di LORENZO CRISTOFANI
La Giunta Bertinelli deve decidere che cosa vuole per la città
PISTOIA. Obiettivo dichiarato:
uccidere il commercio e tutte le attività economiche del centro storico.
Quale
migliore strategia, infatti, per far chiudere le varie attività ed esercizi
commerciali della città storica se non la proliferazione di tante cittadelle
del commercio e di uffici?
Oggi
la ex Martinelli e la cittadella degli anziani alla Misericordia, ieri la
cittadella dello sport e del commercio prevista in sostituzione dello stadio
comunale, ieri l’altro quella lebbra urbana di Pistoia City, a fianco di
Panorama, e per finire, anche se primo per ordine di realizzazione, la
cittadella del quartiere San Giorgio/ex Breda, coi vari negozi e quant’altro.
Veramente
si crede che a Pistoia ci sia bisogno di aumentare l’offerta di spazi
commerciali? Davvero esiste una così forte domanda da soddisfare o una
popolazione in crescita che richiede tutti questi santuari del commercio? Non è
più opportuno, visto il grave periodo di recessione economica che vivono anche
i cittadini-consumatori, creare le condizioni per rafforzare le aree
commerciali, già in difficoltà, come il centro storico, che esistono, piuttosto
che crearne di nuove, con la certezza di far chiudere tutto il comparto che
negli ultimi mesi si è dichiarato in tutte le lingue di voler tutelare?
Dove
sono gli strenui difensori delle attività del centro, Morandi e Tempestini
della Confcommercio, che promettevano di valorizzare gli esercizi centrali a
tutti i costi?
Cosa
dice dalle isole Cayman, dove evidentemente è espatriato, il presidente del
Centro Commerciale Naturale Giuliano Bruni, paladino – a chiacchiere – del commercio
tradizionale e assertore della necessità di iniziative promozionali del
comparto? Crede forse che cinque cittadelle del commercio decentrate siano una
risorsa per le attività economiche del centro e per tutti coloro che da quelle
attività dipendono?
Ma
il sindaco Bertinelli non pontificava che avrebbe rinunciato a fare i bilanci
con gli oneri di urbanizzazione e che la aree produttive dovevano mantenere,
nell’infausto contesto di deindustrializzazione, la loro vocazione
manifatturiera – per l’ex Martinelli lo aveva pure scritto?
E
poi, lo stesso sindaco, non aveva detto che Pistoia quanto a cemento aveva già
dato e che i centri storici sono un organismo unitario e vivo, da non snaturare
(vedasi l’iniziativa organizzata per aprile sulle città) e soprattutto che il
decentramento di attività e servizi si era rivelato, per Pistoia, davvero
deleterio?
Ma
esiste ancora Commercio Pistoia? In caso affermativo sarebbe bene che
iniziasse a capire che la situazione è una vera e propria questione di
sopravvivenza e si muovesse conseguentemente.
A
questo giro è auspicabile che in tanti siano disposti ad opporsi con ogni mezzo
e con ogni azione al pianificato disegno di chi vuole staccare la spina a un
sistema di relazioni ed usi, il centro storico, che da sempre ha avuto, nel suo
tradizionale ma fragilissimo commercio, una parte fondamentale della sua vitale
e pulsante identità.
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[Lunedì 8 aprile 2013 | 10:40 - © Quarrata/news]
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