di EDOARDO BIANCHINI
La partigiana e il macellaio: polemica
a Carrara
VI CONSIGLIO caldamente di andarvi a comprare Il Tirreno di
stamattina, 20 agosto, e di leggervi la mezza paginata che riguarda il murale
della partigiana e il macellaio di Carrara.
È un altro di quegli esempi emblematici
che fotografano il nostro attuale Stato/status di cittadini/mentale
nell’Europa e nel mondo.
Osservate bene (nell’immagine da noi
ritoccata) il simbolo della campagna elettorale di uno dei protagonisti della
Seconda Repubblica (Tonino Di Pietro) e apprezzàtene opportunamente l’immagine,
assolutamente degna (perché no?) del famoso bisteccaio Dario Cecchini, un
personaggio che – forse – potrebbe essere indicato, senza approssimazione,
quale candidato Presidente del Consiglio o, come anche la sinistra ama tanto
dire oggi che ha scoperto le bellezze del capitalismo, Premier.
Il nostro è sempre stato un Paese di macellerie.
Dario Cecchini |
Dalla Repubblica Romana in poi (pensate
all’espansione nel Mediterraneo e all’impero dei Cesari) non abbiamo fatto
altro che esportare macellerie. Nel Medioevo siamo stati protagonisti di macellerie
attive e passive: ci siamo macellati e ci hanno macellato. Quando non sapevamo
che fare, abbiamo perfino inventato le Crociate e siamo andati avanti a
macellerie da asporto ‘a refe nero’.
E dopo avere esportato le nostre
macellerie in tutta Europa, dalla scoperta di Colombo in poi le abbiamo trasferite
a gratis anche nel Nuovo Mondo – rivedetevi, magari, anche Mission con Robert De Niro,
vi farà bene: e meditate santamente su Torquemada,
icona appropriata in ogni senso macellaresco.
Ma non vorremmo farla troppo lunga. Scendete,
rapidamente, fino ai nostri giorni.
Vi consigliamo un film come Novecento,
anche se sembra un po’ astruso, e immagini come quelle dei documentari su
Auschwitz o, subito dopo, sull’Arcipelago Gulag –
fa lo stesso.
Scandalizzarsi di una semplice, innocua
insegna come sta accadendo a Carrara, ci sembra obiettivamente troppo, eccessivo
davvero: specie pensando che fra la Merkel da una parte e quel gran genio di
Prodi dall’altra, chi per un verso, chi per un altro, passando – ovviamente – attraverso il Cavaliere macellato prima da Fini e poi dalla
rigorosa Cassazione, siamo arrivati (grazie anche a quel sant’uomo di Monti e
alla sua monaca di Monza, madre Elsa Fornero) alla macelleria sociale
attuale.
Direte, ma che c’entra Prodi? C’entra,
c’entra. Ce l’ha detto la Gabanelli – donna non certo di destra – che il gas
russo che ci riscalda d’inverno (gelandoci però il portafoglio), proprio in
virtù sua, lo paghiamo il 30% in più rispetto a tutti gli altri Stati europei
che lo acquistano dalla russa Gasprom.
Macelleria sociale, dicevamo, e ancor più ora che, in momenti come questo,
tutta la nostra politica (ma che schifo!) ha pensato di dare una mano agli
italiani aumentando loro tasse, gravami, multe, contravvenzioni, addizionali
regionali e comunali, balzelli e impedimenti burocratici d’ogni genere
(pensate, per esempio, all’attestato
energetico necessario per poter vendere una casa, che oggi non vuol più
acquistare nemmeno il cane, visto che non ci sono quattrini) o all’idea, così
cara alle sinistre, dei redditometri per la caccia alle streghe degli stronzi evasori,
mentre i quattrinai – quelli veri – anche delle sinistre stesse, hanno già,
tutti, i quattrini al sicuro e ben protetti altrove. Ma quelli grossi non si
toccano, perché sono loro a pagare la politica.
Con tutto il rispetto per i partigiani
e la guerra (inutile, visti gli èsiti nell’oggi) di liberazione: dàtegli un
attestato di benemerenza, invece di rompergli le palle, al macellaio di
Carrara.
Sta portando avanti un’azione metaforicamente
culturale e di ampio respiro.
Sta ricordando a tutti gli italiani –
anche a quelli che non capiscono un tubo – che questo Sato (se Stato è,
il che è da dubitare…) altro non è che un gran macello!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 20 agosto 2013 | 11:09 - © Quarrata/news]
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