sabato 10 agosto 2013

OSPEDALE ‘FU’ PACINI DI SAN MARCELLO


di Emiliano Bracali [*]

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Martedì 30 luglio, sul quotidiano La Nazione e Nota stampa del Consiglio Regionale della Toscana è apparso un articolo che ci ha fatto accapponare la pelle, che abbiamo dovuto leggere e rileggere per arrivare a credere che fosse vero. Se lo è e se è vero che l’assistenza sanitaria è una conquista della democrazia, qui in democrazia non ci siamo più davvero. Chiediamo pertanto seguendo quanto scritto, precise risposte sull’accordo:
A) Monitoraggio: abbiamo richiesto più volte di essere partecipi al monitoraggio sia al Sindaco Cormio, al sig. Venturi e a tutti quelli che abbiamo incontrato, risultato nessun riscontro.

B) Commissione Sanità: al presidente della commissione sanità regionale sig. Remaschi il direttore Roberto Abati e l’assessore Tina Nuti nell’incontro gli avranno fatto vedere un altro film, perché nell’incontro avuto a Firenze aveva espresso perplessità e preoccupazione per il Pacini, essendo un ospedale di montagna, che andava riconsiderato per la tipicità del suo territorio.
C) Attività Del Pacini: dove stava il problema se ad operarsi al Pacini venivano persone da fuori dimezzando i tempi di attesa di mesi e mesi, visto che nessuno si è mai lamentato e tenuto conto che questo avrebbe garantito alla montagna la permanenza della chirurgia?
D) Riorganizzazione (Xx potenziamento): quando, come e dove il percorso sull’accordo ha coinvolto la popolazione. Un incontro per spiegare alla gente come riorganizzare non è coinvolgere la popolazione.
E) Spazi: al termine dell’articolo viene scritto: “Gli spazi liberati verranno occupati da ambulatori specialistici” Non verranno, ma sono già stati occupati. Mancanza di informazione?
Pertanto:
 – Come si sono sentiti i Sindaci quando, all’unanimità, hanno firmato la nostra condanna? Perché fino a pochi giorni fa veniva sbandierato che non avrebbero firmato nessun documento in mancanza di certezze da parte dell’Usl. Cosa è cambiato?
– Allora perché solo pochi giorni fa il sindaco Silvia Cormio e il dott. Abati interpellati rassicuravano l’associazione Zeno Colò proprio riguardo l’intoccabilità della dialisi? Ci sono novità?
 – Dove sono finite le promesse della permanenza del medico di chirurgia, dell’ortopedico, del personale in sala gessi, della sostituzione in caso di pensionamento del radiologo, ecc. ecc. per avere un pronto soccorso che si possa chiamare tale? Nessuno di questi elementi sono stati evidenziati nell’accordo. Mancanza di spazio sul giornale?
– Da volontario posso dire che non mi è mai successo che portando al pronto soccorso un paziente gli abbiano chiesto se era scritto ad un partito politico, di che religione era, la sanità non ha e non deve avere niente di tutto questo. In caso di necessità la richiesta era del tesserino sanitario.
Chiudendo vorremmo dare un consiglio: non potenziate più l’ospedale Pacini, a breve recandosi all’ospedale, troveremo sì la porta aperta, ma perché gli infissi sono spostati da altre parti; ci accoglierà con la sua presenza solo il custode o, come si diceva un tempo, il portiere.
Meditate gente, meditate. La salute non si compra, la salute è una cosa seria.
[*] – Associazione Zeno Colò e “Le Pettorine”
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[Sabato 10 agosto 2013 | 12:03 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Avessero detto fin dall'inizio, invece di sostenere la tesi del "potenziamento", che il "Pacini" andava fortemente ridimensionato in vista di una sostanziale chiusura nel giro di qualche anno, forse sarebbe stato piú corretto. La veritá é comunque meglio della menzogna.
    Cosí come una classe politica degna di questo titolo, forse non avrebbe fatto male a lottare per forme "compensative" a servizio della montagna. Per la serie: togliete l'ospedale? Possiamo anche convenire, ma solo alla fine di un lungo percorso che dovrá prevedere sostegni, anche economici, per una comunitá che non puó essere lasciata sola a morire.
    In ogni caso perché, nel contesto di una riforma ospedaliera che per essere davvero efficace non puó mai scordare la centralitá delle persone, non pensare seriamente a modelli di ospedali decentrati, di qualitá, dove fornire ai cittadini, residenti o meno, servizi di qualità in un ambiente ... umano? Neppure Pistoia potrâ mai essere un ospedale di eccellenza, ovvio: per cure di un certo livello, ciascuno cercherà sempre le eccellenze, muovendosi sul territorio. Ma per cure piú elementari, e programmate, si possono studiare soluzioni di qualitá in ospedali cosiddetti periferici?
    Discorsi che oggi, magari, sembrano utopie. Magari fra pochi anni parranno sostenibili ...

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    1. Condivido solo in parte quello che scrive Lago Scaffaiolo, l’ospedale Pacini non si doveva ne si poteva, se esiste ancora un po’ di rispetto per i cittadini, alla pari degli altri Italiani - se non altro per quanto contribuiscono fiscalmente - RIDIMENSIONARE NE SMANTELLARE come di fatto avverrà nei prossimi anni per diventare un semplice ambulatorio dei medici di famiglia. Doveva essere solo potenziato nel vero senso della parola e neppure usarlo come merce di scambio con altre forme “compensative”.
      LO SMANTELLAMENTO DELL’OSPEDALE PACINI EQUIVALE ALLA MORTE DELLA MONTAGNA PISTOIESE.
      Avremo modo di riparlarne in prossimità del ferragosto dei prossimi 2, 3 anni.
      Al momento l’unico smantellato è il Pacini, perché? Perche i nostri amministratori non hanno assolutamente capito il danno che avrebbero arrecato.
      INTANTO TUTTI GLI ALTRI AMMINISTRATORI TENGONO DURO E ARRIVANO I PRIMI SUCCESSI, COMPRESO QUELLO DEL MINISTRO DELLA SALUTE CON PAROLE CHIARE E INEQUIVOCABILI, basta collegarsi a questo link:
      http://unitipervolterra.com/2013/08/12/ospedale-il-ministero-della-salute-risponde-allappello-del-sindaco-buselli/
      Il territorio della Montagna Pistoiese per la sua conformazione e ampiezza ha una “criticità” sicuramente maggiore a tutti gli altri territori soggetti alla riorganizzazione, e allora perché solo qui?
      Già i turisti avvertono “una mancanza di sicurezza” basta parlarci. Ma i nostri Sindaci, esperti operatori turistici, hanno provato o dato incarico di fare una indagine sulla qualità dei servizi e sulla percezione della sicurezza, tra gli avventori delle loro strutture? Se sono capaci di farla, ne rimarranno sconvolti.
      Ma questo illuminati sindaci, avevano valutato, lo dubito, che avere in montagna un ospedale efficiente e operativo e una sede vera con la testa pensante della Comunità Montana, voleva dire anche questo fare economia?
      Ma forse per loro, che è solo quella personale che conta, non l’hanno considerata.

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