di Piero Giovannelli [*]
Proprio come vivere su un altro pianeta
(ma con accanto qualche esempio di ‘italianità’)
HO RECENTEMENTE trascorso una settimana di vacanza, molto bella, in Sud
Tirolo (lo chiamo così, piuttosto che Alto Adige, in virtù della pressoché
totale appartenenza al filone di lingua e cultura tedesca degli abitanti di
quella Regione, se si esclude per Bolzano città e Merano città).
GOLDENES KREUZ VIPITENO
MI SCAPPA da
ridere a leggere cosa scrive Giovannelli.
Ma
poi mi scappa subito da piangere, perché non siamo in commedia, ma in una
tragica realtà.
E
mi viene in mente un episodio capitàtomi (anni 81-82) quando portai una delle
mie classi là dove Giovannelli ha fatto le sue ferie.
A
Vipiteno, all’albergo Goldenes Kreuz (Croce d’oro), la proprietaria
tedesca, che parlava gentilmente l’italiano dei tedeschi, mi chiamò e mi
rivolse questa semplice preghiera: «Ricordi, per favore, ai suoi allievi, di
non fare confusione e di non provocare danni, perché – attenzione, lettori! –
qui non è come da voi in Italia».
Pensate
solo a questo e ditemi se non è vero che questo è un Paese che non può
salvarsi.
e.b.
|
Il luogo di residenza, per la
precisione, era la Val Sarentino, a nord-ovest di Bolzano.
Puntualizzato che i luoghi sono
incantevoli, la custodia del territorio perfetta e che le persone sono
gentilissime e spesso lodevoli, specie in alcuni masi più isolati, nel
loro tentativo di farsi intendere in italiano nel miglior modo possibile; mi è
venuto da riflettere su alcuni punti, di costume, politici, ecc., tutto ciò
senza avere la pretesa di avere capito tutto io della realtà di quei
luoghi. Un altro, magari, potrebbe riportare sensazioni diverse e
fare osservazioni anche opposte.
1) Qualora un turista di lingua
italiana non acquisti e legga volontariamente giornali italiani, niente in
quelle vallate traspare della nostra situazione politica, delle meschine
beghe dalle quali è afflitta, degli affari privati e pubblici di un
pregiudicato, Senatore della Repubblica Italiana, che continua, settimana dopo
settimana, a starsene ancora aggrappato a quel posto ed a quella carica e ad
assorbire scandalosamente l’attenzione di tutti.
2) Se uno pensa, ed io lo ho pensato
all’inizio, che per il fatto di trovarsi in un ambiente di lingua tedesca,
automaticamente anche la disciplina generale sia sempre di tipo “tedesco”
constata subito che per molti aspetti ciò è vero, ma per altri assolutamente
no.
Uno di questi ha a che vedere con il
traffico automobilistico e la sua disciplina.
Nei numerosi km percorsi in macchina
attraverso le strade di varie vallate, non ho visto traccia di un autovelox, ad
esempio, e ciò è clamoroso se si pensa a quanti ce ne sono nei dintorni di
Pistoia, ma anche altrove, in Toscana e regioni confinanti.
Non ho visto, salvo una volta vicino a
Merano (era la Polizia in quel caso) nessuna traccia di presenza delle Forze
dell’Ordine sulle strade, che potesse essere in funzione di deterrenza per chi
non rispetta regole e limiti.
Conseguenza di quanto sopra
è la presenza sulle strade, specie quelle secondarie, di molti
automobilisti come minimo assai “allegri”, se non, qualche volta, letteralmente
scatenati e pericolosi, con manovre e velocità al limite del criminale.
E allora, confortato dal parere di chi
quei luoghi li frequenta più di me, un sospetto mi è sorto spontaneo.
Non sarà mica che per tenere tranquille quelle popolazioni, tra le tante altre
cose, ci sia un tacito accordo “politico” per non rompere loro troppo l’anima
evitando il più possibile di rendere visibile la presenza dello Stato Italiano
sul territorio?
Mi sembrerebbe un sistema
molto furbo di gestire le cose, ma per niente giusto. Se così fosse,
sarebbe una ulteriore conferma di quanto lo Stato scelga, magari per
motivi diversissimi, di tenere un basso profilo in tante zone del Paese, per
concentrare la sua presenza e pretendere rispetto solo in alcune, tra cui senz’altro,
almeno in alcuni campi, la Toscana.
Ed il principio della “Legge uguale per
tutti” dove va a finire, aggiungo con un pizzico di demagogia?
3) L’ultima osservazione che vorrei
fare è di costume o, se si vuole, di psicologia di massa.
Quando sono andato a camminare su
sentieri di montagna posti a quote tra i 1.600 ed i 2.300 m. s.l.m. circa,
ho rilevato che la stragrande maggioranza degli escursionisti, direi
fino all’80% del totale, era di lingua tedesca, ed ho fatto una
constatazione che mi ha procurato moltissimo piacere: la pressoché scomparsa
dal “panorama” del suono dei cellulari e di conseguenza di persone che stanno a
parlare di cose spesso insulse o guardano inebetiti il display
per qualunque fesseria possibile. I pochi che ho sorpreso a camminare guardando
il cellulare piuttosto che il paesaggio o dove mettevano i piedi (che in
montagna è sempre cosa molto utile) erano invariabilmente italiani.
In occasione di una visita nel centro
di Vipiteno, ho invece toccato con mano una realtà assai diversa: prevalenza di
italiani di qualsiasi inflessione dialettale, e smodata ed insopportabile (per
me che neppure lo possiedo e non mi manca per niente!) presenza e cinguettio
dei cellulari, accesi e funzionanti per trasmettere e ricevere dialoghi di
qualunque tipo, da quelli con contenuti anche importanti, ma che allora una
persona normale, se ancora tale categoria esiste, sviluppa in ambienti privati
e tranquilli, e non in mezzo alla confusione, a quelli veramente “da latte ai
ginocchi”. Es: ”Com’è? Tutto a posto?” “Qui è un po’ nuvoloso. Da
voi?” “Dove sei? Io sono qui. Tu sei li?” “La zia come sta?”
E taccio il resto per carità di Patria.
[*]
– Lettore del blog
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Immagini di Val Sarentino (Internet).
[Sabato 31 agosto 2013 | 08:21 - © Quarrata/news]
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