venerdì 18 novembre 2011

CONGRATULAZIONI E COMPLIMENTI AL COMUNE DI QUARRATA


QUARRATA. In merito a una notizia che illustra un torto inflitto a dei cittadini, un lettore ci scrive:

Egregio blogger,
ritengo che i tecnici e gli amministratori di Quarrata, notoriamente ligi e integerrimi nello svolgimento dei loro compiti nonché sempre adeguatamente preparati, siano usciti ancora una volta bastonati.
Tralasciando l’aspetto tecnico, mi preme sottolineare l’atteggiamento snobistico che hanno assunto: prima non motivando il rifiuto alla sanatoria e successivamente non costituendosi davanti al Tar.
Un comportamento davvero esemplare a dimostrazione di come si dovrebbe sempre operare al servizio della collettività.
Cordialità
Sandro A.
Cambio di destinazione
per un fabbricato
Il Tar dà torto
a Comune e Regione


Un comune non può negare ‘tout court’, se non sono previste modifiche strutturali, il cambio di destinazione d’uso di un fabbricato solo perché si trova a meno di dieci metri da un corso d’acqua. Lo hanno stabilito i giudici della seconda sezione del Tar accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Raffaello Astorri per conto della società Samuel Edilizia, contro il comune di Quarrata e la Regione Toscana (non costituiti). Col ricorso si chiedeva di annullare il no alla sanatoria, notificato agli inizi del 2006, con cui la società chiedeva la trasformazione da artigianale a commerciale di un fabbricato sito in via Europa 15, a meno di dieci metri di distanza dal Rio Falchereto.
Per i giudici vi è stata violazione del giusto procedimento in quanto il Comune non ha reso noti alla ‘Samuel Edilizia’ i motivi del mancato accoglimento della domanda di sanatoria impedendo così qualsiasi contraddittorio, né ha fornito dimostrazione del carattere vincolato del provvedimento.
Inoltre, per pacifica giurisprudenza, nel caso di mutamento abusivo della destinazione senza opere edilizie la sanatoria è ammessa quando sulla base di elementi obiettivi, sia possibile verificare in concreto l’uso diverso da quello consentito e purché esista un’oggettiva conformazione strutturale dell’immobile coerente con l’uso per il quale è stata avanzata domanda.
[Fonte: La Nazione/Pistoia, 18.11.2011]

Caro lettore,
non si meravigli. Questo succede nel posto giusto, cioè nel Comune della legalità, dove il Sindaco è fra i promotori delle marce (evidentemente dal verbo marcire) per la legalità, e dove i funzionari un giorno ti dicono un a cosa e il giorno successivo, nei fatti, te la smentiscono.
E magari – pur essendo responsabili dell’ambiente – lasciano discariche a cielo aperto per dei mesi (tanto per non fare nomi, l’architetto Bellomo) e se ne impipano di tutto perché sanno che non saranno mai chiamati a rispondere di niente; o magari (ancora Bellomo) pur essendo responsabili dell’iter della Querciola, passano chissà quante volte dinanzi alle stalle abusive all’inizio della strada che porta all’oasi (abusive perché costruite a ridosso dell’argine del Quadrelli), ma non se ne accorgono, nonostante che per legge si presuma che certi funzionari/dirigenti debbano necessariamente averle viste, quelle assurdità inammissibili.
Poi viene il giorno in cui uno di loro – sempre lo stesso – se ve va a Firenze (e meno male: così andrà a fare cose di questo genere a casa sua) e l’amministrazione della Sabrina gli fa pure il panegirico sul Tirreno e gli fa i pubblici ringraziamenti. E perché? Per avercene messo del suo in più circostanze e in ogni modo?
E potrei raccontargliene – alla maniera mia, cioè con documenti inconfutabili alla mano – più d’una. E prima o poi lo farò.
E io, caro lettore, dovrei stare zitto e fidarmi di gente come questa? Le sembra possibile?

Da Pinochet riesco ancora a difendermi, ma da certi democratici, come faccio…?

e.b. blogger
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[Venerdì 18 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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