lunedì 21 novembre 2011

SULLA VIA DELL’ONESTÀ


di Luigi Scardigli



Venerdì prossimo, al teatro Manzoni, Luciano Violante – ex Presidente della Camera, magistrato, politico forte e pacato, uomo serio, insomma – terrà una sorta di conferenza stampa ad un’élite di studenti pistoiesi (tutti, nel salone della cultura di corso Gramsci, non c’entrano) per parlare di illegalità e come provare a combatterla.

La sera dello stesso giorno, poi, le chiacchiere della mattina prenderanno una piega recitativa, ma al Bolognini, con il debutto, in prima nazionale, della sua (scritta a quattro mani con quelle di Maurizio Panici) Cantata per la festa dei bambini morti di mafia, onore doppio, per la nostra città, visto che l’opera è una produzione tutta pistoiese e che vedrà sul palco Federico Ciani, Alessia Innocenti, Rocco Piciuolo, Alice Spisa e Giulia Weber, rappresentazione che sarà bissata alla stessa ora il giorno successivo e alle 16, la domenica.
Tra i due prestigiosi e importanti eventi se ne inserisce, nel bel mezzo, un altro altrettanto interessante, ed è quello della mostra fotografica, sempre nelle sale del Bolognini, allestita da Davide Cerullo, uno dei pochissimi ragazzi di Scampia, hinterland napoletano con un’altissima densità criminale, ad aver avuto la forza, il coraggio e la fortuna di riuscire a sottrarsi dalle grinfie della camorra.
L’esposizione degli scatti di Cerullo, nono di quattordici figli, viatico eccellente alla criminalità, questo – “Scampia, volti che interrogano” –, 37enne napoletano autore, tra l’altro, di alcuni libri che non si discostano dall’inferno napoletano, che a Scampia ha avuto la disgrazia di crescerci, chiude alla perfezione l’intento legalitario perché la storia del fotografo/scrittore/camionista calza a pennello.
Cresciuto nel tristemente famigeratissimo quartiere napoletano, Davide Cerullo diventa, ben presto, uno dei tanti affiliati alla cosca partenopea e nel giro di poco tempo conquista soldi, fama e galloni delinquenziali.
È in una delle permanenze coatte nel carcere di Poggioreale che il ragazzo ha la possibilità di provare a redimersi: leggenda vuole che tutto nasca dal fatto che durante un periodo detentivo, Cerullo trovi, sulla sua branda, un Vangelo, lettura, questa, che scatena, improvvisamente e incontrovertibilmente, una vera e propria conversione, non tanto al Cristianesimo, ma alla civiltà.
Da qualche anno infatti, Davide Cerullo, camionista, è felicemente sposato con Chiara, dalla quale ha avuto, in dote e soprattutto impegno, Alessandro e Chiara, i due figli che lo hanno ricondotto sulla via più dura e faticosa ma percorribile a testa alta, quella dell’onestà.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 21 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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