di LORENZO CRISTOFANI
PISTOIA. Sembra un posto fuori dal tempo, il chiostro di Santa Maria delle Grazie, così avvolto da una silenziosa frescura e dall’acuto cinguettio di uccellini che hanno, lì tra le ombrose e svariate essenze arboree, la loro augusta dimora.
I pistoiesi lo notano, frettolosamente di passaggio, mentre raggiungono gli studi medici ospitati al primo piano dell”ex complesso conventuale, in via della Crocetta, che si imbocca uscendo da piazza San Lorenzo.
Un’imponente magnolia si candida ad essere inserita nell’elenco degli alberi monumentali, quello previsto dalla legge recentemente approvata, la 10/2013, Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, in cui appunto si prevede il censimento degli esemplari antichi assimilati – finalmente – al patrimonio storico e monumentale.
La legge, vale la pena ribadirlo, vuole impegnare gli enti locali ad incrementare la qualità e la fruizione degli spazi verdi urbani, a cui si riconoscono funzioni sociali ed ecosistemiche spesso, purtroppo, sottostimate e poco radicate nell’immaginario collettivo.
È lecito dunque sperare che questo strumento riesca a colmare, nella città delle piante, l’attuale deficit culturale della cittadinanza e che aiuti davvero a radicare una nuova primavera urbana o urban new deal che dir si voglia.
Il chiostro di Santa Maria delle Grazie, dal momento che quasi tutte le funzioni sanitarie e associate saranno trasferite al nuovo ospedale del campo di volo, subirà i riflessi della riconfigurazione dell’area del Ceppo, il banco di prova più importante per la classe dirigente pistoiese.
Pare, in un simile scenario, che sia finalmente maturo il tempo per la promozione, per turisti e per gli stessi pistoiesi, di un sistema organizzato dei chiostri, non pochi e di assoluto pregio, all’interno della città murata. Non sarebbe male che anche i portatori d’interessi vari come le categorie del commercio, che talvolta hanno segnalato e manifestato l’opportunità di valorizzare luoghi di richiamo, o eventualmente le Fondazioni bancarie, si attivassero a creare meccanismi permanenti per la pubblicizzazione e la fruizione di un patrimonio così nascosto quanto potenzialmente remunerativo, almeno in termini di attrattività, turismo, cultura, bellezza…
Molti altri soggetti locali potrebbero partecipare, a partire dal Centro Italiano di Studi di Storia e Arte-Pistoia, che è partecipato da enti pubblici e avrebbe, per statuto, simili prerogative.
Avrebbe infatti la possibilità di operare per uno sviluppo culturale diffuso e che si autoincrementa a favore della città: i convegni internazionali, di indubbio valore e importanti, come sul blog segnalato – vedi qui, a proposito del prossimo evento di maggio, dal costo di 45mila euro –, rischiano di essere percepiti come episodi estemporanei o senza eccessive ricadute.
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[Venerdì 5 aprile 2013 | 15:29 - © Quarrata/news]
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