di Mauro Banchini [*]
“Efficienza ed efficacia”. Sono
soltanto questi i due “indicatori” cui quella che – da ormai molti anni (non a
caso scrivo il giorno dopo la morte di Margaret Thatcher) – si chiama
“Azienda” sanitaria affida il vero futuro del piccolo ospedale di San Marcello
Pistoiese
PISTOIA-SAN MARCELLO. In base a indicazioni che vengono dalla politica e che,
a loro volta, nascono dalla necessità di effettuare una fortissima revisione
nella spesa pubblica, i tecnici e i professionisti dell’azienda
sanitaria hanno varato un “progetto di riqualificazione e
riorganizzazione” per le attività “ospedaliera” e “territoriale”
della Montagna Pistoiese (un grande territorio popolato, purtroppo, sempre più
da cinghiali che da esseri umani. Esseri umani che, ogni tanto, sono anche
elettori: e cosa volete contino neppure 15 mila elettori? Poco, molto poco, ho
il timore).
Nelle attività del piccolo
ospedale sorto a metà dell’800 da un gesto di carità di un possidente in favore
dei “poveri” della Montagna Pistoiese, ciò che per i tecnici è “qualificazione”
e “potenziamento”, per i cittadini è semplicemente “smantellamento”
e “strada certa verso la chiusura”. E una affollata assemblea, ospitata
l’altra sera nella sala parrocchiale, sotto un crocifisso che guardava dolente,
è stata la riprova di una confusione non solo terminologica: da una parte si
scrivono parole che dall’altra vengono lette in modo diverso rispetto a ciò che
chi le scrive intendeva comunicare. In mezzo: politica e istituzioni,
apparse in grande difficoltà. Con un fossato che non può non preoccupare chi
crede nella democrazia rappresentativa.
Tornando agli “indicatori”,
l’azienda – spiraglio di una certa importanza – ha garantito che ci sarà un “monitoraggio”:
durerà almeno 6 mesi; al termine si vedrà se introdurre “eventuali
interventi di miglioramento/adattamento”. Ma i criteri con cui effettuare
il monitoraggio, e introdurre eventuali correttivi, sono soltanto i due
ricordati: “efficienza ed efficacia”.
Forse inevitabile, con le leggi
aziendalistiche che ormai ci dominano, ma non è proprio qui che la politica –
oggi in forte crisi proprio anche perché ormai schiava di un mondo dominato
dalle logiche, certo non trasparenti e certo ormai fallite, di una finanza
globale – potrebbe recuperare una parte della sua credibilità? Possibile che
oltre a questi due principi non ne esistano altri?
E non è proprio la nostra
Costituzione, seguita da leggi statali e regionali, a pretendere per le aree
montane trattamenti “altri” che considerino la difficoltà, preliminare, di
abitare la montagna dando così, oltretutto, una grande mano all’intero
territorio italiano? Nessuno ricorda l’efficacia delle parole di don Lorenzo
Milani sulla impossibilità, e sulla ingiustizia, di fare “parti uguali fra
disuguali”?
Possibile che non esistano “altri”
modelli attraverso cui, certo rispettando l’obbligo di non sprecare risorse
pubbliche, sia possibile invertire la tendenza a far discendere tutto, anche
nella salute, da impostazioni aziendalistiche? E poi, anche considerando
il rapporto costi/benefici riferito alla realtà del piccolo ospedale “Lorenzo
Pacini”: chi spreca davvero risorse pubbliche? Sicuri che lo spreco
venga dal mantenere in vita, con un minimo di dignità, questo piccolo e per
molti aspetti efficiente ed efficace ospedale di montagna?
Alla vigilia del grande incontro
che si svolgerà proprio a Pistoia fra poche settimane con i rappresentanti di
tutte le diocesi toscane sull’apporto che la dottrina sociale della Chiesa può
fornire, anche in termini di speranza, a una Toscana sempre più appassita e
rinsecchita in sé stessa, non sarebbe male se il piccolo caso del piccolo
ospedale di San Marcello venisse preso a emblema circa la necessità di un grande
risveglio in favore di politiche capaci di interpretare le ragioni della
persona?
[*] – si può leggere qui: Diocesi
di Pistoia
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 9 aprile 2013 | 10:39 - © Quarrata/news]
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