domenica 19 febbraio 2012

LES REMPARTS DE PISTOIA… (E I RIMPIANTI)

di Lorenzo Cristofani (*)

Tradotto in svariate lingue come una delle massime vette dell’ermetismo, Le mura di Pistoia di Pietro Bigongiari è un libretto di piacevoli componimenti che si ispirano, nel titolo, a quella città murata che ha costituito il carattere identitario dei pistoiesi degli ultimi circa mille anni. Le mura sono per Pistoia quello che il porto è per una città di mare: tutta una serie di immagini, quadri e allegorie magnifica e fissa le mura nelle stampe, a partire dal Seicento, e nei gloriosi quadri del museo civico, ricordando il legame indissolubile tra questo limite fisicizzato e pistoiesi. Pistoiesi che per l’appunto non smetteranno fino al 1800 di chiamare Patria la loro città e soltanto quella, difendendone l’identità civile che ha perso il fondamento dell’autonomia e rappresentando quella stessa nelle mura.
Lungi dal riprendere quell’inenarrabile saga di riqualificazioni leggendarie, su cui è già aperto un filone letterario, mi limito ora a ripercorrere quelle dolorose ferite che spero di stemperare e lenire, almeno in parte, attraverso la scrittura, come sempre nella storia dell’umanità si è fatto per tentare di superare un triste passato.
Le mura di Pistoia e la poesia ermetica abbiamo detto, ma anche l’ermetismo (questo proprio indecifrabile però) delle amministrazioni comunali (attuali e trascorse) e del loro operato e le mura, da queste ermeticamente considerate e trattate. Su un lato infatti, quello lungo il viale che –sempre con le parole del Bigongiari – d’Arcadia porta l’ironico nome, sono state serenamente lasciate crollare senza alcun consolidamento statico o adeguamento strutturale; sul lato meridionale invece, che ora guarda, tra gli altri, il piccolo Colosseo di Pistoia (1), sono state puntualmente ripulite e rafforzate… per costruirci, però, case di discutibile pregio a ridosso (2)!! Come non bastasse si continua poi a concedere licenze per scavare e costruire, come prima, più di prima, anzi peggio di prima (3)! Questo in spregio al piano Cervellati che prevedeva non solo di monitorare le mura ma anche di tentare di ripristinarle, disponendole alla vista dei cittadini, liberandole comunque da quelle attività incongrue sorte invece diffusamente a ridosso, come serre e vivai lungo la Brana(4) (dove è avvenuto il crollo). In spregio anche al buon senso e alla retorica, sempre sbandierata, di riqualificare il sistema difensivo delle mura medicee recuperando manufatti storici e il verde limitrofo, attraverso piani unitari di valorizzazione, progetti attuativi integrati e … sempre il solito frasario dell’ immobilismo!
Ripenso ora al piano, inserito in quello più generale per le aree ex-Breda, “per la via Pacinotti e la via Zamenhof”, che prevedeva le mura sud completamente libere da edifici, con tanto di piano di demolizione in quattro tempi successivi, e attrezzate ad ospitare permanentemente l’esposizione dei vivaisti, con passerelle in legno per scavalcarle da via Pacinotti appunto e scendere in via Zamenhof. Il progetto era considerato appunto il punto più elevato, insieme all’Arboreto, per gusto e invenzione, dell’attività vivaistica a Pistoia, una prova di eden terreno insomma. E invece ecco che al posto di pergolati, spazi pedonali e sistema del verde espositivo, che tuttora, 2012, manca nella città delle piante, si continua a svilire le mura, a negarne, non dico tanto il valore culturale della storia e del paesaggio, ma proprio la qualità urbana, minima, che sarebbe necessario trovare lì a sud, dove quella abnorme e soffocante colata di cemento che svuoterà il centro storico arriverà quasi a fondersi, proprio alle mura. Ecco perché serviva quella fascia di compensazione, per garantire spazi per l’aria e per l’incontro, pensate al paradosso (siamo a carnevale ma non è uno scherzo): esiste proprio “Piazzatta dell’Incontro”, nel passaggio pedonale tra via Pacinotti e via Zamenhof, a fianco della garitta(5), ma quando tutto attorno sarà cementificato a malapena sarà possibile il passaggio. Questo monumento diffuso, candidato d’ufficio al riconoscimento Unesco contro il buon gusto, si completa nella parte finale di via Pacinotti, verso via di Porta Lucchese, dove ci sono le nuove costruzioni prima accennate (2), sempre addossate alle mura, sempre soffocate tra strada e altri edifici, e sempre fuori da un piano logico di mobilità/residenza/città/riqualificazione. Allego qualche foto, certo che sappia lei come meglio utilizzarle e disporle per renderne il senso.
Concludo quindi citando una frase del responsabile del museo paleontologico di Isernia, ascoltata qualche domenica fa su Rai3 nella trasmissione Presa Diretta – Emergenza cemento –, che, criticando lo sperpero di milioni di euro pubblici destinati alla cultura, usati per un faraonico auditorium anziché per potenziare un sito archeologico trai più importanti d’Europa, concludeva «… perché qui scopriamo le nostre origini, quando eravamo meno imbecilli di come siamo ora».

(*) – Carissimo Bianchini,
le scrivo come semplice e libero cittadino, sperando di poter condividere qualche considerazione personale in questo libero e apprezzatissimo blog.
Con stima,
Lorenzo Cristofani
In effetti questa lettera merita tutta la nostra attenzione e considerazione.
e.b.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 19 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

1 commento:

  1. condivido tutto quanto dice Cristofan, che, anzi, ringrazio per quanto ci ha fatto leggere. L'amarezza è grande nel vedere con quanta superficialità e ignoranza dei valori culturali della città si sta operando, ormai da anni in ambito urbanistico. Il Piano De Carlo è stato demolito per volere della speculazione, che ha trovato nell'amministrazione comunale totale disponibilità: in questo i vari Sindaci non si sono discostati da questa linea di condotta. Gli edifici in via Pacinotti sono esemplari a questo proposito, così come il nuovo ospedale. Fa male constatare la sostanziale indifferenza, o acquiescenza, delle categorie professionali: quanti tecnici del settore, quali ordini hanno protestato per quseto immondo andazzo? Solo qualche, inascoltata, pecora nera, espulsa dal "branco".

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.