di MARCO FERRARI
I Sindaci hanno dato solo l’impressione
di ‘mendicare con il cappello in mano’
SAN MARCELLO-MONTAGNA. La vicenda dell’ospedale Pacini è stata caratterizzata
da un’opaca chiarezza. Fatto da attribuire totalmente gli amministratori
politici o di nomina politica. Per mesi hanno giocato colpevolmente e
scientemente, ammantando di belle parole e nascondendosi dietro una
pseudo-commissione, la triste realtà dell’ex-ospedale Pacini, ora Piot, con l’intento
di mistificarla. “Potenziamento” è la parola proferita nella piana e riecheggiata
in montagna.
HO ANCORA VOGLIA
SI SOGNARE UN MONDO DIVERSO
La
notte scorsa son tornato a casa alle due perché fino all’una sono stato
impegnato in una bella (ma per certi aspetti – ad esempio la dimostrazione di
quanto profondo possa essere il fossato fra gente comune e
istituzioni/partiti politici – sconfortata e sconfortante) assemblea
organizzata da due gruppi di cittadini sul futuro del piccolo ospedale “Lorenzo
Pacini”, a San Marcello Pistoiese che poi è il mio paese di nascita.
Non
c’è dubbio che – in base alle “leggi” di una organizzazione sociale, istituzionale
e politica sempre più basata sulle “regole” del liberismo. Efficienza,
efficacia et simili – strutture come questa debbano, lentamente ma in modo
inesorabile, essere cancellate. Con i “numeri” non c’è futuro (ma prima o
poi, con gli stessi numeri, non ci sarà futuro neppure per l’ospedale di
Pistoia).
Però
io (e penso molti altri), che non sono né comunista né anarchico né “rivoluzionario”
né “grillino”, ho ancora voglia di sognare un modo diverso di intendere la
comunità e un mondo nel quale anche per il piccolo ospedale della Montagna
Pistoiese, che oltretutto ha sempre funzionato bene costando poco, possa
esserci un futuro: un futuro che dovrà passare, ad esempio, anche da un
colossale ripensamento dei rapporti pianura/montagna.
Oltretutto
vediamo bene dove ci sta portando la centralità attribuita a PIL e finanza
globale, mercato, andamento della Borsa...
A
essere matto sono io oppure qualcun altro?
Mauro Banchini
[dal profilo facebook]
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Dirigenti che per giustificare i piani di riordino e riorganizzazione
parlano di potenziamento dimenticandosi di dire qual era la base di partenza. C’era
la chirurgia e ora c’è il dentista, c’era l’ortopedia e ora ci saranno
ambulatori. C’erano 80 posti letto e ora ce ne sono 20. Tutto questo per loro è
potenziamento.
Amministratori/dirigenti di nomina politica che per giustificare le proprie
azioni si trincerano dietro atteggiamenti da meri esecutori come se fossero gli
ultimi dei dipendenti, giustificandosi dicendo che “il piano di riordino è
stato fatto da altri”. Alla legittima richiesta, ribadita in assemblea dal moderatore
Banchini, di sapere a quanto ammontano i costi per mantenere in vita l’Ospedale
di San Marcello, niente è stato risposto. Non avremo, noi cittadini della
Montagna, neanche la soddisfazione di una misera targa di riconoscimento che
attesti il contributo a cui siamo chiamati per il bene di tutti ma per i buchi
di pochi.
La gente ancora una volta colpita nei diritti e usurpata dei servizi, si è
sentita, per questo, sbeffeggiata e presa in giro. Civilmente si è ribellata.
Ha preteso, tra le macerie dei partiti, chiarezza, convocando un’assemblea
pubblica, in nome di quella correttezza, forma e rispetto, tirati in ballo dai
signori e dalle signore della politica, all’indomani dello “striscione” e dei
volantini anonimi, ritenuti offensivi.
Se è facile stare sul pero a cantare (quantomeno bisogna fare lo sforzo di
salirci) molto più facile è stare sotto il pero a piagnucolare e puppare.
Modalità diverse per manifestare il proprio dissenso la popolazione non ne ha.
I Sindaci hanno invece la possibilità, anzi il dovere, di far sentire la voce
dei cittadini che rappresentano, se ancora li rappresentano, nelle sedi
istituzionali opportune e se necessario saper battere i pugni sul tavolo.
Abbiamo purtroppo udito, non in quest’ultima, ma in altra precedente
assemblea, che vanno a mendicare con il cappello in mano.
Bel modo, fascia tricolore a tracolla, di rappresentare i cittadini! Per
ottenere qualcosa dovete trattare da pari. Saremo costretti a sopravvivere,
come dice il Sindaco Cormio, ma almeno la dignità di persone non scippatecela.
Dignità che dai filmati e dalla documentazione raccolta e pubblicata dall’architetto
Roberto Prioreschi, è sempre stata, pur nella povertà, una componente della
Montagna. Ci basta poco, ma quel poco non toglietecelo.
Non una parola, da chi doveva occuparsi in prima persona dell’ospedale, è
stata azzeccata. Hanno persino sbagliato, riportandolo nero su bianco nei
documenti ufficiali, il nome dell’ospedale Pacini. Un errore non da poco. Perché
se non conosciamo la nostra storia e ignoriamo da dove veniamo, difficilmente
potremo guardare al futuro.
Ammirevole è quindi lo sforzo fatto da Prioreschi per farci riscoprire il
nostro passato e ridarci quell’identità che dovrebbe innanzitutto abitare nelle
istituzioni locali.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 9 aprile 2013 | 10:01 - © Quarrata/news]
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