PISTOIA. Navigando sul sito Internet del Corriere della Sera
mi sono imbattuto in questo articolo: Il
rapporto, l'acqua italiana mai così cara (e un terzo si perde nelle tubature).
Finalmente Pistoia è prima in qualcosa!
Già, ma nella classifica delle città dove l'acqua è più cara, a pari merito con
Firenze e Prato.
CON L’ACQUA
Con
l’acqua Ponzio Pilato si lavò le mani del sangue di un giusto; con l’acqua si
purifica il peccato originale; con l’acqua si benedicono case e campagne; con
l’acqua… e potremmo andare avanti per delle ore.
Ma
con l’acqua si fanno – evidentemente – anche affari d’oro: non lo diciamo
noi, ma il Corriere.
E
soprattutto con l’acqua si fanno miracoli: dal trasformarla in vino, come
alle nozze di Cana, al far transitare qualche manager da una poltrona ad
acqua ad una a morbido velluto rosso – pur se in un forse scomodo e
traballante ed effimero Governo del fare (a parole).
D’Angelis, come Mosè, è stato un… salvato dalle acque.
e.b. blogger
[Questo
intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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Il Forum dei Movimenti per l'Acqua sta
combattendo da anni una battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua e a
questo proposito segnalo un link con il comunicato stampa del Forum che
commenta il bilancio 2012 di Publiacqua: Bilancio Publiacqua,
i Forum: «Crescono profitti e tariffe, alla faccia del referendum».
Cari Amministratori (Sindaci,
Presidenti, teste coronate e quant'altro), a quando la completa
ripubblicizzazione (e conseguente calo tariffario)?
Luca Rossi
MoVimento 5 Stelle
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[Sabato 10 agosto 2013 | 17:21 - © Quarrata/news]
Eau de Paris è un ente di diritto pubblico presieduto da Anne Le Strat, braccio destro del sindaco socialista Bertrand Delanoë che ha fatto della ripubblicizzazione dell’acqua uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale del 2008.
RispondiEliminaPer Le Strat la ricetta è semplice: risparmiare assumendo la gestione diretta di tutti i servizi, dalla captazione fino alla fatturazione (mentre prima la stessa acqua poteva cambiare anche dieci volte gestore prima di arrivare al rubinetto); eliminare l’obbligo di remunerare gli azionisti, fattore tipico delle società di diritto privato, in più godendo di vantaggi fiscali legati agli enti pubblici.
Il successo di Eau de Paris fa riflettere sulla validità delle politiche di libero mercato legate all’acqua. Un mercato che, secondo Le Strat, è libero solo di nome, ma di fatto Parigi è stata per decenni «un esempio emblematico di finto liberismo economico applicato all’acqua».
A partire dal 1985 (e per volontà dell’allora sindaco Jacques Chirac) i due colossi Suez e Veolià si sono infatti divisi la gestione della rete idrica pariginaassumendo il controllo, rispettivamente, della rive gauche e della rive droite. «Gli utenti parigini – ha commentato Le Strat – si sono trovati di fronte a una non scelta, mentre i gestori avevano una rendita garantita da contratti di concessione di 20 – 25 anni spesso rinnovati senza concorrenza».
D’altronde, come spiega Le Strat, un ente di diritto pubblico come Eau de Paris può andare incontro al libero mercato anche meglio di un gestore privato. I lavori di manutenzione o le opere di canalizzazione, ad esempio, vengono affidate da Eau de Paris a ditte private tramite appalti pubblici, cosa che di fatto favorisce la concorrenza e il risparmio. Veolià e Suez invece affidavano quasi sempre questi lavori a delle società controllate, senza concorrenza e con fatture più salate.
Il paradosso è che, mentre il comune di Parigi mette da parte i due colossi mondiali dell’acqua per tornare alla gestione pubblica, in Italia le stesse Suez e Veolià si dividono da Nord a Sud fette cospicue del mercato idrico del nostro Paese.
Piero Riccardi, Ernesto Pagano – Corriere.it
La cosa indecente è che fra le prime 10, 8 sono toscane.
RispondiEliminaAll'anima degli ideali di sinistra.
Credo di poter affermare di essere stato uno fra i primi sostenitori dell'acqua pubblica, avendo raccolto le firme per la prima legge popolare toscana ed avendo per primo posto la questione all' interno del mio partito a livello nazionale.
Ma occorre stare attenti e non basare questa lotta solo sul piano tariffario. Pagherei anche di più se questo volesse dire un acquedotto efficiente, garanzia di approvvigionamento anche per le persone meno abbienti e naturalmente una gestione totalmente pubblica anche nell'erogazione.
Ricordo che avere acqua pubblica e gestione privata è come essere proprietari di un appartamento ma le chiavi ce l'ha un altro, e ogniqualvolta vuoi entrare o uscire di casa devi pagare. Sono d'accordo al 100% con Michele quando parla di gestione totalmente pubblica anche nell'erogazione: è questo il nodo cruciale!!!
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