TORRE PELLICE. «Un saluto non di ‘circostanza’ ma espressione del
sentimento di un cristiano in mezzo ad altri cristiani che con loro condivide
preoccupazioni e sfide davanti all’orizzonte del mondo e del nostro Paese».
Così si è espresso monsignor Mansueto Bianchi, presidente della Commissione per
il dialogo ecumenico e interreligioso della Conferenza episcopale italiana
(Cei), rivolgendosi al Sinodo delle chiese
metodiste e valdesi apertosi oggi a Torre Pellice (To).
«Insieme alla comunità ebraica, credo
che i valdesi siano stati ‘l’altro’ che ha accompagnato, pur nelle
contraddizioni della storia, il processo di formazione dell’’ethos’ nazionale»,
ha sottolineato Bianchi in un discorso accolto da un caloroso applauso da parte
dei membri del Sinodo di cui l’agenzia Nev riporta alcuni stralci.
L’esponente della Cei ha proseguito
ricordando le sfide che oggi in Italia «interrogano noi cattolici come voi
valdesi»; in particolare, le questioni della multiculturalità e della
multireligiosità, della nuova evangelizzazione, del rapporto tra il cristianesimo
del Nord e del Sud del mondo, quello da cui proviene, in ambito cattolico, papa
Francesco, e in cui si afferma, in ambito protestante, la vivace realtà dei
movimenti pentecostali.
«La crisi che la Chiesa attraversa – ha proseguito Bianchi – è legata
più ampiamente a quella dell’Europa e dell’Occidente. Altrove il cristianesimo
vive invece una stagione di grande vivacità. Come italiani e come europei
dobbiamo chiederci come vivere questa stagione nuova del cristianesimo in cui
altre sensibilità si affacciano».
Secondo Bianchi, nel contesto della
crisi che l’Occidente vive oggi, le chiese sono chiamate a offrire «un
originale contributo per immaginare altre vie di sviluppo e di crescita»,
rispettose del Creato, attraverso «il loro patrimonio di valori e con la loro
esperienza capillare di solidarietà e carità». Queste sfide comuni, in un
momento in cui il dialogo ecumenico sui contenuti della fede è in stallo,
rappresentano «le occasioni per sviluppare un dialogo sul mondo, un dialogo
sull’impegno, un dialogo sulla e nella responsabilità», ha concluso Bianchi.
[Fonte:
Sir]
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[Lunedì 26 agosto 2013 | 18:53 - © Quarrata/news]
La chiesa Valdese, insieme alle altre chiese protestanti, non ha ancora ricevuto dalle gerarchie vaticane il dovuto riconoscimento, essendo sempre denominate come "comunità ecclesiali" perchè l'ordinazione del pastore non è fatta secondo successione apostolica. http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index_commenti.php?id=1058
RispondiEliminaQuindi ben venga il saluto del vescovo di Pistoia affinchè venga finalmente intrapreso un cammino realmente ecumenico, anche nel solco che la chiesa cattolica ha inteso intraprendere con il Concilio Vaticano II.
Anche a Pistoia esiste una piccola comunità valdese, che si riunisce generalmente ogni primo giovedì del mese nella chiesa battista di Porta S.Marco http://www.firenzevaldese.chiesavaldese.org/eventi.html
Il protestantesimo italiano (forte assertore della laicità dello stato) è una realtà viva e vitale e come tale meritevole di conoscenza e di considerazione accanto e non sotto al cattolicesimo qui ovunque imperante.