sabato 31 agosto 2013

LA CHIESA È DI TUTTI? SINODALITÀ, PARTECIPAZIONE E CORRESPONSABILITÀ


di EDOARDO BIANCHINI

Da lunedì a sabato prossimi la 27esima settimana teologica pistoiese Monsignor Frosini ne ha spiegato termini e contenuti

PISTOIA. Monsignor Giordano Frosini è stato piuttosto chiaro nel presentare l’attuale situazione della chiesa che deve cambiare e deve rendersi più partecipata, democratica e viva al suo interno, per allinearsi, non come di solito succede, ai tempi, ma a un cristianesimo delle origini che tutto è stato fuorché quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi tempi.
Il nuovo corso, iniziato timidamente da certe anticipazioni benedettiane di Ratzinger, sembra stia prendendo la via giusta sotto la spinta di Francesco, autorità di una chiesa lontana e periferica, dell’altro capo del mondo, ma che pare aver dimenticato molto meno di quella occidentale tradizionale, la partecipazione caratteristica del cristianesimo delle origini.
Fra le osservazioni più interessanti che abbiamo raccolto da Frosini, c’è stata indubbiamente l’analisi della “condizione molto condizionata” della chiesa alta di Roma: piegata da e a lobbies e interessi particolaristici che con il cristianesimo e la predicazione di Gesù sembrano aver davvero poco a che fare.
La chiesa è di tutti – ha sostenuto il teologo – e deve ritrovare se stessa, quella che si purga e si riallinea ai veri insegnamenti di Cristo, liberandosi dagli scismi latenti che la hanno caratterizzata e che continuano, anche in questo momento, a condizionarla.
Alla nostra richiesta di quali siano questi “elementi scismatici”, Frosini ha delineato un sommario ma significativo elenco, partendo da elementi morali (biotecnica, bioetica) e toccando gli aspetti che investono la famiglia e la sua unità, per poi approdare anche a un tema di grane rilevanza e portata: la troppa chiesa nella politica, mentre la politica è cosa da laici e non da gerarchie.
Insomma la chiesa deve sapersi distaccare dal mondo reale non perché non possa esprimere le sue libere opinioni in proposito, ma perché non può presumere – da quanto abbiamo capito – di porsi come arbitro di un condizionamento della vita civile dimenticando lo spirito.
Ma una stoccata sostanziale Frosini non ha mancato di darla anche alla gerarchia, alla piramide del comando, colpevole, secondo il teologo, di non avere mai sentito il bisogno di consultare e, possibilmente, ascoltare la base nella scelta dei vescovi come nelle scelte più strettamente dottrinarie. E su ciò siamo pienamente d’accordo.
È questa, ha sottolineato Frosini, la corresponsabilità mancata che deve tornare a permeare la vita della chiesa a tutti i livelli, anche come effetto moderante dell’alta gerarchia traviata dall’uso del potere.
C’è un solo piccolo problema a questo nobile piano prospettato da Frosini. Un problema che, come laici, intravediamo molto chiaro e molto limitante nella vita stessa della chiesa, anche a livello pistoiese: il fatto che le forze che frenano la sinodalità, la partecipazione e la corresponsabilità ecclesiale, e che quindi impediscono il ripristino dell’arcaica (ma giusta) cristianità, non sono per niente astratte; sono concretamente legate alle persone e rappresentate da uomini che, nell’attuale struttura, vivono e interpretano il loro diretto impegno quotidiano come un vero e proprio potere, allo stesso modo in cui gli attuali non-partiti politici regolano (o sregolano) la vita di questo nostro Stato in dissoluzione.
Sarà capace la Chiesa di liberarsi dall’egoismo del potere di tanti fedeli praticanti impegnati che, sia pure in maniera ingenua e senza rendersene conto, “non sanno quello che fanno” mentre presumono di segnare e indicare la vera via da seguire ai loro fratelli, sempre però tenendoli a testa bassa e sempre a un passo dietro di loro?

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Link: http://www.settimanalelavita.it/?page_id=1510
[Sabato 31 agosto 2013 | 19:17 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Posso essere laico quanto mi pare: e ne ho tutto il diritto.
    Ma so che con i cattolici devo comunque avere rapporti, mi devo comunque confrontare, devo comunque misurarmi giorno per giorno.
    Ecco perché di certo “integralismo romano” – e Francesco sembra averlo intuito – la Chiesa deve assolutamente spogliarsi: ecco perché essa deve essere di tutti, anche – paradossalmente – dei laici, con i quali certe mentalità cattoliche cercano comunque lo scontro nel tentativo di affermare la propria superiorità morale e spirituale…

    Edoardo Bianchini

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