martedì 7 dicembre 2010

VIAGGIO NEL COMUNE DELLA LEGALITÀ

La legge è uguale per tutti - 2

Continua il nostro viaggio nel pianeta delle scimmie, alla ricerca di tutti gli aspetti di quella che il sindaco definisce legalità debole, vale a dire incapacità di prendere provvedimenti, neglegentia in vigilando, non voglia di provvedere perché … impopolare, o perché – magari – non si ha nerbo e voglia di seguire da vicino un dipendente o un funzionario un po’ (come dire?) disinvolto.
Anche questo rientra comunemente nel più ampio e vasto quadro dell’impunità dei comportamenti scorretti: perché solo il cittadino deve essere irreprensibile e simile all’ambasciatore nella famosa diatriba del pranzo a casa di don Rodrigo nei Promessi sposi: bastonabile, bastonabilissimo.
Se questa è legalità, avrebbe detto Levi…
E non siamo che all’inizio!

Nascondere la polvere
sotto il tappeto di sala

Una domanda che va rivolta al sindaco è questa: i dipendenti del suo comune sono soggetti alle regole che vigono nel nostro ordinamento oppure sono sollevati comunque da ogni responsabilità e liberi di fare come credono?
La domanda si pone urgente perché, da quanto sembra di poter osservare dai fatti di quest’ultimo biennio, il sindaco di Quarrata, così pronto a indire e favorire i meeting della legalità, quando si tratta di problemi di casa sua, ama – secondo un’ottica invero non molto legalitaria – o ignorare le questioni oppure, come si dice, lavare i panni sporchi in casa. Con altre metafore potremo dire anche che spazza la polvere e la scaraventa sotto il tappeto di sala; che nasconde qualche scheletro nell’armadio; che fa orecchio da mercante; che fa come “il signore illustrissimo che capiva benissimo, ma quando c’era da spendere non la voleva intendere”.
Vedete qua quante belle immagini, possibili del linguaggio figurato, possono saltare fuori quando ci si mette per strada alla ricerca della verità senza troppi sconti a niente e a nessuno.
Periodicamente la stampa si attiva e scopre che il territorio di Quarrata è un ammasso di sudiciumi e di discariche abusive. E c’è anche da capirla, una cosa di questo genere, vista la negligenza del Cis nel raccogliere certi rifiuti: ne è testimonianza  la vicenda del tubo di amianto che sostò presso un cassonetto di Quarrata per più di nove mesi – teste Giancarlo Zampini che ne scrisse in cronaca diverse volte.
Ma se rispetto al cittadino, che inquina e scarica, possiamo dire che è un selvaggio, un ignorante, uno zubo, un rozzo, che cosa dovremmo dire del vertice più alto del comune stesso che si comporta esattamente allo stesso modo e che, al momento in cui viene preso, per così dire, con le mani nel sacco, è come se non avesse fatto nulla e non risponde neppure a una semplice tirata di orecchie?
Per chi non lo avesse capito – dato che di duri di testa ce ne sono diversi in giro – saremo estremamente chiari ed espliciti, come deve essere la cronaca di fatti noti e di personaggi di vita e rilevanza pubblica.
Dietro la ex scuola d’arte, oggi liceo artistico, in quella zona degradata che tutti conosciamo bene perché è stata oggetto di varie attenzioni su giornali e Tv, c’è stata per mesi e mesi una discarica di materiali di scarto da lavori pubblici, che è stata tolta di mezzo solo dopo l’intervento del blog di Mario Niccolai e della Casa delle libertà.
Perfino l’assessore Mazzanti si scomodò e parlò in Tvl e disse che quando ci sarebbero state segnalazioni di cittadini, loro (cioè il comune) sarebbe subito intervenuto a ripristinare lo stato della normalità.
Peccato che questa discarica fosse proprio di natura comunale: materiali di scarto da lavori pubblici sotto la diretta responsabilità – almeno così sembra – dell’architetto Nadia Bellomo.
Qualcuno potrebbe dire che siamo ossessivi nel ripetere sempre lo stesso nome. Ma cosa possiamo farci se questo nome è il più… gettonato, per così dire, delle cronache di questa Quarrata/Narnia, definita dal sindaco un posto dove si vive bene?
La domanda conclusiva al sindaco è questa: tenuto conto che i cittadini devono essere bravi e ligi alla legge, nel pieno rispetto della legalità – che è anche monitoraggio e sorveglianza del corretto comportamento dei dipendenti pubblici –, per la discarica abusiva di cui stiamo parlando e per l’evidente negligenza del funzionario responsabile, quali provvedimenti disciplinari sono mai stati adottati nei suoi confronti? E se non ne sono stati adottati, non è forse vero che l’amministrazione adotta due pesi e due misure?

Ci sarà risposta a questa domanda o saremo – come temiamo – sempre al solito colpevole silenzio?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

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