La legge è uguale per tutti - 5
Sul Tirreno abbiamo letto la risposta del comandante dei vigili urbani alla storia del comune bocciato in appello per l’autovelox mobile piazzato dalla polizia municipale.
Oliviero Billi cade dalle nuvole. È semplicemente stupito per cosa possa essere successo, dato che il suo ufficio è certo di non sbagliare mai – come il papa dal soglio.
Si può dire tutto, su tutto e da parte di tutti. Salvo rendere ragione.
Ma intanto, forse, è il caso di fare alcune domande al comandante…
Tutti uguali
i cittadini di Quarrata?
Signor comandante,
la gente legge quello che accade a Quarrata e che coinvolge lei e la sua squadra, oltre che, ovviamente, l’amministrazione che ha deciso di ricorrere in appello per una manciata di euro, finendo col rimetterci l’osso del collo che sarà rotto – ma non a voi o al sindaco, bensì alla popolazione così ben (dis)amministrata.
Prendiamo pure per buone le sue dichiarazioni sul Tirreno, ma vuole, per favore, rispondere pubblicamente alle poche domande che seguono?
Èccole:
- Sul problema dell’imbrattamento del centro cittadino con volantini nello scorso gennaio 2010 da parte di alcuni mobilieri, ha fatto le dovute indagini circa i responsabili, visto anche che lei dichiarò pubblicamente, sempre sul Tirreno, che i responsabili non se la sarebbero cavata?
- Ha provveduto in merito, con il suo ufficio, nei confronti dei responsabili di quella violazione del Codice della strada, con la stessa solerzia con cui è intervenuto a difendere l’autovelox mobile e i suoi pasticci?
- Se non è in grado di poter garantire di averlo fatto, non le sembra che i cittadini di Quarrata, che pure dovrebbero essere tutti uguali – belli o brutti, alti o bassi, maschi o femmine, italiano o no, importanti o meno –, non godano di una vera uguaglianza, ma siano, piuttosto, discriminati e non si sa bene per quale preciso motivo o in base a quale illuminata scelta di lei, dei suoi e dell’amministrazione?
La gente attende una convincente risposta.
E, per favore, non si trinceri dietro il solito silenzio dell’amministrazione: non è bello e né tantomeno onorevole.
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