giovedì 13 giugno 2013

PISTOIA CHE STA CAMBIANDO: PIAZZA DEL DUOMO E I BAMBINI


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Integrazione e contaminazione. Questi due termini valgono e significano un sacco di cose: tolleranza, diversità, interscambio, soprattutto. Ed è proprio da quando Pistoia è stata invasa da popolazioni non indigene, spesso extra comunitarie, che alcune cose sono cambiate. Tipo piazza del Duomo, nel pomeriggio, quando Giove pluvio dà tregua.
Prima, la piazza, con l’eccezione del mercoledì e del sabato, nei tre giorni del Blues, la sera del 25 luglio e in poche altre circostanze mondane, era pressoché deserta, in modo desolante. Sì, bella, vero, in tutta la sua non fruttata maestosità, ma sempre lunare, disabitata, surreale.
Da quando gli extra comunitari e la gente del nostro Sud e di tutto il mondo ha ripopolato il centro residenziale della città, la piazza è risorta.

Andateci, domani pomeriggio, verso le 18: sugli scalini in pietra che danno le spalle al Palazzo del (buon) Governo e al Monte dei  Paschi di Siena (trasferirli a Sant’Agostino e al loro posto costruire due B&B e qualche locale, no, eh?) si assiepano le mamme che con un occhio confabulano con l’amica accanto e con l’altro seguono le evoluzioni acrobatiche dei propri pargoli, intenti a giocare a pallone, correre in bicicletta, farsi un po’ male, come conviene a tutti i bimbi sani che hanno la fortuna di poter correre e urlare la propria felicità.
Situazione analoga sugli scalini di Palazzo di Giano: cambia la prospettiva; il sole, al tramonto, acceca, ma il piacere è lo stesso. Lungo il muro di cinta del terzo lato della piazza, i futuri calciatori fissano spesso la porta di gioco: la traversa non c’è, ci si regola, ma i pali sì e allora via, chi segna va in porta. Il quarto lato, davanti al Tribunale, è quello del controllo. È popolato soprattutto da falsi intellettuali che fingono di leggere e di ascoltare qualcosa di interessante, ma sono lì quasi sempre per vedere, da vicino, le donne che da via degli Orafi si dirigono fuori le mura.
Nel mezzo, loro, i bambini: che urlano, giocano, si divertono. Si stancano, soprattutto, in un modo naturale e salutare per come sentire la necessità, la sera, di andare a dormire, senza passare dalla televisione e dal computer. Questa quadro, né surrealista, né impressionista, perché nitido e fotografabile, si è finalmente inserito nella personale della città di Pistoia da quando i pistoiesi hanno scoperto che piazza del Duomo è loro: lo hanno fatto quando l’hanno vista presa allegramente in ostaggio da loro coetanei venuti da lontano, con il colore della pelle diverso, uno strano modo di parlare, ma con la stessa identica voglia di giocare. Anche i genitori degli adolescenti indigeni, che fino a poco tempo fa non vedevano piazza del Duomo come un luogo storico e vivo di incontro e di interscambio, per assecondare i capricci dei propri pargoli sono stati costretti ad accompagnarli, scoprendo che piazza del Duomo, così, con la confusione degli schiamazzi dei più piccini è più bella. È bella.
Gli inconvenienti sono i piccioni, che personalmente eliminerei, così come avrebbe fatto, usando ben altra terminologia, l’indimenticabile ed indimenticato Florio Colomeiciuc. Basterebbe dar loro mangime sterilizzante e visto che la crescita demografica degli stranieri pare inarrestabile ed esponenziale, non è da escludere che tra un paio di lustri, piazza del Duomo, sgombra da uffici, sostituiti da luoghi di turismo, potrebbe davvero diventare un piazza fantastica e non solo il mercoledì, il sabato, durante il Blues’In, per San Jacopo e in poche altre circostanze mondane, ma sempre. Con un sacco di bimbi che giocano, le loro mamme che controllano e tanti giovanotti che aspettano. E senza piccioni.
Florio si rivolterebbe nella tomba. Ma dalla felicità!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 13 giugno 2013 | 07:35 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.