giovedì 3 novembre 2011

BREDA. SPAURACCHI (POLITICO-SINDACALI) & REALTÀ





PISTOIA. Già da ieri – quindi con tempestivissimo tempismo, e in assoluta controtendenza con quanto affermava Il Tirreno – vi avevamo parlato di probabile preferenza di Finmeccanica per la General Electric come partner.
Oggi scende in campo La Nazione e sostiene, senza riserve, la nostra stessa preannunciata (e credibile) tesi circa le scelte future dell’azienda: l’americana General Electric, che rimane la più quotata, scrive.
Fossimo anche noi l’ad di AnsaldoBreda, più che guardare alla Caf – compagna europea di un Paese, la Spagna, che comunque traballa –, penseremmo a un vero e proprio colosso di una realtà che, pur con tutti i problemi del globo, resta sempre e comunque un gigante che sarà difficile poter mettere in ginocchio e/o far crollare. E questo anche se Bombardier sarebbe già, di per sé, una più che ottima (ammesso che si possa dire) soluzione: se non altro per poter avere a disposizione carrelli omologati per velocità su rotaia superiori ai 300-350 km all’ora.
Ma leggete cosa scrive il quotidiano pistoiese e soffermate la vostra attenzione sui corsivi che abbiamo creato noi appositamente:

Lavoro. L’ad Finmeccanica:
«Risorse insufficienti per provvedere»
Breda, bilancio in rosso anche nel 2011
«Per dare una svolta serve un partner»

Anche il 2011 chiuderà in forte perdita per AnsaldoBreda. E forse il risultato potrebbe essere perfino peggiore dello scorso anno. Non tanto per come sono andate le cose nel corso degli ultimi dodici mesi, visto che l’aggiudicazione della gara da un miliardo e mezzo di euro per l’Alta velocità rappresenta, almeno in teoria, un bel bacino di sviluppo per lo stabilimento di via Ciliegiole e l’intero gruppo. Al contrario, la maggior parte dei problemi dipende ancora dalle vecchie e miliardarie penali danesi.
Ad anticipare la performance 2011 è stato l’amministratore delegato Finmeccanica Giuseppe Orsi in un’intervista rilasciata a La Stampa, per confermare, alla luce dei risultati finanziari dell’anno, la necessità del cambio di rotta che dovrebbe concretizzarsi con l’imminente presentazione del piano di risanamento aziendale. «AnsaldoBreda ha perso 800 milioni negli ultimi anni e accumula perdite considerevoli anche nel 2011», ha detto il numero uno della holding. Ancora troppo presto per entrare nei dettagli e anticipare qualche numero, ma intanto è stato posto un punto fermo in vista dell’accordo con un nuovo partner.
«Non ci sono risorse sufficienti – ha detto infatti Orsi – per consentirci di rimanere con tutti i settori a livelli di eccellenza sui mercati. Quindi dobbiamo scegliere». La ricerca dei soci riguarderà AnsaldoBreda e Oto Melara. Seppure non aprono a slanci di ottimismo, lette da un’altra angolazione, le parole di Orsi confermano d’altra parte che l’intenzione di Finmeccanica di dismettere la società pistoiese-napoletana sarebbe stata accantonata, e che al suo posto si sarebbe affermata la volontà di individuare un’alleanza internazionale.
«Stiamo cercando una soluzione che preveda una partnership con una impresa che ha le ferrovie come core business – aveva già detto Orsi –. Non ho mai parlato di cessione ma della necessità di dare ad Ansaldo Breda un partner forte. E posso dire che hanno mostrato interesse i principali gruppi ferroviari del mondo». Fonti di Finmeccanica hanno citato al riguardo la canadese Bombardier, la francese Alstom, la spagnola Caf e l’americana General Electric, che rimane la più quotata.
[Fonte: La Nazione/Pistoia – 03.11.2011]

A questo punto non resta che fare alcune considerazioni su queste nostre estrapolazioni: le parole di Orsi confermano d’altra parte che l’intenzione di Finmeccanica di dismettere la società pistoiese-napoletana sarebbe stata accantonata, e che al suo posto si sarebbe affermata la volontà di individuare un’alleanza internazionale – scrive La Nazione; e Non ho mai parlato di cessione ma della necessità di dare ad Ansaldo Breda un partner forte, come dice Orsi stesso.
Non più vendita, da una parte; io non ho mai detto che avremmo venduto, dall’altra.
E allora non viene il sospetto che tanto timore di dismissione altro non fosse che uno spauracchio politico-sindacale messo in ponte per poter cavalcare la tigre della disperazione della crisi?
Che altro hanno fatto i politici se non chiacchierare, dopo aver fiancheggiato – ma solo per poco – le mobilitazioni operaie?
«Non vedo l’ora che la Cgil sparisca – ha detto con forza e convinzione Renzo Bardelli sabato scorso a Villa Cappugi – per il bene di tutti, lavoratori in prima linea, e per quello di questa città».
Caro Pd, lo ha detto lui, non e.b. blogger.
Certo si sa bene che i democratici di Pistoia non si fidano di uno scomunicato come Renzo, e che al vetero-Pd, locale e provincialissimo, piace la conservazione, il conformismo, l’assurda ripetizione dell’essere e l’autoriproduzione per endogenesi a tutti i costi.
Ma i tempi sono cambiati davvero.

Se lo ficchi in testa una buona volta, il Pd, allora, invece di star lì, ritto e fisso come i pinguini del sabato notte in piazza San Francesco, a litigare sulle candidature per il prossimo Sindaco, aspettando di capire, come un povero Erode spaventato, se sia nato o no un nuovo Stalin capace di garantire la casta odorosa di muffe e penicilli!

e.b. blogger
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[Giovedì 3 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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