intraprendente produttore a scommettere sulla sua resa, ci saranno due strumentisti che ne hanno visti e battezzati di marmocchi: Carlo Romagnoli al basso, la dotta allegria, e Davide Malito Lenti alla batteria, l’insostenibile leggerezza del fato, due musicisti che proprio al fianco del maestro di Daniele, Nick Becattini, appunto, hanno iniziato, una vita fa, i propri percorsi musicali, strade parallele che hanno portato i due sapienti sessionisti a ritrovarsi, spesso e volentieri, insieme in serate nel segno del trio di Donnie Romano e per dare, ad un giovane tanto abile, quanto umile, ma coraggioso e impressionante Daniele Bronzini, una ottima opportunità.
Che non si lascerà sfuggire: sono pronto a scommetterci.

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[Mercoledì 16 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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