PISTOIA. Leggiamo la notizia che stamattina Il Tirreno ha piazzato in testa alla sua terza pagina di cronaca, e, da un lato, dobbiamo compiacerci, mentre dall’altro ci spiace che il quotidiano non abbia messo in frigo la documentazione per scongelarla, magari, tra un mese e rifletterci sopra, ma facendo anche riflettere.
In fondo le inchieste, quelle più rognose e peggiori, che non si sanno maneggiare bene perché sono velenose come un Pesce Scorpione, andrebbero trattate così: mettendole in coltura per un po’ di tempo, come il sangue e le urine. Vi ricordate cosa fece quel giornalista che andò a farsi ungere dalla Santona?
Credo che, tra un mese, avremmo avuto maggiori possibilità di monitorare sia certe situazioni, che il loro trattamento.
C’è una cosa grave, tuttavia, in questo ritardo dell’orologio: ed è che un orologio elettronico, comprato appositamente per far fede dell’ora all’automobilista, non sia abbastanza tecnologico – come un qualsiasi stupido computer di oggi – per passare dall’ora legale a quella solare senza tanti problemi e senza lo splendido e necessario intervento umano.
Il Tirreno ha fatto un buon servizio, ne siamo convinti: ma allo stesso tempo ha lanciato un salvagente. E a nostro giudizio ha fatto male.
Meglio era se avesse lasciato il tutto alla decisione del libero arbitrio dei responsabili, e fosse intervenuto solo in séguito, alla maniera di Dio: con un giorno del giudizio definitivo e certo nelle conclusioni, fra squilli di trombe, rulli di tamburo e fulmini celesti.
e.b. blogger
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[Martedì 1 novembre 2011– © Quarrata/news 2011]
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