sabato 26 novembre 2011

AMBIENTE. UN VERO MACELLO


di Alessandro Romiti



Decisamente saporiti i contenuti del confronto pubblico partecipato lo scorso giovedì presso la sala del Museo Marino Marini, coordinato dal consigliere comunale di opposizione Alessandro Tomasi e l’esponente della Giovane Italia Francesco Cipriani.

Tra gli esponenti politici locali primus (ancorché super partes) il rappresentante di Legambiente Pistoia, Antonio Sessa, con il quale ho il privilegio di essere unito nel gruppo delle parti civili del processo Tibo-Cappocci per l’inceneritore di Montale.
Non me ne vorrà lo stimato presidente di Legambiente se l’ho classificato un “esponente politico locale”, ma è certamente così. Essendo dimostrato come su certi temi (e quello dell’ambiente è il primo di questi) la “politica” – nel significato autentico che si lega a polis – si fa fuori dalle aule consiliari laddove, personalità come il Sessa, riescono a scuotere nelle fondamenta il sistema opponendogli contestazioni di merito impercepibili nelle formalità degli atti.
Legambiente ha presentato dieci punti di sicura rilevanza etica e sociale, riguardanti la promozione di uno stile di vita più sobrio e dedicato alla preservazione di fattori “indiretti” (la terza corsia dell’A11 o la cancellazione delle corse sulla Porrettana) che vanno a degradare la qualità della vita di un’intera comunità.
Ciò detto, interessante è stato conoscere come nel ventunesimo secolo è stato possibile sbagliare la costruzione dell’impianto fognario del paese di Pracchia e questo perché, semplicemente, il progettista (studio di Roma, estraneo) non aveva conoscenza del luogo (ma il sopralluogo era certamente compreso nella parcella professionale) e che l’ameno paese, frazione di Pistoia, è sito in montagna e non in pianura: la metà degli allacciamenti fognari è impedita dall’azione della forza di gravità, che non permette di far scendere i liquami nel collettore, erroneamente collocato sull’asse stradale principale del paese, posto più in alto del piano di scarico.
Il danno economico conseguente? Ve lo lascio solo immaginare: ma chi ha pagato o chi pagherà?
Altro aneddoto gustosissimo è stato quello della risposta data dalla Procura della Repubblica sull’esposto relativo alla vicenda della struttura di snodo della Porta Nuova di accesso alla città: le rampe sono riconosciute come “fuori legge”, è vero, ma non c’è nessuna “evidenza penale” (in altre parole, non c’è stato il morto) e quindi si archivia l’esposto!
Di grande rilevanza è stato l’intervento dell’assessore all’urbanistica del Comune di Montale Lucio Avvanzo che – forse abbandonato al clima di familiarità del consesso – ha clamorosamente riferito come il Cis, prima dell’avvento del Sindaco Scatragli (di centrodestra) avesse priorità decisionale rispetto ai Comuni proprietari. Oggi la condizione è stata riportata alla sua naturale condizione di esercizio del “controllo” da parte degli enti, sulla gestione del detestato impianto, grazie all’ingresso di uomini esterni all’apparato di partito.
Queste e altre amenità sono fruibili in queste serate certamente alternative e propedeutiche, forse, a permettere di “scalfire” – e nel tempo di ribaltare – l’imponente iceberg di un devastante monocolore, radicato a Pistoia da 60 anni.

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[Sabato 26 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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