giovedì 17 novembre 2011

MONTI. UN PO’ DI SANA PRUDENZA




L’età degli entusiasmi credo che per noi ultrasessantenni debba essere finita da un pezzo.
Bisogna smettere di sognare quando abbiamo passato questa soglia della sesta decina.
E, invece, ecco qua uno stuolo di bravi bambini che inneggiano al nuovo governo, nato  –all’apparenza – come un fungo fuori stagione: ma, in realtà, per lo sprint che lo ha caratterizzato, evidentemente coltivato in vitro da tempo.
Monti, senatore a vita e governo in qualche giorno… Chi non ha dubbi è cieco.
Ecco qua, dall’altra parte delle macchine da presa e dei flash, uno stuolo calligrafico di Supermario (qualcuno ha così definito il nuovo presidente del consiglio, perciò, per estensione, ciò vale anche per i suoi ministri) a cui sono affidate le sorti d’Italia.
Una settimana fa non erano nessuno e ora, per grazia di Dio e volontà della Nazione – che da noi ormai si identifica, per unanime coro, in Giorgio Napolitano, ‘l’uomo di Budapest’ –, ora decidono le nostre sorti: loro, proprio loro, quei professori unievrsitari di cui, fino a qualche giorno fa, noi dicevamo che in parlamento erano troppi e che davano, all’impostazione della nostra esistenza, una prospettiva fin troppo parziale e orientata da superburocrati superimpegnati e superintelligenti.
Se poi vogliamo considerare che la loro consistenza, a livello universitario, è straponderantemente di sinistra, e se vogliamo vedere la verità, cioè il sistema del loro reclutamento da casta massonica (cooptati, non scelti in veri concorsi: e lo sappiamo bene tutti), allora ci sarà più chiaro anche il resto, anche il futuro del nostro pianeta, al di là di questo povero stivaletto con il tacco rotto e il buco della suola tappato da una pagina di giornale che, al momento delle alluvioni stagionali e ripetute, imbarca acqua da ogni parte.
Straccioni e felici, noi italiani. La coerenza è questa: da una parte si brontola e dall’altra si esalta.
Auguri, professori al nastro di partenza! Anche se va detto che, quando intorno al letto di un’ammalata ci sono troppi bravi medici, la prognosi può perfino diventare infausta per somma di salutismo.

Ma soprattutto auguri a te, Popolo Italiano: unico elemento di amore e di attenzione da parte di chi, di sacrifici, non solo non ne ha mai fatti, ma non ne farà mai neppure uno!

e.b. blogger
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[Giovedì 17 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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