di GRILLO PARLANTE
Nuove domande all’Asl 3 sulla questione
dei non autosufficienti, delle badanti e dei sussidi
FINALMENTE, dopo il nostro post di lunedì 26 agosto scorso, si è aperta
una piccola crepa in quel muro di gomma che circonda l’Asl n. 3 di Pistoia.
Un dirigente di indubbio coraggio come
il dottor Ricciardi ha reso pubblico il suo disagio di far parte di una
Commissione di Valutazione Medica il cui compito è valutare le domande delle
persone non autosufficienti a cui – a norma di legge – devono essere assegnati
i previsti contributi.
Non ha però chiarito perché – nonostante
la valutazione medica che quantifica l’entità del contributo – il contributo
non viene assegnato a chi ne ha fatto documentata richiesta.
Il che spinge a riproporre la domanda
tendente a svelare questo mistero, sperando che chi ne sia investito risponda o
per lui risponda l'efficiente servizio stampa dell'Asl sciogliendo
l'interrogativo che vorrebbe conoscere in base a quali norme un diritto
riconosciuto viene poi denegato, e a chi ci si deve rivolgere ove si intenda
presentare ricorso.
Ma ci sono anche altre nostre domande prive
di riscontro.
Tra queste:
1.) Perchè i rapporti che intercorrono
tra non autosufficienti e Asl o Società della Salute non si tengono attraverso
atti registrati a protocollo ma soltanto “a voce” dall'assistente sociale di
riferimento?
2.) Perchè anche quando si fa richiesta
di copia di queste documentazioni – oltre alle difficoltà che si incontrano per
conoscere dove sono depositati – ci rimandano all'assistente sociale che ne
dispone soltanto una parte?
3.) In base a quali motivazioni ogni valutazione
dell'infermiera e dell'assistente sociale (nel giro di tre anni se ne sono
avvicendate tre) ha dato risultati difformi e comunque orientati ad portare a
riduzioni e, addirittura, a escludere soggetti affetti da patologie croniche e
progressive?
4.) Perchè nei casi illustrati nel
precedente post una fornitura trimestrale di pannoloni ed accessori è saltata
costringendo il non autosufficiente ad acquistare sul mercato quanto non
consegnato? E, poi, questa mancata fornitura è stata o meno liquidata (liquidata
non pagata) alla ditta tenuta alla fornitura? E ancora. perché, una
volta cambiato il fornitore i pannoloni sono di qualità molto inferiore a
quelli forniti dalla ditta precedente tant'è che molti disabili sostengono che
quegli attuali provocano irritazioni?
5.) Che senso ha che la direzione della
Società della Salute (dai più considerata una struttura fantasma) deve far capo
al Sindaco Bertinelli che in questo modo diventa controllato e controllore?
6.) Qualche anima buona ci vuol far
conoscere come si sono determinati i buchi nel corso della gestione Scarafuggi
e come sono tappati? E ancora la mancata assegnazione dei contributi per le
badanti ai non autosufficienti che ne beneficiavano, la mancata consegna di
pannoloni e pile per apparecchi acustici ha coinvolto soltanto pochissimi disabili
e non autosufficienti oppure – come sostengono voci di popolo – le somme
risparmiate sono state utilizzate per coprire i buchi o altro?
7.) Il ritardo (circa 8 mesi) da quando
i contributi per badanti vengono assegnati mentre equipara i “beneficiari” alle
ditte fornitrici consente di avere disponibilità di cassa per erogare i ricchi
assegni ai superdirigenti?
8.) E ancora: come si giustifica il
contributo per disoccupazione (450 euro) in luogo di quello per le
badanti che il Comune di Pistoia ha versato ad un non autosufficiente da
anni pensionato e non in grado di attendere alle normali necessità della vita?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 29 agosto 2013 | 13:15 - © Quarrata/news]
gentilissimi,
RispondiEliminarischia di diventare un dialogo privato... tuttavia provo a chiarire per quanto è di mia competenza, tenendo presente che vista la non ufficialità delle richieste, anche le risposte hanno perlopiù carattee personale (e tuttavia non credo di poter essere smentito!).
Vista la diffusione del blog credo che le risposte possano essere di aiuto a molti.
Ci tengo a sottolineare però che non c'è alcun muro, né di gomma né di altri materiali: ogni volta che sono stati chiesti chiarimenti per le vie ufficiali sono sempre stati forniti. Il che ovviamente non significa che tutti rimangano contenti delle risposte, soprattutto se non confacenti alle proprie aspettative...
In ogni caso credo che al 'Grillo Parlante' siano state fornite a suo tempo tutte le informazioni necessarie e se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti potrebbe semplicemente rivolgersi alle persone o agli uffici che in passato lo hanno accolto cercando di dare risposta alle domande che ancora qui si ripropongono!
