ROMA. L’Europa fissava l’obiettivo di raggiungere il 33% dei posti di nido entro
il 2010. L’Italia è ancora molto lontana, con una media del 7,4% di posti
disponibili nella fascia di età zero-due anni con una situazione molto
eterogenea all’interno del contesto nazionale (si passa dal 15,5% della Toscana
nel 2003, a regioni del sud in cui si raggiunge il livello minimo di 1,9%).
“I servizi educativi all’infanzia rappresentano una
leva decisiva del welfare, soprattutto in un contesto sociale profondamente
mutato rispetto al passato, in cui la conciliazione dei tempi della vita e dei
tempi di lavoro diventa elemento essenziale, per garantire alle donne effettiva
parità di diritti e uguali possibilità di lavoro” – ha dichiarato l’On. Caterina Bini –.
“Con questa
proposta di legge si propone un piano di azione che prevede un incremento delle
disponibilità pari ad almeno il 15% delle attuali capacità, su base annua, con
un cofinanziamento da parte dello Stato del 50% dei costi di gestione, il tutto
all’interno di un percorso educativo strutturato e organizzato, che consenta a
tutti i bambini pari opportunità di istruzione, cura e relazione.”
Un altro problema specifico riguarda invece l’istituto dell’affidamento
familiare, allo stato attuale completamente distinto da quello dell’adozione.
Si riscontrano però, nella realtà, tante situazioni in cui l’affido temporaneo
supera di gran lunga i 24 mesi ed il minore viene dichiarato adottabile.
In queste situazioni, essendo l’istituto dell’affidamento e quello dell’adozione
nettamente distinti, capita non di rado che il minore, dopo la prima
separazione dalla famiglia d’origine, subisca una seconda dolorosa separazione
dalla famiglia affidataria, per essere trasferito ad una terza famiglia
adottiva.
“Quando il rapporto si protrae ben oltre i 24 mesi,
per tutelare la continuità dei legami affettivi, credo sia giusto, ai fini
adottivi, valutare in modo preferenziale la famiglia affidataria. – ha continuato la deputata – La proposta di legge
sancisce, in modo chiaro ed oggettivo, questa forma di tutela dei minori, a
garanzia della loro stabilità emotiva e dei legami affettivi eventualmente già
instaurati.”
[comunicato
on. bini]
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[Giovedì 4 aprile 2013 | 16:55 - © Quarrata/news]
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