giovedì 4 aprile 2013

BUONI MENSA E ALTRI BENEFIT ALLA FARCOM? PISTOIA, DISCOMFORT CITY


di EDOARDO BIANCHINI

Ma i sindacati appoggiano la legalità o sostengono la perpetuazione dei privilegi pur se contrari all’ordinamento della Repubblica? Buoni pasto anche a chi è assente? E perché non anche ai pensionati? E chi chiedesse un parere della Corte dei Conti?

PISTOIA. Quando gli aretini parlano di Pistoia, la definiscono città dello sconforto, perché – dicono – o piove o tira vento o suona a morto. O il sindacato – è il caso di aggiungere –, quel coso anacronistico che da decenni parla con lingua biforcuta e illogica, prende delle posizioni di una assurdità illecitamente inammissibile.

Stiamo morendo di fame, ci hanno assassinati con tasse da urlo, e il sindacato, quello stesso che sbràita contro i privilegi delle caste – dalle pensioni d’oro ai costi della politica – è lì a far la guerra a Simona Laing perché, con un intervento, più che opportuno giusto e rispettoso della legalità, ha tagliato (e se l’ha fatto di colpo siamo dispiaciuti, ma ha fatto ugualmente bene) non cifre e diritti spettanti per legge, ma quanto per legge non è proprio dovuto.
Mi cadono letteralmente le braccia nel leggere Il Tirreno e nel venire a sapere che i dipendenti della farmacie comunali godevano – fino a poco tempo fa – dei buoni-pasto anche quando erano in ferie o assenti per qualsiasi motivo; mi cadono ancor più le braccia nel leggere che le assemblee sindacali venivano pagate al personale delle farmacie come ore di straordinario.
Scusatemi tanto, signori delle medicine: ma da che parte sta scritto, fra le leggi della disgraziata e inapprovabile Repubblica Italiana, che i dipendenti debbano (perché qui si tratta di ribellione come se si trattasse di diritti sanciti dalla Costituzione) per forza riscuotere straordinari quando sono in assemblea sindacale e fruire di buoni mensa quando non sono al lavoro? Non vi sembra che tutto questo sia come chiedere di riscuotere lo stipendio senza la contropartita della prestazione lavorativa? Oppure: tutto questo retaggio di casta (e dire casta è dir poco, a ben riflettere) non vi sembra che sia un privilegio che, in quanto legalmente assurdo e perciò inammissibile, deve essere (ma addirittura non doveva neppure iniziare) comunque cancellato?
Simona Laing
Simona Laing, raggiunta per telefono, ha, in breve, fornito elementi di chiarezza legalmente ineccepibili con appena qualche semplice domanda.
«A parte il momento storico criticissimo – mi ha detto –, ritiene giusto, lei, personalmente, che si garantiscano buoni pasto a chi non è in servizio? Ritiene giusto poter solo pensare che la partecipazione a un’assemblea sindacale possa essere pagata come straordinario…? Un diritto sindacale è forse configurabile come straordinario da monetizzare…?».
E i effetti non ho parole per rispondere: ma dirò di più. Dirò che dinanzi a privilegi di questa fatta, l’unica cosa che mi viene in mente sarebbe una doverosa segnalazione alla Corte dei Conti, perché accerti, con i suoi metodi e il suo rigore, qual è l’errore della dottoressa Laing nel cancellare quello che, più che un privilegio, sembra proprio uno sputo in faccia alle norme, alle regole dell’ordinamento, alle condizioni dei disoccupati, dei sottoccupati, dei pensionati con 450 € al mese, e uno sberleffo ad altri comparti del pubblico impiego che hanno il contratto scaduto come i farmacisti: ma non da due anni come loro, bensì da ben due contratti, cioè sei e più anni (e mi viene in mente la scuola, per esempio).
Ragionando in questi termini e prendendoli per giusti, perché non estendere i buoni mensa anche agli ex-dipendenti e pensionati di Farcom? Neppure loro sono più in servizio…
Di fronte fatti di questo genere e a una ribellione sindacale strisciante e più o meno ‘oscurata’, ma che poi scoppia sulle pagine dei giornali come se si trattasse di un attentato alla Costituzione, ci si meraviglia che esploda lo scontento per una politica e un sindacato che andrebbero comunque mandati al macero solo per aver permesso la creazione di aberrazioni e privilegi di questo tipo?
Vogliamo essere seri, ma seri davvero?
Provate, allora, a riflettere e cercate di darvi una risposta ‘a modo’.
Il resto sono tutte chiacchiere da gora e da belle lavanderine.