Venendo ai punti:
1) Rivolgersi "a voce" all'assistente sociale di riferimento di solito garantisce una risposta più rapida, ovviamente "a voce"; tuttavia a domanda scritta di norma gli Enti rispondono per iscritto: in caso di dubbio è sufficiente rivolgersi all'URP, che inoltra istanze e solleciti a chi di dovere. Nel caso in questione mi risulta che ci sia stata una risposta scritta: se non fosse così basta sollecitarla presso l'URP.
2) La documentazione in questione si chiama Progetto Asistenziale Personalizzato (PAP). Viene consegnato al cittadino non autosufficiente (o ai parenti e altre persone che ne abbiano diritto) che si è rivolto ai Servizi per ottenere un aiuto. In genere il primo accesso avviene tramite l'Assistente Sociale e quindi anche la risposta, sotto forma di PAP, avviene tramite l'AS di riferimento. Quando le persone non sono soddisfatte del progetto predisposto dall'UVM possono chiedere di essere ascoltate dalla commissione: le richieste sono sempre state accolte.
Per quanto riguarda invece i test adoperati dai professionisti per le valutazioni, che poi confluiscono nel PAP, trattandosi 'strumenti tecnici' per comprendere i quali occorre un minimo di competenza (è come se un paziente pretendesse di interpretare una TAC), di norma non sono consegnati agli interessati:tuttavia possono essere visionati su richiesta (come fatto nel caso in questione) o richiesti in copia tramite le normali procedure di accesso agli atti.
3) Qui la risposta è piú complessa. Bisogna considerare che nel tempo c'è un fisiologico avvicendamento del personale e ogni professionista, benchè segua protocolli e line guida regionali, è un individuo pensante che interpreta ció che vede secondo le proprie competenze... Inoltre anche le persone valutate variano il proprio stato nel tempo, di solito in pefgio, trattandosi di anziani!
Non bisogna tuttavia fare l'errore di confondere la valutazione della condizione di bisogno con la risposta assistenziale (in questo caso il 'contributo badante') la cui tipologia ed entità possono variare anche per motivi non legati alla persona: ad esempio, banalmente, perché ad un certo momento le richieste possonosuperare a disponibilità economica!
Inoltre, oltre al bisogno sanitario, anche quello sociale (misurato con apposite scale) entra in ballo nello stabilire se una persona abbia o meno i requisiti per un contributo:cambiando i criteri nel corso del tempo, puó succedere che ad alcuni non venga riconosciuto più il contributo; non perchè siano 'guariti' ma perchè la priorità viene assegnata a persone con situazione sociosanitaria peggiore. I criteri sono ovviamente pubblici e verificabili...
4, 5 e 6) Non mi competono! Non potrei dare risposte attendibili ed è meglio evitar le opinioni vista la delicatezza degli argomenti.
Seconda parte... dovuta ai limiti del form.
RispondiElimina7) Mi dispiace dirlo ma questa è una illazione priva di fondamento: Il ritardo è nato essenzialmente per le difficoltà legata alla nascita e alla organizzazione della Società della Salute ed alla tempestiva rendicontazione alla Regione si quanto speso. I soldi del Fondo fin quando non vengono spesi rimangono nelle casse della Regione: dal momento del loro trasferimento alla SdS in genere non passano più di 30/60 giorni prima che siano disponibili sui conti correnti dei beneficiari. Questi sono tempi tecnici legati ai vari adempimenti formali e del tutto verificabili. Nessun altro uso potrebbe mai essere fatto di quei soldi i cui 'giri' sono perfettamente tracciabili.
Anche se questi aspetti non sono di mia diretta competenza, posso mettere entrambe le mani sul fuoco circa la corretezza delle operazioni e dell'uso che viene fatto del Fondo per la Non Autosifficienza (FNA).
Per (alcuni) dirigenti ci sono altre risorse...
8) Anche qui non ho competenza diretta, essendo i contributi erogati materialmente dal Comune. Ritengo peró si sia trattato di un semplice refuso: le voci vengono selezionate da un elenco presente nella procedura informatizzara, e potrbbe essere stata selezionata una voce per sbaglio... In ogni caso la sostanza non cambia: l'assegno di 450€ è giunto a destinazione, tramite le risorse disponibili grazie al FNA.
Spero di aver chiarito almeno alcuni dei dubbi... Rimango comunque a disposizione per quanto posso e, come sempre, in forma di privato cittadino a conoscenza di (alcuni) fatti..!
Sarebbe bello se altri volessero rispondere in via ufficiale, ma credo che per quello servano richieste inoltrate in maniera più formale.
Saluti.
Mi scuso nuovamente per la forma e gli errori: sono sempre in ferie e scrivo con il cellulare!!
RispondiElimina