venerdì 28 giugno 2013

DIBATTITO. PER I DIRITTI DI TUTTI I MIGRANTI

di LUIGI SCARDIGLI

Ieri sera in Sala Maggiore promosso dall’Associazione “Comunità e Territorio”

PISTOIA. Pensavo peggio. Soprattutto in relazione alle varie baldanzose concomitanze: i giovedì notte tutto aperto dei pistoiesi, un altro appuntamento al gelo di Serravalle e come dimenticare la Nazionale di calcio, quella che tanto serve a tenere unito questo paese che cade a pezzi. Ma piccoli, eh.
E invece, ieri sera, nella Sala Maggiore di Palazzo di Giano, di gente, a sentir parlare di migranti, all’incontro promosso dalla Comunità e Territorio, le neonata associazione politico-culturale, Per i diritti di tutti i migranti, appunto, ce n’era e non solo la solita nutrita rappresentanza della comunità albanese, due suore e qualche signora di mezza età con la carnagione un po’ più scura della nostra.
Beh, menomale, anche perché, perdersi la piccola ma profonda storia di inesorabile laica tolleranza impartita da uno dei quattro relatori, il professor Domenico Maselli, nonché deputato della XII e XIII legislatura, sarebbe stato davvero un peccato. Anche se son cose vecchie, ma non solo perché accadute migliaia e migliaia di anni or sono. Siamo un popolo di meticci, checché se ne dica e faremmo meglio a considerarci tutti ospiti: della terra; l’unica che potrebbe e dovrebbe ribellarsi alla nostra incivile presenza.
Anche l’intervento di Mercedes Lourdes Frias, deputata della XV legislatura, è servito – e non poco – a gettare ulteriori palate di ridicolo e illegale sull’intolleranza, che è, da sempre, figlia stralegittima dell’ignoranza, della paura, dell’incertezza, della povertà, quattro temi dei quali deteniamo, fieramente, poco invidiabili primati. Solo i penultimi possono temere gli ultimi e noi, italiani, penultimi, lo siamo davvero per censo: abbiamo il sangue grigio dell’anonimato e siamo forse l’unico paese della Comunità europea a sentire il bisogno, con sistematica preoccupazione, la necessità e l’opportunità di parlare, con dibattiti e incontri, di migranti.
Che sono nostri fratelli e non da un punto di vista cattolico o di qualsiasi altra forma di religione, ma semplicemente anagraficamente, senza dover scomodare lo ius soli. E invece, soprattutto in estate – anche se quest’anno, per ora, è ancora bassa primavera – il problema dei migranti si ripropone con particolare energia: i mezzi di informazione offrono le prime pagine ai barconi della disperazione che ancorano a Lampedusa; le pagine interne e i titoli successivi straripano di azioni criminose compiute da extracomunitari. Dimenticandoci le nostre origini, di migranti per eccellenza, soprattutto nell’ultimo secolo, per avere un quadro fotografabile dell’evento naturale che si ripete di generazione in generazione; se poi l’analisi e lo studio dei fenomeni di migrazione lo dovessimo fare con dovizia di dettagli, scopriremmo facilmente come il nostro tanto osannato ceppo sia solo una solida e variopinta accozzaglia di popoli che sono confluiti dalle nostri parti per fortune geografiche letteralmente indipendenti dalla volontà dei nostri lontanissimi predecessori.

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Foto di Luigi Scardigli. Sala Maggiore piena e i quattro relatori.
[Venerdì 28 giugno 2013 | 06:46 - © Quarrata/news]

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