sabato 25 dicembre 2010

BENZINA & SMORFIE


Quando, ogni tanto, lo Stato decideva di far cassa aumentando il prezzo delle bionde (che nessun fraintenda, altri tempi, parlo delle sigarette), mia madre, fumatrice un po’ meno incallita e accanita di mio padre, diceva: «L’importante è che non alzino il prezzo della carne e del pane». Beni primari. Come la benzina, del resto, che non si mangia e non si beve, ma della quale non si può fare a meno. Per ora e fino a quando qualcuno decida essere giunto il momento di investire patrimoni cosmici non per riarmare guerre e occupazioni, ma per favorire lo sviluppo alternativo, possibile, equo sostenibile.
Non voglio parlarvi di inquinamento, ma di oltraggio alla dignità, alla ragion pura.
L’altra sera, verso le 18, sono passato davanti ad un distributore: la mia macchina segnava, da qualche chilometro, la riserva; dovevo fare rifornimento, onde evitare di incappare nel fastidioso contrattempo di restare a piedi. Avevo però un impegno inderogabile alle porte e ho deciso di rinviare, di solo qualche minuto, l’abbeveraggio nero.
Qualche minuto più tardi infatti, sbrigate le impellenze, sono nuovamente passato davanti al distributore incrociato poco prima e ho finalmente potuto rendere linfa vitale alla mia vettura, una piccola utilitaria che svolge egregiamente le proprie funzioni di arredo urbano.
Come sapete, da quando anche il prezzo della benzina si è svincolato dalla opprimente ragnatela del controllo, tutti i distributori espongono, a caratteri cubitali e spesso anche luminosi, i prezzi della loro merce al litro.
Quella verde, a quel distributore (non ho ancora fatto il nome e non lo farò, ma solo perché non occorre fare ulteriore pubblicità ai signori della guerra), intorno alle 18, costava 1 euro e 399 millesimi; alle 18,15, poco prima o poco dopo, non ricordo, 1 euro e 404 millesimi.
Mi sono rivolto all’impiegato dell’esercizio chiedendo lumi sul rialzo on the road: la risposta è stata compresa e compressa in una scoraggiante e inerme smorfia di impotenza.
Non mi sono potuto vedere allo specchio, in quell’istante, ma sono riuscito tranquillamente ad immaginare la mia, di smorfia!
Capitan Uncino

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