lunedì 22 aprile 2013

MOVIMENTO 5 STELLE. CONSIDERAZIONI SUL REGOLAMENTO URBANISTICO APPROVATO A PISTOIA


Di fatto lo strumento appena adottato rischia di ingessare pesantemente la città È mancato il tempo di esaminare gli atti su cui decidere – Sarà necessario iniziare sùbito a pensare a un nuovo e più appropriato R.U.

PISTOIA. Nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 marzo è stato approvato dal Consiglio Comunale il Regolamento Urbanistico di Pistoia. Il MoVimento 5 Stelle ha preso una decisione a lungo ponderata e sofferta, quella di uscire dall’aula al momento delle votazioni.
Vediamo alcuni motivi per cui non avremmo potuto comunque esprimere un giudizio favorevole.

Il R.U. – fondamentale strumento di governo del territorio adottato tre anni fa – deriva da un piano strutturale vecchio di circa dieci anni e la filosofia dell’impianto generale non risponde quindi alle attuali esigenze: si presenta privo di una visione progressista ed innovativa e carente di scelte coraggiose e necessarie sulle energie rinnovabili non inquinanti, sul risparmio energetico, su un’edilizia sostenibile e non intrusiva e sulla gestione del territorio e dei beni comuni in genere.
La sconsiderata scelta di definire “storici” gli edifici costruiti ante ’53 ha comportato la necessità di istituire il cosiddetto “rilievo critico”, che sarà l’unico strumento a disposizione dei cittadini per poter intervenire su detti edifici. Ciò implicherà un aumento di costi da parte dei proprietari che ristruttureranno, maggior burocrazia e rischio di soggettività nell’interpretazione dei progetti da parte dei tecnici dell’amministrazione comunale.
La creazione delle ATP (ambiti di trasformazione puntuale) e, soprattutto, delle ACT (ambiti complessi di trasformazione) implica la concentrazione degli indici edificatori – quello che è rimasto dopo la vergognosa speculazione di questi anni – in poche zone del Comune, che potranno essere oggetto di interventi di una certa entità. In tal modo, si impedisce ai proprietari di lotti già edificati che prima risultavano inseriti nelle zone di completamento b – adesso abolite – di eseguire piccoli ampliamenti. Ulteriore conseguenza è quella di rendere più rari ed improbabili gli interventi di imprese minori, evidentemente non in grado di affrontare grandi cantieri. Infine, la creazione di queste zone comporta interventi urbanistici anche importanti in zone vergini del territorio, con buona pace del motto “cemento zero”.
Rimaniamo fortemente dubbiosi circa l’utilità e la fattibilità dell’ipotizzata opera di sbarramento sul Vincio di Brandeglio. Molte voci, anche autorevoli, si sono alzate per criticare questa scelta e molti cittadini si sono detti preoccupati. Noi, in quanto portavoce dei cittadini e delle loro istanze, non possiamo far finta di niente: le recenti questioni della Repower e della mensa scolastica dovrebbero insegnare. Non crediamo che un’opera sia giustificata solo perché ci sono i soldi per farla.

Abbiamo però deciso di uscire al momento della votazione. Perché?

Durante la discussione in aula, abbiamo dimostrato che il nostro modo di fare opposizione non è strumentale, ma consiste nel giudicare senza alcun pregiudizio ogni singolo provvedimento. In alcuni casi, infatti, abbiamo espresso parere favorevole e motivato su osservazioni sufficientemente analizzate e rese comprensibili. Circa la totalità del R.U. abbiamo fatto questo ragionamento, in tutto coerente con il nostro pensiero: perché dovremmo dare il nostro parere su un documento di tale importanza, che non abbiamo partorito noi, ma un’altra amministrazione ed in altri tempi? Soprattutto, perché dovremmo farlo nel momento in cui, per motivi di tempo comprensibili ma non certo sufficienti a cambiare i fatti, non siamo stati messi in grado di analizzare in maniera compiuta e definitiva tutte le osservazioni (circa mille quelle sulle quali avremmo potuto esprimere un giudizio), le cartografie, le Norme Tecniche di Attuazione, le schede ACT e ATP ed altri documenti allegati? Tutte le osservazioni avrebbero dovuto avere la stessa dignità ed attenzione. Ciò non è stato fatto, non per motivi direttamente attribuibili a questa amministrazione, ma non è stato fatto. Su questo documento non abbiamo potuto incidere come avremmo voluto e dovuto, ma solo presentare piccoli aggiustamenti che non mutano la struttura generale del piano.
Riteniamo cosa dovuta l’essere cauti: chi può escludere – tra l’altro – che nel mare magnum delle controdeduzioni formulate non ve ne siano alcune che potrebbero poggiarsi su anacronismi normativi? Per questo non abbiamo votato questo R.U. La nostra opzione ha anche e soprattutto una valenza politica: il voto è una cosa seria e la fiducia deve essere meritata fino in fondo. Ricevere un avallo spurio e privo di convinzione sarebbe stato più deleterio per l’amministrazione che venir criticati con onestà e coerenza. Questa è la nostra visione di opposizione, affinché non sia una finta opposizione.

Cosa ci aspettiamo?

Che si lavori fin da subito sul nuovo Piano Strutturale e sulla rivisitazione di questo R.U.;
che si integri il censimento degli edifici storici; che si elabori un piano per lo sviluppo di un turismo sostenibile di qualità;
che ci si doti del piano per la realizzazione di alloggi per l’edilizia sociale, privilegiando l’edilizia sostenibile e prescrivendo norme per il contenimento energetico;
che si rediga il Piano delle Funzioni;
che si lavori con solerzia al PUM (Piano urbano della mobilità);
che si monitorino continuamente i risultati conseguiti da questo R.U., anche previo percorsi partecipativi con la cittadinanza; che si istituisca da subito la consulta della mobilità.
La nostra azione deve essere letta come uno stimolo, un invito concreto e deciso verso la prosecuzione dell’opera di coinvolgimento della cittadinanza – e dei relativi rappresentanti all’interno delle istituzioni – nelle scelte d’interesse collettivo. Durante questo percorso, trasparente e partecipato, daremo senza dubbio il nostro pieno contributo.
La strada intrapresa pare essere quella giusta, ma, nella fattispecie concreta, il risultato atteso si è rivelato a nostro avviso ancora insufficiente. Ci auspichiamo che arrivi il momento in cui potremo dichiarare convintamente il nostro voto favorevole ad un importante provvedimento come quello appena approvato: ciò significherà che i cittadini e i loro dipendenti avranno finalmente trovato il bandolo della matassa per camminare insieme. Sarà un giorno bellissimo.
MoVimento 5 Stelle
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[Lunedì 22 aprile 2013 | 11:38 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Furbi i ragazzi! Perchè dovremmo votare su un provvedimento fatto ai tempi in cui non c'eravamo?, dicono. Senti che logica! Tutta la sequela di critiche al piano non bastava per votare contro? Ci voleva Grillo in persona? Abbiamo capito; alla fine i "grillini" sono come i cocomeri: verdi fuori e rossi dentro!

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  2. "Abbiamo capito; alla fine i "grillini" sono come i cocomeri: verdi fuori e rossi dentro!"

    Mah, o codesta! Ogni giorno se ne sente una...

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