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[Giovedì 4 aprile 2013 | 13:10 - © Quarrata/news]

3 commenti:

  1. Salve
    colgo l'occasione di questo articolo per spendere qualche parola di chiarimento su questa vicenda, che può sembrare un paradosso visto i tempi in cui viviamo. I buoni pasto sono stati già decurtati come valore e quantità dal mese di Gennaio.
    L'accanimento dato dai midia su questa vicenda, gridando allo scandalo, solo focalizzando l'attenzione sui buoni pasto, tralasciando alcune problematiche di carattere contrattuale e lavorativo, mi sembra un tantino superficiale.
    Passare come i "Fiorito" di turno, noi, che per poco più di mille euro, dispensiamo farmaci giorno e notte, 365 giorni all'anno, servendo la cittadinanza e le relative province con dedizione, con professionalità e con la responsabilità di chi DISPENSA e non vende farmaci al di là di budget aziendali indispensabili per il raggiungimento degli utili.
    Quello che è vergognoso è che siamo dal 2010 senza contratto ed ancora ad oggi sembra in alto mare. Lavoriamo sotto organico da anni. Le ferie sono programmate su 18 mesi e non su 12, qualora avessimo bisogno di 2/3gg di ferie o permesso o malattia, ci autosostituiamo sostenendo straordinari massacranti non retribuiti ma che vanno ad aumentare il monte ore.(specifica del nuovo Regolamento inviato dall'Azienda a tutti i dipendenti, non è il CCNL). Il monte ore così idividuato dal Regolamento, viene irrimediabilmente ridimensionato ad ogni ritardo di 1 minuto con 15 minuti da recuperare non corrisposto nel mese. Pur consapevoli di un periodo difficilissimo anche per noi farmacie pubbliche e d'accordo a modificare qualche punto contrattuale senza però mortificare il lavoro e le condizioni di base del CCNL Assofarm.
    Noi non siamo farmacisti di serie A, nè privilegiati rispetto a tutti i farmacisti collaboratori non titolari.
    Grazie dell'attenzione a titolo personale
    Dott.ssa Rita Lunigiano

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  2. È facile distorcere la realtà, enfatizzare le distorsioni e su quelle e sottolineo solo su quelle gridare allo scandalo! Complimenti chi non conosce la nostra situazione potrebbe crederci anzi sicuramente sarà cosi solo che tutto questo non é proprio corretto complimenti per il vostro lavoro
    Dott.ssa Monica Tonelli una "signora delle medicine" che tanto signora non si sente proprio

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  3. Volendo precisare ciò che ho detto nel precedente commento vorrei dire che fino a dicembre avevamo 20 buoni pasto al mese per 26 giorni lavorati. Non ci vuole un matematico per capire come in questa differenza ovvero 6 ci rientrassero ampiamente gli 1,833 giorni di ferie maturati ogni mese e in capo all'anno anche una breve assenza per malattia(anche se la maggior parte dei miei colleghi io compresa siamo andati al lavoro malati per non mettere in difficoltà gli altri). Per malattie più lunghe non mi risulta siano stati dati i ticket e nessuno ha obiettato su questo, penso che ciò sia stato l'ultimo dei pensieri della mia collega attaccata alla flebo di chemioterapia che pure tra un ciclo e l'altro viene a lavorare! Per quanto riguarda le riunioni sindacali queste non sono state mai pagate come straordinari. Oltre tutto sono sempre state molto poche. Io ho 11 anni e mezzo di buste paga per dimostrare ciò che ho scritto e voi cosa avete? Dove sono tutti questi privilegi?
    Si che come al solito avrei fatto bene a stare zitta ma le calunnie e le diffamazioni proprio non mi vanno giù.
    Grazie per l'attenzione
    La solita "signora delle medicine " Monica Tonelli

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