venerdì 12 aprile 2013

‘LA COMMEDIA’ DI EMIO GRECO E PIETER SCHOLTEN


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Indispensabile, più che utile, la breve, ma precisa e ricca lezione impartita ieri pomeriggio, al Funaro, da Francesca Pedroni, documentarista specializzata in arti visive e visionarie e che ha introdotto l’evento che si consumerà il prossimo 20 aprile al Manzoni, La Commedia, di Emio Greco e Pieter Scholten.
Sì, perché non ci si può accostare ad un balletto così forbito e articolato ignorando cosa ci sia dietro quei movimenti politicamente e ginnicamente corretti, ma volutamente e rivoluzionariamente asimmetrici.

Dietro c’è un lavoro certosino, uno studio asfissiante, una meticolosa scienza dell’impatto ambientale tra i personaggi che popolano lo spazio e quest’ultimo, spettatore per nulla inerme, men che mai inerte, della catastrofe.
Uno scenario apocalittico che la collaudata coppia italo-tedesca ha deciso di capovolgere del tutto, confidando nell’eternità dantesca e della sua Commedia, Divina, soprattutto per aver squarciato, otto secoli fa, la piramide esistenziale, che Emio Greco e Pieter Scholten hanno voluto riproporre in più tappe, rispettando la trilogia dell’autore, che prima di questa summa riassuntiva e non credo finale, si sono cimentati nel voler trasferire in scena, quasi mai su un palcoscenico, l’inferno, il purgatorio e il paradiso.
Un’esposizione ricchissima, approfondita, blasfema, continuamente sulla linea di un confine immaginario che tiene al sicuro la scienza del ballo impaurendola, talvolta, con qualcosa che fino a ieri non era contemplato, né tanto meno contemplabile.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 12 aprile 2013 | 14:57 - © Quarrata/news]

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