mercoledì 30 novembre 2011

L’EQUITÀ DI SUPERMARIO & C.



Quando tutti avranno smesso di spellarsi le mani dagli applausi a Supermario, cerchino di fermarsi un po’ – come ha detto anche Fiorello di recente – e di riflettere su cosa sta facendo questo Governo di Professori.

Comincino a guardare come si sta movendo Elsa Fornero con le sue “pari opportunità” (niente a nessuno e, anzi, dietrofront e in quel posto ai diritti acquisiti) e il suo “lavoro”, che verrà incentivato togliendo ai soliti (niente elemosina di adeguamento all’inflazione sulle pensioni) e a quelli che hanno sempre pagato di tasca propria – i dipendenti di fascia media.
L’equità di Monti si sta ben delineando: è l’equità del tolgo tutto a tutti a prescindere da tutto.
Peccato che sia l’equità che va benissimo anche a Bersani, alla Bindi, alla sinistra, alla Cei, a Fini, a Casini.
Lasciamo da parte quel mondo informe che è ormai diventata la melassa destra del Pdl, dove si trova di tutto e di più. Non facciamo neppure un commento sulla Lega che – appena ieri – con Maroni ha dichiarato di voler tornare ad essere barbara.
Ma quegli italiani – definiti anche volgarmente Beozia – che hanno le mani spellate e sanguinanti come chi soffre di psoriasi montiana, pensino anche a riflettere su quanto sta dicendo l’Istat in merito al potere di acquisto dei nostri salari.
E riflettano anche – questi acclamatori dei Prof. – sul fatto che c’è gente che per ben due volte non ha avuto rinnovato il proprio contratto di lavoro (quindi meno 6 anni di adeguamento salariale alle mutate condizioni economico-finanziarie del Paese) e che – come accade nel settore scuola e istruzione – prende (aprano bene le orecchie, per favore!) la sontuosa cifra di ben 13, 11 € al mese come «indennità di vacanza contrattuale». Se i beoti non capiscono la definizione, vadano alla Cgil, sempre molto presenzialista e informata su tutto.
Poi questi autospellatori di mani si domandino – staccando la spina del loro cervello lobotomizzato, gregario e partito-dipendente – se per farsi impiccare in questo modo, innescando il maccanismo ineludibile (anch’esso previsto e profetizzato in questi giorni su tutti i giornali) della recessione del 2012, c’era proprio bisogno di affidare l’Italia in mano a una confraternita di terzetisti Prof. eccellenti che, con provvedimenti di questo calibro, ci faranno tornare al 1900.
Sto dicendo all’anno in cui salì al trono Vittorio Emanuele III, èra della parità oro/carta della £ira: e anche di 50 milioni di ‘morti di fame’.

E ora gli entusiasti provino ancora a spellarsi le mani dagli applausi.
e.b. blogger
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[Mercoledì 30 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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