di Cecilia Turco [*]
PISTOIA-CUTIGLIANO. Scrivo in merito ad un articolo pubblicato da codesto
blog sulla vicenda di Gianna
Manzini e la tomba del padre a Cutigliano dal sig. Ferrari.
Sono la figlia di una sorella di
Massimo Braccesi e le valutazioni sulla “meschinità di uomini politici...” mi
hanno ferita ed offesa.
Ho chiesto a mio cugino Giorgio,
il più grande dei figli di Massimo di questa storia.
Lui mi ha raccontato di
ricordarsi perfettamente cosa era accaduto.
Braccesi nella sua veste di
Sindaco aveva invitato la già anziana scrittrice a ricevere un premio a lei
conferito dal Comune di Cutigliano.
La sig.ra Manzini aderì contenta
e commossa: quella sarebbe stata l’occasione per “ritrovare” i luoghi
dell’esilio del padre, anarchico, ucciso dai fascisti e raccogliersi nel luogo
ove era stato sepolto nel 1925.
Il Sindaco chiese notizia agli
addetti comunali e questi lo informarono che, stante il tempo trascorso, dei
resti non vi era più traccia.
Cosa fare: disdire l’incontro,
dire la verità? Oppure consentire alla scrittrice di raccogliersi con i suoi
ricordi più intimi nel luogo ove era stato sepolto il babbo, in quel luogo
bellissimo raccolto fra le montagne dove il passeggio dei vivi si mischia alla
presenza silenziosa delle vite terrene finite, che ci ricordano miserie e
glorie degli essere umani?
Cosa contano del resto il
rimasuglio delle nostre ossa o le nostre ceneri di fronte al ricordo ed al
pensiero che ci tiene idealmente uniti ai nostri cari ed alle loro esperienze
di vita in un tutt’uno ideale fra il passato, il presente ed il futuro?
Io credo che la scelta di quel
Sindaco sia stata un esempio di grande umanità, dieci cento mille volte più
importante della verità cruda delle ossa.
Ferrari può comunque
interpretarla come crede, ma questo non gli consente le parole così incaute,
spicce e ingiuste che ha scritto.
E questo lo dico perché possiamo
certo criticare quanto vogliamo le scelte amministrative, politiche e di
partito di Braccesi, ma non possiamo tacere dell’esempio che Egli ha dato di
vita politica onesta.
La barbarie dei nostri tempi,
forse, non ci fa riflettere abbastanza e ci spinge talora ad esprimere comunque
pensieri “in libertà” senza sapere e conoscere, col rischio, dunque, di giudizi
che possono ferire.
[*]
– Avvocato, nipote di Massimo Braccesi
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[Lunedì 10 giugno 2013 | 06:49 - © Quarrata/news]
Creare una tomba posticcia, sapere e non dirlo alla figlia "è un gesto di grande umanità",dice la sig.ra Turco. A me non sembra ; sembra il contrario.
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